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Normanni, origini e storia di questo popolo 

Alcune curiosità sugli "uomini del Nord"

Paolo Marcacci

Paolo Marcacci

INSEGNANTE DI LETTERE, GIORNALISTA PUBBLICISTA, SPEAKER RADIOFONICO, OPINIONISTA TELEVISIVO

Ho trasformato in professione quelle che erano le mie passioni, sin dagli anni delle elementari. Dormivo con l'antologia sul comodino e le riviste sportive sotto il letto. L'una mi è servita per diventare una firma delle altre. Per questo, mi sembra di non aver lavorato un solo giorno in vita mia.

Normanni: l’etimologia

Normanni, ovvero “uomini del Nord”, era il termine con cui le popolazioni dell’Europa centromeridionale chiamavano i vichinghi, cioè i predoni che partivano con le loro navi dalla Norvegia, dalla Danimarca o dalla Svezia, per saccheggiare le coste del continente. Non c’è quindi differenza tra la definizione di vichinghi e quella di normanni.

Caratteristiche e abilità di un popolo di conquistatori

Le conquiste e le invasioni dei Normanni iniziarono nel primo decennio del IX secolo. Abili navigatori che sapevano essere guerrieri molto violenti, solcavano i mari a bordo di imbarcazioni agili e veloci, incredibilmente resistenti sotto l’aspetto strutturale. Queste navi erano chiamate drakkar (draghi), per la minacciosa figura del drago generalmente scolpita a poppa o a prua. Erano altresì dotate di una chiglia a scarso pescaggio, in grado di percorrere anche tratti caratterizzati da acque di non ragguardevole profondità.

Le varie stirpi normanne

I Normanni potremmo suddividerli in vari gruppi, fra i quali i più dominanti erano i Norvegesi, i Danesi e gli Svedesi.
I Norvegesi raggiunsero l’Islanda e poi approdarono in Groenlandia. È contemplata, come riportano ormai anche i libri scolastici, persino sulle coste del continente americano, ben mezzo secolo anni prima di Cristoforo Colombo.
Nell’anno 911, un gruppo di Normanni, i Danesi, si stabilì nella regione del Nord della Francia che da essi ha preso il nome: la Normandia.
Gli Svedesi furono autori di scorribande e depredazioni nelle regioni sudorientali del continente, dove erano conosciuti con il nome di Vareghi. Si spostarono quindi in Russia e si spinsero fino alle coste del Mar Nero, dove si dedicarono soprattutto al commercio delle spezie. Le popolazioni locali li chiamavano Rus’, cioè “rematori”. Da qui il nome di Russia dato ai territori del principato di Kiev, fondato alla fine del IX secolo per riunire le regioni conquistate.
Dalla Normandia, gruppi di avventurieri si spostarono poi verso l’Inghilterra e nel 1066 Guglielmo il Conquistatore, dopo aver sconfitto gli Anglosassoni nella battaglia di Hastings, fu proclamato re d’Inghilterra.
La conquista normanna fu determinante per l’Inghilterra, che nei decenni e nei secoli successivi, quando si realizzò pienamente la fusione dell’elemento normanno con quello anglosassone, si andò sempre più strutturando come un regno forte e unito.

Invasione e influenza normanna in Italia

Fu soprattutto Ruggero II d’Altavilla (1130-1154) a favorire la fioritura del regno normanno nell’Italia meridionale. Egli gettò, infatti, le basi di un regno ben organizzato, abitato da popoli diversi (Arabi, Greci, Longobardi ed Ebrei) che convivevano pacificamente, liberi di praticare la loro religione e le loro attività, con relativa e fertilissima contaminazione tra le differenti civiltà.
Durante questo periodo l’Italia meridionale conobbe una straordinaria fioritura economica: si svilupparono i commerci; aumentò la produzione agricola; furono edificati nuovi castelli; le città si ingrandirono.
Anche sotto il profilo culturale, la Sicilia visse un momento di grande prestigio culturale del quale rimangono eccezionali testimonianze artistiche: il Palazzo dei Normanni; la Cappella Palatina a Palermo; il Duomo di Cefalù; il Duomo di Monreale.