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I tre ordini della società medievale: quali erano

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Durante il Medioevo, la società europea era organizzata in modo gerarchico e rigido, secondo un sistema noto come tripartizione sociale. Questa divisione, che rifletteva una visione del mondo strettamente connessa con l’ordine religioso e politico dell’epoca, suddivideva la popolazione in tre grandi classi o ordini: gli oratores (coloro che pregano), i bellatores (coloro che combattono) e i laboratores (coloro che lavorano). Questo schema, introdotto tra l’XI e il XII secolo, era concepito come un modo di garantire l’armonia e la stabilità della società, con ciascun ordine chiamato a svolgere un ruolo specifico e insostituibile. La tripartizione, pur con le sue rigidità, era il riflesso di un mondo dove l’autorità divina giocava un ruolo centrale nel determinare la struttura sociale.

Gli ordini in cui era divisa la società medievale

La società medievale era organizzata secondo un sistema gerarchico, che prevedeva la suddivisione della popolazione in tre ordini principali: gli oratores, i bellatores e i laboratores. Questo schema rifletteva l’idea che ogni ordine avesse un compito specifico, necessario per il buon funzionamento della società e per il raggiungimento dell’equilibrio divino. A ciascun gruppo era assegnato un ruolo preciso, giustificato teologicamente: gli oratores pregavano per la salvezza dell’anima, i bellatores proteggevano la società attraverso la guerra, e i laboratores garantivano la sussistenza economica.

Questa suddivisione della società non era solo funzionale, ma anche simbolica. Era una manifestazione dell’ordine voluto da Dio, in cui ciascuno aveva un ruolo prestabilito e non modificabile. Tuttavia, l’accesso a uno dei tre ordini dipendeva dalla nascita e raramente vi era mobilità sociale. La posizione sociale di un individuo era in gran parte determinata dalla famiglia in cui nasceva, e le possibilità di cambiare ordine erano limitate.

Anche se la società medievale era rigida, vi erano alcune eccezioni che permettevano mobilità, specialmente nel caso del clero e della nobiltà. Ad esempio, gli individui di origine modesta potevano entrare nel clero e, attraverso l’educazione religiosa, migliorare la loro posizione sociale. Allo stesso modo, attraverso il matrimonio o la concessione di titoli, era possibile accedere alla nobiltà, anche se queste situazioni erano piuttosto rare.

Gli oratores: la classe sociale di primo ordine

Gli oratores erano la classe sociale che si dedicava alla preghiera e alla cura dell’anima. Comprendevano il clero regolare e secolare, ovvero sia i monaci e le monache, che vivevano nei monasteri seguendo regole specifiche come quelle benedettine, sia i preti, vescovi e altre figure ecclesiastiche che operavano nelle chiese e nelle diocesi. Gli oratores avevano il compito di intercedere presso Dio per la salvezza delle anime dei fedeli, celebrando i sacramenti e offrendo preghiere quotidiane.

Il clero godeva di un’elevata posizione sociale, poiché era considerato il mediatore tra gli uomini e Dio. Essi avevano un forte controllo su molteplici aspetti della vita sociale, politica ed economica, e la loro autorità era ampiamente riconosciuta. Il potere della Chiesa, incarnato dal clero, non era solo spirituale ma anche temporale: vasti territori e ricchezze erano sotto il controllo di monasteri e vescovadi.

Entrare a far parte degli oratores non era semplice per chiunque. Nella maggior parte dei casi, era necessario provenire da una famiglia abbiente, poiché le scuole religiose erano accessibili solo ai figli delle famiglie benestanti. Tuttavia, non mancavano i casi di individui di umili origini che riuscivano, attraverso l’educazione religiosa, a scalare i ranghi ecclesiastici. Divenire monaco, sacerdote o vescovo rappresentava una via di miglioramento sociale per chi non apparteneva alla nobiltà.

Inoltre, per coloro che desideravano un’esistenza dedita alla spiritualità, vi era la possibilità di prendere i voti e vivere nei monasteri. Qui, i monaci seguivano regole di austerità e preghiera, allontanandosi dal mondo esterno per concentrarsi sulla salvezza della propria anima e di quella degli altri.

I bellatores: la classe sociale di secondo ordine

I bellatores rappresentavano la nobiltà medievale e il gruppo sociale dedito alla guerra e alla difesa del regno. Essi comprendevano cavalieri, signori feudali, duchi e re, la cui principale funzione era quella di proteggere la società attraverso la guerra. Questa classe aveva un ruolo fondamentale nella struttura feudale, poiché erano i bellatores a possedere le terre e a mantenere l’ordine attraverso il controllo militare.

I bellatores erano considerati i difensori della fede e dei deboli, in quanto avevano il compito di proteggere la società, inclusi gli oratores e i laboratores, da nemici esterni e interni. Il loro prestigio derivava non solo dalla ricchezza e dalle terre che possedevano, ma anche dalla loro abilità militare e dal loro valore in battaglia. Essere un cavaliere o un nobile richiedeva infatti una lunga preparazione, che iniziava fin dall’infanzia con l’addestramento militare e l’educazione alle arti cavalleresche.

Entrare a far parte dei bellatores era possibile principalmente per nascita. Solo i figli dei nobili avevano il diritto di diventare cavalieri o di detenere titoli nobiliari. Tuttavia, in alcuni casi, individui che si distinguevano per il loro valore in battaglia o per il servizio reso al re potevano essere nobilitati e ottenere un titolo. Questo accadeva spesso durante le guerre, quando sovrani o signori feudali ricompensavano i soldati più valorosi con terre o titoli.

I bellatores avevano anche un’importante funzione economica, poiché amministravano le terre su cui lavoravano i laboratores. In cambio del lavoro agricolo e dei tributi, i nobili fornivano protezione militare e garantivano l’ordine all’interno dei loro feudi. Questa relazione simbiotica tra bellatores e laboratores costituiva la base del sistema feudale.

I laboratores: la classe sociale di terzo ordine

I laboratores erano la classe lavoratrice, composta prevalentemente da contadini, artigiani e servi della gleba. Essi costituivano la stragrande maggioranza della popolazione medievale e avevano il compito di garantire la sussistenza economica della società, coltivando la terra e producendo beni materiali. Sebbene il loro lavoro fosse essenziale, i laboratores occupavano il gradino più basso della scala sociale e godevano di poche libertà.

I contadini, che rappresentavano la maggior parte dei laboratores, vivevano in condizioni di dipendenza dai signori feudali, ai quali dovevano versare una parte del raccolto in cambio dell’uso della terra e della protezione militare. I servi della gleba, in particolare, erano legati alla terra su cui lavoravano e non potevano spostarsi o cambiare padrone senza il consenso del loro signore. La mobilità sociale era praticamente inesistente per i laboratores, poiché la loro condizione era determinata dalla nascita.

Nonostante la loro posizione subordinata, i laboratores erano fondamentali per il funzionamento della società medievale. Senza il loro lavoro nei campi, l’intera economia agricola su cui si basava il sistema feudale sarebbe crollata. Inoltre, gli artigiani fornivano prodotti essenziali per la vita quotidiana e per la guerra, come armi, vestiti e attrezzi agricoli.

Sebbene i laboratores non avessero il potere politico o militare dei bellatores, o l’autorità morale degli oratores, essi svolgevano un ruolo centrale nel mantenimento dell’equilibrio sociale. In alcuni casi, soprattutto nelle città in crescita del tardo Medioevo, gli artigiani e i mercanti iniziarono a guadagnare una maggiore influenza economica e politica, creando i primi comuni e dando vita a una nuova classe sociale, la borghesia.