Quando dobbiamo dire che non è necessario pagare per ottenere qualcosa dobbiamo servirci dell’avverbio gratis, senza farlo precedere da alcuna a. Non bisogna infatti fare l’errore di usare il termine in modo analogo all’espressione opposta, a pagamento, e nemmeno pensare a forme simili come a scrocco, a sbafo, a ufo.
Per non sbagliare è sufficiente pensare che gratis è innanzitutto un avverbio e come tale deve essere utilizzato; quindi non lo si deve associare alle locuzioni avverbiali composte con a. Inoltre il suo significato è gratuitamente; sostituendo il termine gratis con il suo sinonimo è impossibile sbagliare: non diremo mai a gratuitamente.
Tuttavia l’espressione a gratis riscuote sempre più successo: attestata in numerosi giornali già dalla seconda metà dell’Ottocento, si è ampiamente diffusa soprattutto in contesti popolari dove non è necessario mantenere un registro formale. Nel parlato e in situazioni linguistiche meno sorvegliate si usano addirittura i termini aggratis e aggratisse. Dobbiamo però aver ben presente che la forma standard e neutra è gratis, da utilizzare ovunque senza commettere errore.
Per approfondire ulteriormente la spiegazione relativa a questo avverbio, ricordiamo che gratis è un vocabolo derivato dalla forma contratta latina di gratiis, ablativo plurale di gratia. Quando si riceve qualcosa gratis, infatti, si è graziati, nel senso che per benevolenza si è liberati dall’obbligo di pagare.
Vediamo infine alcuni esempi per capire come utilizzarlo e come scriverlo in modo corretto.
Esempio 1: Come mi piacerebbe soggiornare gratis in quell’albergo
Esempio 2: Mi raccomando, non devi mai accettare di lavorare gratis per nessuno
Esempio 3: Il distributore era stato manomesso ed era possibile fare rifornimento gratis
Scopri anche se si scrive apparte tutto o a parte tutto, vabbene o va bene e tutto apposto a tutto a posto.