Tra i tanti proverbi della saggezza popolare ce ne sono alcuni che ci indicano la giusta via per vivere serenamente anche quando non ci sono i giusti presupposti per farlo. Ad esempio se siamo perseguitati dai sensi di colpa, che non ci permettono di affrontare con la giusta tranquillità le nostre giornate. “Meglio una volta arrossire che mille impallidire” parla proprio di questo, anche se non è facile capire subito le motivazioni. Questo detto è diffuso in particolare nel Sud Italia.
Il significato di questo proverbio
“Meglio una volta arrossire che mille impallidire” si riferisce alla reazione che ha chi ha commesso un reato, magari un furto di poco valore, e non lo hai mai confessato, davanti alle forze dell’ordine. Ogni volta che sentirà una sirena o vedrà un uomo in divisa, infatti, il malcapitato impallidirà per la paura, temendo che la verità possa venire a galla e immaginando un futuro in carcere. Passerà insomma una vita a guardarsi le spalle e sperarare di non essere scoperto.
Confessare di aver rubato un oggetto fa provare molta vergogna, in particolare a chi magari ha commesso l’illecito per necessità o senza la vera intenzione di danneggiare qualcuno. Certo, non bisogna giustificare comportamenti simili, ma se una persona affamata e indigente sottrae un pezzo di pane non è certo grave come una rapina a mano armato in una gioielleria. Confessare un reato fa dunque arrossire il ladro gentiluomo, ma è certamente preferibile rispetto a impallidire a ogni occasione.
L’altro significato del proverbio
Allo stesso modo, il proverbio “Meglio una volta arrossire che mille impallidire” ci spiega che è sempre meglio confessare le proprie colpe piuttosto che vivere con la paura e l’ansia che vengano scoperte per cause esterne. È probabile infatti che, a parte un po’ di imbarazzo, non ci accada niente, e dunque meglio superare il rossore del volto e accusarsi che provare la costante sensazione di terrore davanti alla possibilità che ciò che abbiamo fatto torni a tormentarci in momenti non adatti.
Questo detto, tra le righe, sottolinea anche come il perdono arrivi in genere davanti all’ammissione di colpevolezza se questa è fatta subito. Se i torti che abbiamo commesso dovessero emergere da racconti altrui o perché non siamo stati in grado di occultare le prove, infatti, la persona ferita si arrabbierà non solo per la nostra colpa ma anche per le nostre bugie. Bugie che, come dicevamo, non rendono certo la vita migliore a chi le inventa.
Proverbi dal significato simile
Ci sono tanti detti della saggezza popolare che ci mettono in guardia sul fatto che le nostre colpe possono farci vivere molto male. Ad esempio quello che recita che “Chi è in difetto, è in sospetto“. D’altronde “Certe macchie ben si possono grattare ma non togliere“, come dice un altro proverbio. E non c’è solo il rischio di impallidire quando si nasconde un torto, ma anche quello di sbugiardarsi involontariamente. Infatti “La pentola vuota è quella che suona“.
Significato
Meglio confessare subito le proprie colpe, anche se con un po' di imbarazzo, che aspettare tanto tempo e vivere nella paura di essere scoperti.
Origine
Questo proverbio è diffuso in particolare nel Sud Italia, e non è escluso che abbia avuto origine in ambienti particolarmente omertosi, quelli della mafia. Sono infatti i malavitosi a impallidire al passaggio delle forze dell'ordine. Il detto potrebbe servire a incentivare invece comportamenti legali.
Varianti
- Sicilia: Megghiu 'na vota russicare chi centu 'ngialliniri