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Come scrivere l'introduzione della tesina

Dare importanza all'introduzione di una tesina è fondamentale. Ecco come impostare al meglio l'introduzione al proprio lavoro

Luca Incoronato

GIORNALISTA PUBBLICISTA E COPYWRITER

Giornalista pubblicista ed esperto Copywriter, amante della scrittura in tutti i suoi aspetti. Curioso per natura, adoro scoprire cose nuove e sperimentarle in prima persona. Non mi fermo mai alle apparenze, così come alla prima risposta, nel lavoro come nella vita.

L’introduzione di una tesina può rappresentare una delle parti più complesse della stessa. Si richiede infatti di trovare la giusta formula, così da non risultare banali, ripetitivi e scontati. Occorre rapire fin da subito l’attenzione del lettore, per poi condurlo lentamente nelle fasi più ricche di contenuti della propria esposizione.

Fortunatamente le linee guida da seguire non cambiano a seconda del livello scolastico, che si tratti dell’esame di terza media o dell’esame di maturità, così come della tanto temuta tesi di laurea. Considerando come questa forma di testo sia tanto utilizzata, sarebbe il caso di apprenderne le basi fin da giovanissimi. In realtà, però, il sistema scolastico italiano si concentra molto su altre tipologie, come il semplice tema. Si dovrebbe invece introdurre i ragazzi in classe alle varie declinazioni del testo argomentativo, che è alla base di una tesina.

Considerando come si intenda sempre aggiungere un tocco di creatività e personalizzazione, si ha modo di farlo, entro certi limiti, spiegando le ragioni che sono alla base della scelta di un dato argomento. Importante anche esprimersi in merito al ragionamento approfondito che si cela dietro i vari collegamenti operati.

Come scrivere l’introduzione di una tesina

Partiamo subito con una domanda retorica, che ha però molta importanza. Avete mai visto un professore leggere una tesina per intero? A meno che non si tratti del proprio relatore per la tesi d’esame, tutti gli altri si limiteranno a sfogliare le pagine, andando alla ricerca di dettagli tecnici, parole chiave, stile d’impaginazione e capitoli più interessanti a seconda del gusto personale. Il modo con cui passano in rassegna la tesina varia da persona a persona. Cos’è però che li accomuna tutti? L’attenzione riposta all’introduzione. Si tratta della porta d’accesso al documento che si ritrovano tra le mani. Davvero difficile pensare di proseguire, ignorandola. Anzi, a volte è tutto ciò che alcuni professori guardano in assoluto, concentrandosi poi sull’esposizione orale.

Ciò rende l’idea di quanto sia importante la prima parte di questo scritto. Occorre fornire un quadro generale di quello che è il tema centrale trattato, così come di tutti gli argomenti cardine. La schematizzazione è cruciale, evitando di dilungarsi eccessivamente, considerando come vi è spazio in altre sezioni della tesina, che vanta capitoli appositi per ogni focus scelto. Poco spazio occupato, quindi, in termini di effettive parole utilizzate, ma grande efficacia e chiarezza. Per essere certi di non perdere la giusta rotta, di seguito vi forniamo una scaletta da ricordare per riuscire a svolgere al meglio questo compito.

Introduzione della tesina: scaletta

La prima cosa da tenere in considerazione, in termini di mera struttura, è che la propria tesina non è di certo un trattato lungo centinaia di pagine. Questo elemento è importante perché rappresenta il metro di giudizio per l’effettiva lunghezza della propria introduzione. Non si può pensare di realizzarne una che abbia la stessa lunghezza del primo capitolo che segue. Efficacia e sintesi sono le armi da utilizzare, sfruttando un preciso schema che permetta di non divagare. Potrebbero bastare 4-500 parole ma, a seconda del tema trattato, si potrebbe pensare di allungare un po’ lo scritto introduttivo, solo se le informazioni "in eccesso" sono ritenute fondamentali. In questo caso, è importante, mai superare le due facciate di foglio A4.

Passiamo quindi alla struttura vera e propria. Proviamo a capire in che modo dare effettivamente forma a questa tipologia di testo:

  • L’argomento centrale è il primo a trovare spazio all’interno di un’introduzione. Molti preferiscono però introdurlo in maniera intrigante, un po’ a effetto verrebbe da dire, inserendo la citazione di un grande autore, personaggio celebre del presente o storico e altro ancora. Attenzione, però, a comprendere bene il senso delle parole riportate, così da essere sicuri che siano in linea con il tema trattato nella tesina;
  • Il secondo step è chiarire il motivo per il quale è stato scelto questo dato argomento, intorno al quale costruire l’intera tesina. Le motivazioni sono proprie dello scrivente, che in questa fase può quindi risultare più coinvolgente nel modo di scrivere, elencando e descrivendo gli aspetti che hanno colto la sua attenzione. Una fase molto importante dell’introduzione alla tesina, dal momento che è quella cruciale per stuzzicare l’attenzione e la curiosità del lettore;
  • Prosegue la sezione personale di questa introduzione, passando alla descrizione di quello che è stato il metodo di lavoro messo in atto. Ciò non vuol dire parlare di come si sia stati in grado di trovare il proprio metodo di studio, sia chiaro. Si descrive in questa sezione come è stato condotto il lavoro, ovvero quali fasi sono state attraversate per la realizzazione. Un elemento rilevante, in tal senso, è l’ottenimento delle informazioni. Potrebbero essere state svolte delle brevi interviste, ad esempio, e questo è un argomento da inserire di certo nell’intro;
  • In conclusione, sintesi alquanto breve del lavoro realizzato. Si descrivono, quindi, gli argomenti che di seguito, nel cuore della tesina, vengono approfonditi. Nel caso in cui non ci sia dilungati troppo in precedenza, si potrebbe anche dedicare un paragrafo a ognuno.

Introduzione della tesina: consigli utili

Ricordiamo sempre qual è l’obiettivo dell’introduzione alla tesina. Una parte di testo molto importante, come abbiamo detto, la cui realizzazione deve sempre tener conto di tre elementi cardine. Il vero protagonista non è l’autore, bensì l’argomento trattato. Ciò non vuol dire risultare del tutto oggettivi. Un po’ di "sentimento" ha ragione d’esistere in questi primi paragrafi, presentando in maniera allettante il topic scelto e tutte le ramificazioni analizzate. Ciò ci porta al secondo elemento da considerare. La maniera in cui ci si esprime aiuta a catturare l’attenzione del lettore. Considerando come ci si trovi in ambito accademico, è facile pensare come la propria tesina sia una di centinaia lette dai professori che si hanno dinanzi. Per questo motivo si consiglia di attirarli con esempi che possano avere a che fare con la vita quotidiana o eventi recenti. Infine, attraverso l’analisi del lavoro svolto, si dovrà sottolineare l’importanza pratica dello studio presente all’interno della tesina, conferendole quindi valore.

Da ricordare come durante la presentazione del tema portante della propria tesina si debbano utilizzare dei modi chiari. Al tempo stesso, però, è altrettanto rilevante non dilungarsi in maniera eccessiva. Avendone scritto in maniera ampia, è chiaro come l’argomento sia ormai padroneggiato ampiamente dallo scrivente. Ciò non deve comportare, in questa fase del testo, un’analisi approfondita. Si ha bisogno soltanto di poche righe, soffermandosi su concetti essenziali, al fine di aprire le porte sulla propria ricerca. Non dilungarsi vuol dire evitare di annoiare chi si ritrova tra le mani il proprio lavoro e, al tempo stesso, concedere spazio alle altre sezioni dell’introduzione, come la spiegazione delle motivazioni.

Che si tratti di medie, liceo o Università, si tende a lasciare libero il soggetto di selezionare il proprio topic per la scrittura di una tesina. Al massimo, in ambito pre percorso di laurea, si potrebbe stabilire un argomento ampio e generico entro il quale muoversi, scegliendo quindi un topic all’interno di un argine ben definito. La selezione è però un passaggio molto importante e dice tanto della persona che scrive. Spiegare le proprie ragioni è quindi una sorta di presentazione di sé. La scelta di un dato argomento potrebbe essere legata a una recente scoperta, così come a un argomento incredibilmente attuale nella nostra società, dati alcuni avvenimenti.

Dalle ragioni che hanno spinto a far fronte a un dato argomento, declinandolo in maniera approfondita nelle pagine della tesina, si passa agli obiettivi che questo lavoro si pone. La ricerca effettuata ha un valore pratico e occorre spiegare al lettore, fin da subito, cosa aspettarsi dalla lettura approfondita di questo elaborato. Il modo in cui si espone tutto ciò varia a seconda della tipologia di scritto. Un lavoro scientifico, infatti, richiede un breve elenco, ben strutturato, di quelle che sono le ipotesi avanzate, accennando in breve anche alle tesi connesse al problema da fronteggiare. Per quanto concerne le conclusioni e, in generale, l’approfondita analisi, non è ovviamente questo lo spazio adatto. In queste righe si offrono, di fatto, gli elementi necessari per la comprensione, e ciò vale anche per una tesina umanistica, anche se il tutto si declina in maniera differente. Da sottolineare anche alcune fonti illustri, che sostengono le proprie tesi, dando risalto magari ad alcuni capitolo specifici che sono stati utilizzati in questo elaborato.

Esporre la propria metodologia, poi, può risultare un lavoro non del tutto semplice. Ovviamente chi ha scritto la tesina sa benissimo in che modo ciò è avvenuto. L’ostacolo da superare, però, è rappresentato dal fatto che si corre il rischio di dilungarsi eccessivamente. Non si richiede, infatti, di elencare tutti gli strumenti messi in atto nelle varie fasi del lavoro. Anche stavolta la sintesi è obbligatoria, identificando gli step cruciali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Considerando come i professori, generalmente, sfoglino una tesina, senza leggerla in maniera attenta, soprattutto per questioni di tempo, sarebbe conveniente offrire una breve descrizione della struttura dell’elaborato. Ciò vuol dire offrire una sorta di mappa, così da avere dinanzi a sé le informazioni chiave per "muoversi" all’interno del testo con agilità, sapendo dove individuare determinati topic. Il lettore potrebbe avere infatti delle preferenze e voler non dover rovistare tra centinaia di pagine per arrivare a un dato argomento. La sintesi è ancora una volta cruciale, però. Si ricorda, quindi, di riassumere ogni capitolo con una semplice frase (al massimo un paragrafo). Concludere in questo modo l’introduzione potrebbe risultare, però, fin troppo schematico per alcuni. Si può quindi porre la parola fine con accenni ai punti di forza del proprio testo, mettendo in evidenza quelli che sono i risultati raggiunti grazie al duro lavoro svolto.

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