Dalle elementari all’Università, trascorriamo più di 15 anni della nostra vita sui libri, ma qualcuno ci ha mai insegnato a studiare? Il sistema scolastico mira a proporre svariate tematiche, a volte individuando metodi alternativi per proporli in aula, ma dimentica puntualmente di insegnare a imparare.
Fin dalle prime fasi in aula, quando si è ancora molto piccoli, sarebbe il caso per chi è dietro la cattedra di analizzare i propri studenti, individuando le differenze tra loro nell’approccio alle materie. Grazie all’esperienza degli insegnanti, maturata in anni di studio privato, si potrebbe proporre il metodo di studio più adatto per ognuno.
Trovare il metodo di studio
Ignorare il problema e lasciare i singoli a gestire da soli un elemento tanto importante e cruciale nel proprio percorso scolastico, è un ostacolo che diventa sempre più grande col passare del tempo, soprattutto a partire dagli anni del liceo.
Di seguito proponiamo alcune indicazioni utili per individuare il proprio metodo di studio. Un passaggio fondamentale per ogni studente che voglia sfruttare al meglio il tempo a propria disposizione, senza disperderlo.
Primo approccio con una materia
Ogni fase del processo di studio deve avere degli obiettivi specifici, il che consente di concentrarsi su determinate attività in ordine, seguendo uno schema. Analizzando il tutto nel concreto, partiamo da quello che è il primo approccio alla materia.
Seduti dinanzi a un libro, che occorre leggere per intero, non si può pensare che l’attività iniziale sia da subito quella di studiarlo fino in fondo. Sarebbe preferibile, invece, mirare ad avere un quadro generale del materiale, gettando le basi per l’analisi vera e propria.
Agendo in questo modo, la mole di lavoro risulterà meno oberante in seguito, dal momento che i contorni del tema sono già ben chiari in mente. Per quanto possa sembrare di star allungando i tempi dello studio, la realtà è ben differente.
È bene precisare, però, come la prima lettura non debba essere necessariamente integrale. In questa fase viene in nostro soccorso lo skimming, ovvero un’analisi parziale di quanto scritto, saltando interi blocchi d’approfondimento perché al di fuori di quello che è lo schema generale per il quale abbiamo interesse inizialmente.
I concetti prima di tutto
Se il primo approccio è superficiale e atto a ottenere un quadro generale, il secondo non è ancora rivolto alla memorizzazione di dettagli più ampi e approfonditi. Lo step successivo dovrebbe invece strizzare l’occhio a quelli che sono i concetti.
La preparazione di un esame per l’Università prevede una gestione molto attenta del tempo. Per questo si sconsiglia di passare alla vera e propria memorizzazione, saltando la comprensione dei concetti chiave generali. Ciò vuol dire capire realmente di cosa si stia parlando, al punto da avere la capacità di spiegarlo in termini semplici.
Alcuni spiegano quanto appreso ad alta voce, altri invece hanno bisongo di mettere tutto nero su bianco. Per questi ultimi possono quindi essere utili delle mappe concettuali e schemi di vario genere. Qualcosa che sarebbe meglio realizzare a mano, con carta e penna, e non attraverso il computer. Ciò migliora la memorizzazione e consente d’avere del materiale didattico personale per fase conclusiva dello studio.
Studiare i dettagli importanti
Dopo una prima lettura, che offre un quadro generale della materia, e la concettualizzazione successiva, si può passare all’analisi e studio approfondito di tutti i dettagli. Un processo che avviene in maniera più naturale, avendo già delle basi sulle quali poggiarsi
Ci si renderà conto di come avere l’ossatura faccia tutta la differenza del caso. Sarà infatti possibile muoversi in maniera più agile tra i vari capitoli e temi, focalizzandosi sulle sezioni davvero rilevanti ai fini dell’esame. La memorizzazione in sé può avvernire attraverso tecniche differenti, a seconda del soggetto. Esistono tecniche di memoria che garantiscono tempi rapidi, risultando utili anche nella vita di tutti i giorni. Ciò che richiede tempo, però, è l’acquisizione di tale capacità. Da non ignorare la schematizzazione che, se fatta in maniera attiva, consente di studiare mentre si scrive, isolando i temi cruciali ed escludendo il superfluo.
Organizzazione dei tempi
Il principale nemico dello studio è l’assenza di organizzazione. Sedersi alla propria scrivania per giorni, nella speranza che tutto vada per il verso giusto in maniera quasi naturale, è una pura illusione. Anche per questo motivo ci si ritrova, di colpo, a dover ancora concludere la prima fase di studio quando si è in realtà a ridosso della data d’esame.
Alle elementari, medie e superiori abbiamo dei tempi ben scanditi dai nostri insegnanti. Questo è però un macro sistema che ci viene imposto, senza in realtà un’analisi adeguata, che possa sottolineare i benefici di una corretta divisione degli impegni e delle tempistiche.
Ci si ritrova così del tutto soli a gestire la mole di studio legata al corso di laurea scelto. Siamo di colpo gli unici a poter dettare i tempi del proprio studio, pur senza aver mai ricevuto delle regole da seguire per farlo al meglio. In questo modo la maggior parte degli studenti si ritrova a cedere alla tentazione della procrastinazione, vero nemico dell’ottenimento di risultati importanti.
Sarebbe opportuno, quindi, procedere con un piano di studi ben ragionato, che consenta di programmare al meglio ogni singola giornata in un dato lasso di tempo, non eccessivamente ampio. Si consiglia, infatti, di non guardare troppo al futuro, tentando di schematizzare i prossimi mesi. Si potrebbe infatti ottenere l’effetto opposto a quello desiderato, generando ansia. Programmando sei mesi o un anno in anticipo, infatti, non si potrà mai tener conto di tutti i possibili ostacoli inattesi che giungeranno puntualmente.
Non esiste un solo metodo di studio giusto
Esistono tanti differenti approcci allo studio, al fine di incontrare le esigenze di ognuno. Se sottolineare le parti salienti di un testo funziona per alcuni, per altri non è altro che una perdita di tempo, una sorta di palliativo per dare la sensazione al proprio cervello d’aver iniziato a lavorare. Altri preferiscono prendere appunti e creare il proprio materiale di studio da zero, grazie al quale ripassare e prepararsi.
Altri ancora, poi, reagiscono bene all’ascolto, così studiano, spiegano ad alta voce, registrandosi e riascoltandosi in seguito. La grande difficoltà è quella di riuscire a individuare il metodo giusto per sé, e di seguito proviamo a spiegare come farlo.
L’unica via da seguire è quella di sperimentare in prima persona, provando un metodo fino alla fine, così da scoprire se faccia o meno al proprio caso. Per questo compito occorre lasciarsi guidare dall’esperienza, analizzando se stessi e la propria mente, così da ragionare su cosa le consenta di reagire al meglio.
Considerando come tutto ciò richieda un sacrificio temporale, tenendo conto di come difficilmente il primo tentativo sarà quello giusto, sarebbe preferibile porsi alla ricerca del corretto (per sé) metodo di studio fin da giovanissimi, magari a partire dagli anni delle medie o del liceo. In questo la guida di genitori e insegnanti è fondamentale.
Metodi di studio consigliati
Nonostante abbiamo ripetuto come non esista un metodo unico da seguire, ve ne sono alcuni diffusi e che, in termini generali, risultano efficaci per la maggior parte degli studenti:
- Vi sono delle menti schematiche che prediligono una struttura precisa nel materiale di studio. Per questo motivo la creazione di schemi precisi, che vadano a creare ponti cognitivi tra ampi concetti attraverso determinate parole chiave, aiuta a far propri determinati argomenti e i dettagli principali a essi connessi. Un sistema che permette anche un ripasso in tempi più brevi;
- Alcuni studenti hanno bisogno di mettere tutto nero su bianco, in prima persona, con carta e penna, trasformando l’ampio materiale attraverso svariati riassunti ben studiati. Qualcosa che sia non solo più snello ma anche più aderente al proprio modo di ragionare. In tal senso è di cruciale importanza prendere degli ottimi appunti durante le lezioni, dal momento che consentono l’impostazione di riassunti in un tempo minimo;
- Chi frequenta le lezioni in presenza può avvantaggiarsi il più possibile del fatto d’avere dinanzi a sé il professore. Oltre ai propri appunti, infatti, può registrare l’intera lezione, al fine di poter sfruttare a proprio vantaggio i vocali, riascoltandoli e facendo propri i concetti espressi. Metodo consigliato per chi ha una memoria uditiva. Considerando come l’audio all’interno delle aule non sia spesso dei migliori e che i registratori percepiscano anche i rumori di fondo, sarebbe preferibile lavorare sul file una volta a casa. Si può quindi ascoltare la lezione, prendere appunti, ripetere il tutto ad alta voce e registrarsi. In questo modo si potrà ascoltare un’esposizione chiara, priva di interruzioni, efficace e che vada dritta al punto.
- Il metodo classico e intramontabile è quello che in molti usano dalle medie. Si tratta di leggere in maniera attenta, suddividendo il testo in sotto sezioni e ripetendo ad alta voce quanto appreso. Si tratta di un processo che vede lo studente legato in maniera particolare al libro, non riuscendo a rielaborare il tutto in maniera personale. Ciò che occorre ricordare, però, è l’importanza di prestare attenzione al senso delle frasi lette, evitando di limitarsi alla ripetizione ad alta voce di cose apprese a memoria, di fatto svuotando di significato le pagine sfogliate.