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Luigi XIV, storia e curiosità sul Re Sole

64º re di Francia e 44º di Navarra, regnò per 72 anni e 110 giorni, più di qualunque altro sovrano passato e futuro nella storia dell'umanità

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Convinto assertore della monarchia assoluta, celebre in tal senso l’emblematica frase L’État, c’est moi! (cioè, “Lo Stato sono io!”), Luigi XIV risolse le grandi rivolte – da quelle nobiliari e parlamentari a quelle contadine e protestanti – che avevano falcidiato la Francia per oltre un decennio, impose l’obbedienza a tutti gli strati sociali della popolazione e ‘controllò’ la religione, prodigandosi per sostenere il gallicanesimo, una dottrina che limitava l’influenza del Papa nel suo regno, e ‘combattendo’ gli ugonotti, per mezzo della revoca dell’Editto di Nantes. Tutto ruotò attorno alla sua persona, esattamente come i pianeti attorno alla stella madre del nostro sistema solare: ecco da dove nacque il famoso soprannome “Re Sole”.

Chi era Luigi XIV

Luigi nacque il 5 settembre 1638 nel castello di Saint-Germain-en-Laye dal re di Francia Luigi XIII e Anna d’Austria. Il parto fu considerato miracoloso, in quanto avvenuto dopo 23 anni di matrimonio della coppia, senza figli e vittima di ben quattro aborti spontanei. Ciò gli valse il secondo nome di Deodato. Venne nominato re di Francia alla morte del padre, il 14 maggio 1643, all’età di appena 4 anni, ma il potere fu assunto dalla madre e dal Primo Ministro, il cardinale Giulio Mazzarino, che fu contestualmente nominato suo tutore.

foto: Getty Images

Louis XIV, King of France (1638-1715)

Ebbe un rapporto strettissimo con la mamma Anna, aspramente criticata dalle malelingue dell’epoca proprio per il tanto tempo trascorso con il figlio che, a loro dire, sottraeca agli affari del Paese, e rimase sin dalla più tenera età affascinato dall’arte, in particolare da danza, musica, pittura e architettura. Scampò per ben cinque volte ad una morte prematura: a 5 anni rischiò di annegare in uno dei laghetti del giardino del Palais-Royal, a 9 contrasse il vaiolo e guarì dopo dieci giorni di cure, con i medici che avevano ormai perso le speranze, a 15 a causa di un tumore alla mammella, a 17 per la gonorrea e a 19 per una gravissima intossicazione provocata da acqua infetta che gli provocò una febbre tifoidale. In quest’ultimo caso ricevette addirittura l’estrema unzione e iniziarono i preparativi per la sua successione. Si riprese ancora una volta ‘miracolosamente’, con la rapida e precoce caduta dei capelli come unica conseguenza, ‘mascherata’ dall’utilizzo della famosa parrucca che, di lì in avanti, diverrà una vera e propria moda nel regno. Sebbene fosse un ‘sognatore’ ed attendesse con frenesia il ‘vero amore’, il 9 giugno 1660, al termine della guerra franco-spagnola, dovette unirsi in matrimonio con l’infanta Maria Teresa d’Asburgo, doppiamente sua cugina prima, in quanto figlia di Filippo IV di Spagna (fratello della madre) e di Elisabetta di Francia (sorella del padre). Ad ogni modo, contrariamente all’usanza dell’epoca, la prima notte di nozze non ebbe testimoni.

Luigi XIV, l’ascesa al potere

Luigi XIV assunse personalmente il controllo del governo, nonostante le rimostranze delle più alte cariche del regno, che non lo ritenevano ancora pronto, nel 1661 e si mise subito in luce per una serie di fortunate e lungimiranti riforme legali, amministrative e fiscali, non prima di aver fatto imprigionare – dal moschettiere D’Artagnan – il sovrintendente alle finanze di stato Nicolas Fouquet. Nel 1667 varò il Code Louis, il primo Codice di procedura civile valido e uniforme per tutta la Francia, che gettò le basi per il futuro Codice Napoleonico che Bonaparte promulgò agli inizi dell’Ottocento, e fu seguito nel 1670 dall’Ordonnance criminelle, un sistema di procedura penale volto a limitare il potere dei vari Parlamenti, nel 1671 dal Code Du Comerce o Code De Savary, con il quale intendeva disciplinare la materia del commerciale, e nel 1685 dal Code Noir, che regolò la schiavitù. A Luigi XIV la Francia deve inoltre la creazione della moderna polizia, la fondazione dell’Ospedale Generale di Parigi e la trasformazione del palazzo di Versailles, originariamente una modesta palazzina, oltre a tutta una serie di importanti opere a Parigi, città che – probabilmente a torto – si diceva odiasse profondamente.

Le guerre di Luigi XIV

In tema di politica estera il chiodo fisso di Luigi XIV fu quello di liberare la Francia dalla morsa asburgica ed utilizzò la guerra come mezzo per perseguire il proprio scopo. La prima campagna militare, però, fu contro la Spagna, nonostante il matrimonio con la cugina Maria Teresa. Alla morte di Filippo IV, infatti, il Paese iberico attraversava un momento di grande tensione con il Portogallo e il re di Francia – strumentalizzando i diritti della moglie in termini di eredità – pretese l’annessione di tutte le città di confine. I suoi successi resero in breve tempo il proprio Stato il più forte ed influente del continente, ben presto rafforzato da una potente marina militare e nuove colonie in Asia, Africa ed America (il nome Louisiana, ad esempio, è proprio un omaggio al Re Sole). La guerra con la Spagna, quindi, si spostò nei possedimenti nei Paesi Bassi e, più precisamente, nel Ducato di Brabante, che riuscì ad ottenere senza neppure combattere. Le vittorie di Luigi XIV misero in allarme le sette Province Unite Olandesi, che si unirono – mediante la Triplice Alleanza – con Gran Bretagna e Svezia, infranta tuttavia dal ‘tradimento’ di Carlo II d’Inghilterra che, nel 1670, firmò il trattato di Dover col monarca francese, mediante il quale le due potenze condussero una congiunta azione militare conosciuta come Guerra franco-olandese. Luigi ebbe così modo di annettere la Franca Contea, sconfisse le armate combinate di Austria, Spagna e Paesi Bassi ed occupò l’Alsazia: vittorie che contribuirono ad espandere la sua fama e la sua credibilità agli occhi di tutti, dalle élite europee rivali alle popolazioni. Un’altra grande ‘impresa’, senza alcuno spargimento di sangue per il proprio esercito, fu la mossa di incoraggiare il Gran Visir dell’Impero ottomano a non rinnovare la Pace di Vasvár con l’Austria e di marciare verso Vienna. La guerra, seppur vinta dagli Asburgo e dal Sacro Romano Impero, soprattutto grazie all’aiuto del re di Polonia Giovanni III Sobieski, permise a Re Sole di entrare in possesso di alcuni possedimenti turchi. Contestualmente, con la revoca dell’Editto di Nantes, il sovrano francese attirò su di sé l’ira di tutti i popoli protestanti, una situazione che sfociò nella nascita della Lega di Augusta, cui aderirono Sacro Romano Impero, Spagna, Repubblica delle Sette Province Unite e molti stati tedeschi, tra cui il Palatinato bavarese e il Brandeburgo. Luigi XIV, sfruttando la morte senza eredi di Carlo II del Palatinato, fratello di sua cognata Elisabetta Carlotta di Baviera, con la scusa di difenderne i diritti ritenuti legittimi (nonostante non ne avesse), invase il territorio facendo – letteralmente – terra bruciata, un’azione che convinse altri piccoli stati tedeschi ad unirsi alla Lega, seguiti poi dal Regno Unito. Tra il 1688 e il 1697 si combatté la Guerra dei Nove Anni in cui la Francia ottenne una serie di importanti successi, dalle Fiandre e la valle del Reno all’Italia e nelle colonie, fino a Mons, Charleroi, nelle battaglie della Marsaglia, di Staffarda e Torroella e in Catalogna. Il conflitto si risolse con una pace che garantì a Luigi, nonostante la cessione di molti territori conquistati, l’annessione di Strasburgo, un nuovo prezioso alleato, il Ducato di Savoia, e – con la dissoluzione della Lega – l’eliminazione di un temibile avversario. A caratterizzare gli ultimi anni di vita di Re Sole fu la guerra di successione spagnola, che prosciugò le casse del regno e mostrò al mondo, per la prima volta, un inesorabile tracollo della propria potenza militare. Il 9 agosto 1715, di ritorno da Marly, egli apparve depresso e provato a causa di una fitta alla gamba sinistra. Gli venne diagnosticata una gangrena e, dopo una lenta agonia, si spense alle 8:15 del 1º settembre del medesimo anno, vittima di un’ischemia acuta.

Luigi XIV, le curiosità

Il lunghissimo regno di Luigi XIV, oltre ad elevare la Francia a potenza mondiale, alle riforme, ai successi militari e alle maestose opere realizzate, ci ha lasciato in eredità anche alcune curiosità legate al personaggio. Oltre ad alcune menzionate in precedenza, una delle più bizzarre, ad esempio, riguarda i famosi ‘privilegi’ concessi agli aristocratici: tra questi, c’era quello di reggergli la candela mentre si recava nella sua stanza da letto, quello di poter sedere a tavola con lui e quello di assistere alla sua vestizione mattutina. Nel 1683, invece, alla morte della ‘mai amata’ moglie Maria Terese, Re Sole colse l’occasione per ‘ufficializzare’ le numerose amanti avute nel corso del suo matrimonio. Fu inoltre fautore di una delle tante diaspore di ebrei cui la storia ha assistito inerme: accadde con l’editto emanato nel marzo del 1685, mediante il quale vietò la pratica di qualsiasi culto che non fosse quello cattolico, in tutto l’impero, colonie comprese. Ma nulla come le ultime frasi pronunciate prima di spirare sanno descrivere la grandezza di Luigi XIV. Rivolgendosi ai cortigiani riunitisi attorno al suo letto, affermò: “Perché piangete? Cosa credevate, che fossi immortale?“.