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Chateaubriand, biografia e opere dello scrittore francese

Testimone diretto della Rivoluzione Francese, ma fiero sostenitore della Restaurazione, con la sua opera ha gettato il seme del Romanticismo letterario

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Il visconte Francois-René de Chateaubriand è stato uno dei più celebri autori della letteratura francese. Scrittore, politico e diplomatico, per la sua produzione caratterizzata da una sorta di “male di vivere” e intrisa di malinconia e di una perenne insoddisfazione, viene considerato il padre del Romanticismo letterario transalpino. Dotato di una penna elegante e suggestiva, guidata da uno spiccato senso dell’idea di bellezza, Chauteabriand eserciterà una forte influenza sulla letteratura ottocentesca, anticipando tendenze e motivi destinati a riscuotere grande fortuna nel secolo romantico.

“Noi siamo tuoi figli! Le tue idee, le tue passioni, i tuoi sogni non sono più solo i nostri, ma tu ci hai indicato la strada e seguiamo le tue tracce”. (Charles Augustin de Sainte-Beuve)

Biografia

Chateaubriand nasce a Saint-Malo nel 1768 da una nobile famiglia bretone. Avviato fin da giovane alla carriera militare, a Parigi è testimone diretto dei primi eventi rivoluzionari, che vive con distacco e scetticismo, restando su posizioni fermamente e convintamente conservatrici. Nel 1791 parte per il Nordamerica, un viaggio che risulterà decisivo per la sua apertura mentale grazie allo stimolante e fertile confronto tra culture. Fatto ritorno in Francia, mostra un atteggiamento più attivo nei confronti della politica e si unisce alle forze controrivoluzionarie per difendere lo status quo e l’organizzazione monarchica della società. La forza della Rivoluzione Francese è però inarrestabile e Chateaubriand, insieme ad altri conservatori come lui, è costretto a rifugiarsi in Inghilterra, dove vivrà un lungo esilio, che durerà dal 1793 al 1800. Il periodo da esule a Londra si rivelerà almeno particolarmente prolifico dal punto di vista letterario, nel 1797 pubblica il “Saggio storico sulle rivoluzioni”, ancora di ispirazione illuminista, ma che presenta i primi sentori di un’inquietudine religiosa, che dopo la morte della madre e della sorella, lo porterà a riabbracciare la fede.

Nell’ultimo anno d’esilio, inizia a scrivere “Il genio del cristianesimo”, che completerà al suo ritorno a Parigi, con l’intento di porre il talento letterario al servizio della fede cristiana, difendendola dagli attacchi dei seguaci di Voltaire ed esaltandone le bellezze poetiche e morali. Di questo progetto letterario fanno parte anche due brevi romanzi, “Atala” e “Renè”, che Chateaubriand includerà nel “Genio”. In “Atala”, viene narrata la vicenda d’amore di due indiani della Louisiana, con il proposito di mostrare l’armonia tra religione, natura e le passioni del cuore; con “Renè”, una sorta di autobiografia giovanile del protagonista, si scaglia invece contro le passioni indeterminate e le sterili fantasticherie che portano a un’esistenza di tedio e di solitudine.

“Il genio del cristianesimo” riscuote grande successo in una Franche che, dopo la tormenta rivoluzionaria, sta ritornando proprio in quegli anni alla fede tradizionale, ma è il personaggio di René ad attirare l’attenzione delle prime generazioni di romantici, che si identificano nel melanconico protagonista.

Recatosi prima in Grecia e poi in Terra Santa, Chateaubriand raccoglie note e impressioni di viaggio, che inserirà nel vivace “Itinerario da Parigi a Gerusalemme”, che segue nel genere a “Le avventure dell’ultima Abencerage”, “I Natchez” e “Viaggio in America”, ma soprattutto si documenta sui luoghi in cui al suo ritorno ambienterà l’epopea in prosa “I martiri”, nella quale tenta di dimostrare la superiorità del “meraviglioso cristiano” sul “meraviglioso pagano”.

Nominato pari di Francia, prende parte attiva alla vita politica della Restaurazione con importanti incarichi diplomatici e di governo fino al 1830, quando, con l’avvento della Monarchia di Luglio, si dimette dalla camera. Ritiratosi a vita privata, negli ultimi anni della sua esistenza si dedica all’elaborazione delle “Memorie d’oltretomba”, un’appassionata rievocazione della sua vita, trascorsa nella più turbolenta delle epoche storiche. Chateaubriand si spegne a Parigi il 4 luglio 1848.

Il Genio del Cristianesimo

Il Genio del Cristianesimo è un’opera fortemente didattica, voluta da Chateaubriand per riabilitare il Cristianesimo, che lo scrittore considera la religione “più poetica, più umana, più favorevole alle lettere”. Il libro è diviso in quattro parti:

  • “Dogmi e dottrine”, che evocano la bellezza e la nobiltà morale del cristianesimo.
  • “Poetica del cristianesimo”, che sancisce la superiorità delle opere d’ispirazione cristiana su quelle di origine pagana.
  • “Belle Arti e letteratura”, in cui viene provato che i principali capolavori artistici e letterari si basano sul cristianesimo.
  • “Culto”, che sottolinea l’importanza e la grandezza della liturgia cristiana.

René

René è un ragazzo europeo che, alla ricerca di se stesso, fugge dalla civiltà per rifugiarsi nelle foreste americane, presso i Natchez, dove viene accolto da due autorità politiche e religiose, Chactas e Padre Souel. Il giovane, nonostante l’insistenza degli anziani, si mostra reticente ad aprirsi con i due, ma dopo che una lettera gli annuncia la morte della sorella, sconvolto, decide di raccontare loro la storia della sua vita.

Pubblicato per la prima volta nel 1802, inserito nel capitolo de “Il genio del cristianesimo” dedicato al “vago delle passioni”, “René” conoscerà un successo fragoroso in tutta Europa tre anni più tardi, come racconto distaccato dall’opera principale. L’intento di Chateaubriand è quello di dare, attraverso il protagonista, l’esempio della “potenza di una religione”, di certo fornirà una spinta decisiva al nascente romanticismo.

“Se René non esistesse, non lo scriverei più; se mi fosse possibile distruggerlo, lo distruggerei. Una generazione di René poeti e René narratori è cresciuta a dismisura [ … ] Non c’è stato un solo ragazzo che, dopo il college, non abbia sognato di essere il più dannato degli uomini”. (Chateaubriand, Memorie d’oltretomba)