Riscuotere si scrive con una c preceduta da s e seguita da u + vocale. Ciononostante quando pensiamo alla giusta grafia siamo spesso indecisi sull’utilizzo della c o della q. Perché succede? Partiamo dall’inizio. La regola vuole che la particella qu- sia seguita da vocale e il gruppo di lettere cu- debba essere accompagnato da una consonante. Lo vediamo in quotazione e quaderno, quintessenza e quesito, e poi in cucchiaio e cuffia, cupola e acustica.
Invece riscuotere non si comporta in questo modo. Si tratta infatti di un caso irregolare, proprio come cuoio, cuoco, cuocere, scuola, circuito, cuore, taccuino, innocuo, vacuo, cospicuo, arcuato, promiscuo, proficuo, evacuare, acuire, percuotere, scuotere e scuoiare.
Le eccezioni relative alle successioni di lettere cu- e qu-, tuttavia, non si fermano qui. Quando è necessario rafforzare tali particelle, infatti, non sempre si usa -cqu-. Pur essendo seguito dal gruppo vocalico -ui, taccuino vuole la doppia c. Analogamente soqquadro necessita di una doppia q nonostante questa preceda la particella -ua.
Per riassumere, le parole che contengono al loro interno -cu- e -qu- seguono una regola precisa, ma le eccezioni ad essa legate sono numerose. Riscuotere, con la c, rientra in questo gruppo di termini che semplicemente devono essere imparati a memoria. In genere lo si fa nella scuola primaria ma può essere utile rinfrescare le idee anche da adulti.
Esempio 1: Sono stata costretta a riscuoterti per evitare che ti addormentassi in macchina
Esempio 2: Passo domani a riscuotere l’affitto. Mi raccomando cerca di ricordartelo questa volta
Esempio 3: Che bello, finalmente posso riscuotere il premio in gettoni d’oro