Partiamo dalla corretta grafia: si scrive cuore, con una c prima della u. Ciononostante è noto a tutti che la regola dice che il gruppo di lettere -qu- è sempre seguito da vocale, mentre quando si utilizza -cu- poi ci deve essere obbligatoriamente una consonante.
Come si spiega dunque la presenza di cu- accompagnato da vocale nella parola cuore? È molto semplice. Ogni regola ha la sue eccezioni per essere tale e in italiano le anomalie in campo ortografico sono numerose. Cuore è il tipico caso irregolare e come lui ne esistono tanti altri: si scrivono con cu- e vocale anche scuola, cuoio, cuoco, cuocere, circuito, taccuino, acuire, arcuato, cospicuo, innocuo, proficuo, promiscuo, vacuo, evacuare, riscuotere, percuotere, scuotere e scuoiare.
Lo stesso tipo di incertezza può sorgere nel caso di rafforzamento delle consonanti c e q. Se la regola vuole che il raddoppiamento sia sempre con –cqu-, il vocabolo taccuino si scrive con doppia c e il termine soqquadro con una doppia q. Anche in queste due situazioni, dunque, seguendo la regola si potrebbe presupporre una certa grafia – tacquino e socquadro – che invece non è da considerarsi corretta.
Torniamo però al caso di cuore e i suoi derivati e vediamoli contestualizzati in alcuni esempi per memorizzare la sua ortografia, sempre con c e mai con q.
Esempio 1: Il cuore non ha retto ed è morto d’infarto
Esempio 2: Quando ho visto la violenza con cui si avventava su di me mi è venuto un gran batticuore
Esempio 3: Ho cercato di rincuorarla, ma è stato tutto inutile: è ancora distrutta per la morte del marito
Esempio 4: È stato emozionante sentire battere il suo cuoricino durante la visita dal ginecologa
Esempio 5: Con quel salto dall’albero stavi per farmi morire di crepacuore
Esempio 6: Vi lascio a malincuore: abbiamo trascorso un weekend indimenticabile insieme
Esempio 7: Metti lo scaldacuore così non avrai freddo