La grafia corretta è essiccare, con due s e due c, così come i suoi derivati essiccazione, essiccatoio e disseccare – in quest’ultimo caso, la versione con una sola c, dissecare, è propria del verbo che significa recidere, tagliare. La forma essicare con l’occlusiva velare sorda non raddoppiata, dunque, è un errore grammaticale da evitare. Vediamo alcuni esempi.
Esempio 1: Sergio aveva disposto i pomodori su una rete al sole per farli essiccare
Esempio 2: L’essiccazione e polverizzazione dei vegetali si usa moltissimo nelle cucine stellate
Esempio 3: Ho messo le mele e le pere nell’essiccatoio perché adoro la frutta disidratata
Esempio 4: Possiamo disseccare i peperoncini appena raccolti in modo da conservarli più a lungo
Esempio 5: C’è chi di lavoro disseca i cadaveri; io non potrei mai occuparmi di cose simili (con una sola c)
L’etimologia accorre in nostro aiuto e ci suggerisce la giusta ortografia del verbo che significa asciugare, seccare. In latino, infatti, si usava il termine exsiccare, composto dal prefisso ex e da siccare, con due c, non una. Di qui discende essiccare. Seco secare, con una c, significava infatti tagliare o segare, rimasto non a caso nel verbo dissecare con una sola c, come abbiamo visto usato tutt’oggi con lo stesso significato.
Per concludere, nonostante in italiano siano numerosi i casi in cui si tende a indebolire la pronuncia di una consonante – come in scorrazzare, esterrefatto, colluttazione e Caltanissetta ad esempio – bisogna sempre fare attenzione alla giusta grafia. Se nel parlato sono ammessi, seppur non corretti, alcuni scivoloni linguistici, nello scritto bisogna evitare di fare errori. Dovremo quindi sempre scrivere essiccare, con doppia s e doppia c.