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Proverbi

L'animo fa il nobile e non il sangue

"L'animo fa il nobile e non il sangue" è un proverbio antico che fa parte dell’epoca feudale, con significato e origini particolari.

“L’animo fa il nobile e non il sangue” è un proverbio che nasce in epoca medievale, quando l’Italia era divisa in feudi con una netta distinzione tra famiglie nobili e contadini. In questo periodo sono tanti i modi di dire, usati ancora oggi, che hanno iniziato a diffondersi proprio perché la società di allora poneva una grande distanza tra i diversi ceti sociali. Era anche il tempo dei cavalieri, visti come uomini coraggiosi che si battevano per il loro regno e per proteggere il proprio popolo. Il detto gioca con il termine nobile che prende l’accezione di persona valorosa, dal carattere forte e generoso, caratteristiche che nascono dall’animo di un individuo e non dal sangue, ovvero dalla famiglia in cui si nasce.

La spiegazione del proverbio

Il proverbio “l’animo fa il nobile e non il sangue” evidenzia come i cosiddetti nobili, ossia re, regine, duchi e conti, facenti parte del ceto della nobiltà per nascita, non rappresentino sempre i valori che sono legati a questo termine. Il motto dice che non è il sangue a fare un nobile, ovvero il fatto di essere nato in una famiglia della nobiltà, ma l’animo, il carattere saggio, forte, valente e giusto di una persona. In questa accezione, un contadino in grado di compiere azioni benevole e utili per la società o un cavaliere che rischia la vita per proteggere la patria, possono essere più nobili di chi ha il titolo solo perché figlio di un Duca o di un Conte senza aver però fatto nulla nella vita che dimostrasse le sue capacità.

Proverbi simili e collegati

Un proverbio simile, che riguarda sempre la differenza tra essere nobile (o ricco) di famiglia e l’avere un carattere nobile è “Ricchezza non fa gentilezza” che sottolinea come avere una buona situazione economica non equivale a essere una bella persona dall’animo gentile. Altri modi di dire sono “L’interesse acceca anche i galantuomini”, nel quale si ritiene che quando si ha un obiettivo da raggiungere o un vantaggio da una determinata azione, anche la persona più “galante” tende a dimenticare le sue qualità e comportarsi in maniera non del tutto corretta. Sulla differenza tra brave persone e non si dice invece “Castiga il buono e si emenderà, castiga il cattivo e peggiorerà”, che evidenzia come i buoni tendano a imparare dai propri errore al contrario delle persone meno oneste. “Il male peggiore dei mali è il timore” è infine un proverbio che esalta l’importanza di avere coraggio nella vita e non lasciarsi fermare dalle proprie paure.

Significato

"L'animo fa il nobile e non il sangue" è un proverbio antico che prende spunto dal mondo feudale e ha come oggetto il termine “nobile” che non dovrebbe essere applicato a tutti i componenti della nobiltà. Essere nobile significa avere dei principi, dei valori e un carattere forte e coraggioso, come per esempio si riteneva lo avessero i cavalieri. Per questo motivo il detto sottolinea come si debba definire “nobile” colui che ha un animo giusto e valente e non chi nasce in una famiglia della nobiltà, ossia che ha sangue nobile ma non dimostra queste qualità.

Origine

Questo proverbio ha un'origine molto antica che nasce nel Medioevo. È uno di quei detti, usati ancora al giorno d’oggi, che sottolinea quanto sia importante essere una bella persona, gentile, generosa e improntata ad aiutare gli altri e come queste caratteristiche non discendano dal sangue, ossia dall’appartenenza a una determinata famiglia, ma nascano dal cuore e da un animo puro.

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