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Proverbi

Castiga il buono e si emenderà; castiga il cattivo e peggiorerà

Qual è il Significato del celebre proverbio "Castiga il buono e si emenderà; castiga il cattivo"? Ecco la spiegazione, l'origine e le varianti

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Castiga il buono e si emenderà; castiga il cattivo e peggiorerà” è un proverbio che affonda le proprie radici nella tradizione popolare ed è diventato d’uso abbastanza comune sia nella lingua scritta che parlata. Questo proverbio serve per indicare che gli insegnamenti o i rimproveri non funzionano con persone che di natura sono svogliate o cattive.

La spiegazione del proverbio

L’antico proverbio “Castiga il buono e si emenderà; castiga il cattivo e peggiorerà” si utilizza per spiegare che di fronte a una persona poco incline ad ascoltare, difficilmente una lezione sortirà gli effetti desiderati. Trattare in maniera severa chi è cattivo per natura non servirà a renderlo una persona migliore. Le correzioni, anche le più rigorose, non hanno alcun effetto su chi non è incline ad ascoltare.

Nel proverbio il verbo castigare è inteso come infliggere un castigo, punire al fine di correggere un difetto. Il verbo emendare, invece, significa liberare da imperfezioni o da difetti attraverso correzioni. Castigare una persona buona, dunque, porterà a una correzione costruttiva, mentre fare lo stesso con una persona cattiva non sortirà alcun effetto benefico.

Questo proverbio può valere nei rapporti all’interno di una famiglia, quando i figli combinano qualche guaio e i genitori li rimproverano: se i figli sono ben disposti, la lezione avrà l’esito sperato, al contrario non servirà per cambiare atteggiamento. Lo stesso modo di dire può valere anche in ambito sportivo: una sconfitta può servire da lezione per imparare dai propri errori così da non commetterli più in futuro. Chi non è disposto a fare ammenda, però, difficilmente riuscirà ad aggiustare il tiro e a cambiare in futuro.

Varianti, proverbi simili e collegati

Esistono alcune varianti del proverbio che pur cambiando leggermente per quanto riguarda la forma, mantengono immutato il medesimo significato: tra questi il più famoso è quello che recita “Batti il buono e fa il migliore batti il tristo e fa il peggiore”. Un significato affine si ritrova nel celebre proverbio “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire“, mentre il tema legato ai buoni e i cattivi è presente in modi di dire come “Il padrone buono fa buoni anche i contadini“, “Non domandare all’oste se il vino è buono” o “Quando i ragazzi stanno fermi, cattivo segno“.

Significato

Il proverbio viene utilizzato per indicare che trattare in maniera severa chi è cattivo per natura, difficilmente lo renderà una persona migliore. Solo chi ha voglia di imparare può fare tesoro dei propri errori così da non sbagliare più e non commetterli ancora in futuro.

Origine

L'origine del proverbio "Castiga il buono e si emenderà; castiga il cattivo e peggiorerà" è sconosciuta: pur essendo un modo di dire abbastanza famoso e utilizzato in gran parte d'Italia, è difficile riuscire a determinare con esattezza il periodo storico in cui è iniziata la sua diffusione. Non si conosce nemmeno il possibile autore: vista la tematica trattata, non è escluso che abbia avuto origine dalla proverbiale saggezza popolare e sia stato tramandato oralmente nel corso degli anni per arrivare fino ai giorni nostri.