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La morte di Laocoonte nell'Eneide di Virgilio

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Laocoonte è una figura tragica della mitologia greca, simbolo di saggezza non ascoltata e di inganno mortale. Sacerdote di Apollo a Troia, Laocoonte rappresenta la voce della ragione e dell’avvertimento, un personaggio che intuisce i pericoli nascosti dietro all’apparente dono portato dagli Achei, il famoso cavallo di legno.

La sua morte, segnata da una manifestazione terribile e soprannaturale, è descritta come uno dei momenti più drammatici e significativi della caduta di Troia. L’immagine di Laocoonte e dei suoi figli straziati dai serpenti inviati dagli dèi è divenuta simbolo della tragedia e della cecità umana di fronte agli avvertimenti della saggezza.

L’inganno del cavallo

La storia della guerra di Troia è una delle più celebri dell’antichità, culminando nell’astuto stratagemma degli Achei per infiltrarsi nella città troiana. Dopo anni di conflitto senza successo, Ulisse, il più astuto tra gli eroi greci, suggerì di costruire un grande cavallo di legno che potesse nascondere un gruppo selezionato di guerrieri all’interno. Questo cavallo, lasciato sulle rive della città con il falso messaggio di un dono per gli dèi, venne percepito dai troiani come un segno di resa e di pace da parte dei nemici. Tuttavia, non tutti furono così facilmente convinti della buona fede degli Achei.

Laocoonte fu tra i pochi che dubitarono immediatamente delle intenzioni greche, sospettando che il cavallo fosse in realtà una trappola. Nonostante fosse un sacerdote di Apollo, non esitò a esprimere il suo scetticismo verso il dono. Nella sua famosa esclamazione “Timeo Danaos et dona ferentes” (Temo i Greci, anche quando portano doni), Laocoonte mise in guardia i suoi concittadini, esprimendo il timore che il cavallo contenesse un insidioso stratagemma. Egli suggerì addirittura di distruggere il cavallo, cercando di persuadere i troiani a non fidarsi della supposta generosità dei Greci.

Purtroppo, la maggior parte dei troiani, esausta dal lungo conflitto e desiderosa di pace, era propensa a interpretare il cavallo come un dono di buon auspicio. Il timore di Laocoonte venne considerato come un’eccessiva cautela, e persino come una forma di disobbedienza verso gli dèi, i quali, secondo alcuni, avevano finalmente deciso di porre fine alla guerra. Il suo avvertimento non fu ascoltato, e la sua voce, benché giusta, fu oscurata dall’euforia collettiva per quella che sembrava una vittoria miracolosa.

La morte di Laocoonte

La sorte di Laocoonte si rivelò tragica e fatale, culminando in una scena di morte che avrebbe confermato i suoi timori. Poco dopo il suo tentativo di mettere in guardia i troiani, Laocoonte si preparava a compiere un sacrificio agli dèi in segno di devozione, quando accadde un evento terribile. Dalle acque apparvero due enormi serpenti marini, che si diressero con ferocia verso Laocoonte e i suoi due giovani figli. I serpenti, descritti come creature gigantesche e spaventose, si avventarono sulla famiglia, avvolgendo i loro corpi con le loro spire e stritolandoli senza pietà.

La scena della morte di Laocoonte e dei suoi figli è una delle più intense e tragiche della mitologia classica. Laocoonte tentò disperatamente di proteggere i suoi figli, ma i serpenti, inviati dagli dèi come punizione divina, non lasciarono scampo alla famiglia. Le loro grida di dolore e il terrore suscitato dalla scena fecero pensare ai troiani che la punizione divina fosse una conseguenza della presunta sacrilega opposizione di Laocoonte al dono degli Achei. Questa interpretazione tragicamente errata confermò nella mente dei troiani che accettare il cavallo fosse l’unica decisione corretta e benedetta dagli dèi.

La morte violenta di Laocoonte fu interpretata dai troiani come un segno inconfutabile della volontà divina: i serpenti rappresentavano un avvertimento degli dèi per chiunque osasse opporsi al destino di Troia. L’orrore suscitato dalla scena, unito alla convinzione che Laocoonte fosse stato punito per la sua ostilità verso il cavallo, dissipò ogni dubbio tra i troiani, i quali decisero di introdurre il cavallo all’interno delle mura della città. Questo atto segnò il destino di Troia, che quella notte stessa venne invasa dai guerrieri greci nascosti all’interno del cavallo, portando infine alla rovina della città.

La vicenda di Laocoonte è una potente metafora dell’inganno e dell’orgoglio. Il suo tentativo di avvertire i suoi compatrioti viene ignorato e, anzi, viene interpretato come una sfida agli dèi. I serpenti marini che stritolano Laocoonte e i suoi figli diventano un simbolo della cecità umana e della forza distruttiva della guerra. Attraverso la morte di Laocoonte, i miti antichi ricordano che la verità, sebbene talvolta scomoda, non dovrebbe mai essere ignorata e che l’arroganza e la mancanza di discernimento portano inevitabilmente alla rovina.