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Beowulf e il poema epico

Una storia di guerrieri narrata in lingua sassone e dall’autore conosciuto, è l’unico esempio di poema epico basato sull’archetipo dello scontro tra mostro e ed eroe, ovvero il drago e San Giorgio

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Avvolto nel mistero per origine e ispirazione, con i suoi 3182 versi scritti in una variante sassone dell’inglese antico, Beowulf è il più lungo poema epico britannico esistente, nonché uno dei più antichi fra quelli sopravvissuti. L’opera è contenuta in un unico manoscritto, il cosiddetto Cotton Vitellius, datato intorno all’anno mille, che raccoglie altre opere di epoche diverse, ma tutte accomunate dalla presenza di creature fantastiche, attualmente conservato nella British Library. Trascritto da due monaci amanuensi che si divisero il poema, appartenne nel XVI secolo a Lawrence Nowell, di qui la denominazione alternativa di “Codice Nowell”, e nel XVII secolo a Robert Bruce Cotton, finendo per essere danneggiato dall’incendio che devastò la Cottonian Library. Non se ne conosce l’autore e non se ne è riuscita a ricostruire l’ispirazione, dato che in nessuna delle leggende di origine nordica tramandate oralmente appaiono riferimenti al racconto per la prima volta completamente basato sull’archetipo dello scontro tra mostro ed eroe.

Trama

L’opera si apre con la costruzione di Heorot, “la reggia del Cervo Maschio”, una favolosa dimora voluta dal sovrano danese Hrothgar. La magnifica costruzione non passa inosservata agli occhi di Grendel, il “vagabondo delle marche”, un mostro sanguinario, dalle sembianze di un troll, ma enorme, che ogni notte vi si introduce mietendo vittime ad ogni suo passaggio. Una situazione che getta nel panico re Hrothgar, incapace di fermare la carneficina, fino all’apparire sulla scena di Beowulf, il protagonista del poema, nipote del re dei Geati, popolo guerriero della Svezia meridionale. La statura e la forza del giovane sono sovrumane e paragonabili a quelle di un gigante, l’ideale per avere la meglio su Grendel, che non può essere ucciso da armi forgiate da esseri umani. Il combattimento è sanguinoso e aspro, ma Beowulf, anche grazie all’aiuto di alcuni uomini che immobilizzano il troll, strappa il braccio del mostro, che ormai mutilato, torna a morire nella sua tana nella palude. L’arto di Grendel viene appeso ad una parete del castello del re come trofeo e a palazzo segue un giorno intero di festeggiamenti. Non finisce qui però, perché la notte stessa è la madre di Grendel, un’orchessa gigante e mostruosa, ad esigere il suo tributo di sangue per l’uccisione del figlio. Tocca ancora a Beowulf intervenire a difesa del regno di Hrothgar, ma questa volta l’eroe scandivano, come in una discesa agli inferi, dovrà inseguire la gigantessa fin dentro la sua tana per sconfiggerla. Qui si rendere conto che le armi “mortali” anche contro la madre di Grendel non sono efficaci, ma proprio nell’antro del mostro trova una spada forgiata dalla mano dei giganti, troppo grande per essere manovrata da qualunque essere umano, ma perfetta per le doti di Beowulf. La lama si scioglie corrosa dal sangue dei due troll, ma non prima che l’Orchessa venga ferita a morte e che il protagonista mozzi la testa del cadavere di Grendel, per riportarla a palazzo in segno di vittoria.

Tornato in patria, Beowulf diventa re dei Geati e regna per lunghi cinquant’anni, fino al momento di affrontare l’attacco di un drago sputa fuoco, risvegliatosi dal suo sonno e furibondo per la mancanza di una coppa dal cumulo di tesori custoditi nella sua tana. Nonostante sia ormai anziano, Beowulf ha la meglio sul serpente alato, ma muore insieme alla mostruosa creatura, ponendo fine all’epica narrazione.

Personaggi

Il protagonista della vicenda è Beowulf, mitico figlio del celebre guerriero Edgetho, marito dell’unica figlia femmina del re dei Geati, Hrethel, suo nonno e padre dello zio Higlac. Per ripagare il re di Danimarca Hrothgar, secondo figlio di Healfdane, venuto in soccorso del padre in un momento di difficoltà, Beowulf sconfigge il mostro Grendel e l’abominevole madre, salvando Heorot. Tornato in patria, accompagna lo zio Higlac in una spedizione contro Fanchi e Frisoni. Divenuto re dei Geati nel 533, regnerà fino alla morte, sacrificando la propria vita per sconfiggere il drago.

Tra gli altri personaggi, Esher, nobile danese, consigliere e caro amico del re Hrothgar, ucciso dalla madre di Grendel; Freaw, la principessa figlia di Hrothgar, destinata a sposare Ingled, principe del popolo rivale degli Hathobard, per porre fine all’antica faida; Wiglaf, il guerriero dei Geati, figlio di Wexstan, compagno di Beowulf nella lotta contro il drago e presumibilmente suo successore al trono.

Ci sono poi gli antagonisti mostruosi che l’eroe deve affrontare e sconfiggere. Il primo è Grendel, una sorta di enorme troll, che vive sul fondo di una laguna abitata da altre creature malvagie e che divora gli essere umani, terrorizzando il popolo di Heorot. È considerato un discendente di Caino, progenitore di tutti gli spiriti malvagi. C’è poi la madre di Grendel, che non ha nome ma viene appellata ora come “signora guerriera”, ora come “mostro” a seconda delle traduzioni. Furiosa per l’uccisione del figlio, si vendica sul povero Esher, prima di essere sconfitta nel suo antro da Beowulf. Il nemico finale dell’eroe è il drago, definito come un “lindworm” volante o serpente di fuoco, custode di un tesoro e che si risveglia dal suo centenario sonno, furibondo per una coppa rubata. Sputando fiamme devasta Götaland e numerosi villaggi, ma alla fine viene ucciso dall’eroe, che morirà a sua volta.

Analisi

Beowulf, il cui titolo è in realtà stato attribuito al manoscritto solamente a partire dal XIX secolo prendendo banalmente spunto dall’eroe dell’antico poema, come già accennato rappresenta un unicum nell’epica, nessun racconto del genere appare tramandato nelle fonti nordiche, si ipotizza quindi che l’anonimo autore abbia autonomamente rielaborato le leggende esistenti o un patrimonio trasmesso solo oralmente.

Sia come sia, Beowulf resta uno dei poemi più famosi della storia incentrati su una ambientazione norrena ed è stato fonte di ispirazione per la maggior parti degli autori di genere epico e fantasy, primo fra tutti, J.R.R. Tolkien.

Gli eventi narrati nel poema si svolgono durante il VI secolo e tra i personaggi non compaiono inglesi, il che lascia presupporre che sia stato composto nel secolo successivo e che possa esistere un legame tra i Geati, popolo di Beowulf, e la dinastia reale anglicana orientale dei Wuffinga, anche se altre teorie associano il poema alla corte di re Alfredo il Grande o con la corte del re Canuto il Grande.

Gli elementi dell’opera sono una miscela di elementi fantastici, mitici e leggendari, probabilmente basati su personaggi storici della Scandinavia del ‘500. Il risultato è, per dirla come lo studioso Roy Liuzza, un poema “frustrantemente ambivalente”, né mito, né racconto popolare, ma ambientato su “un complesso sfondo di storia leggendaria”.

Dal punto di vista dello stile, il testo è privo di rime e basato sul numero degli accenti, quattro per verso, anziché sulle sillabe. La narrativa è costellata di kenning, figure tipiche della letteratura antica nordeuropea, che si servono di perifrasi e metafore per far riferimento a personaggi, luoghi ed eventi.

L’impatto culturale di Beowulf è incalcolabile, dal già citato Tolkien ai romanzi fantascientifici, ai fumetti, fino ai film, alle serie tv, protagonista di un episodio di Star Trek: Voyager, e addirittura ai videogiochi.