Ripasso del verbo essere: quello che c'è da ricordare
In questa lezione di grammatica italiana faremo un ripasso approfondito dei verbi, partendo da un approfondimento sul verbo essere, ripasseremo le diverse coniugazioni in base alle persone grammaticali, i molteplici significati che potrebbe assumere all’interno delle frasi e i differenti utilizzi.
Le forme da ricordare sono tante, ma vedrai che con un po’ di esercizio anche la sua coniugazione propria sarà meno terribile da ricordare. Tieniti in allenamento e il verbo essere non avrà più segreti per te!
- Il verbo essere: perché è importante e quando lo usiamo
- La coniugazione del verbo essere
- Il verbo essere come ausiliare
- Il verbo essere in analisi logica
Il verbo essere: perché è importante e quando lo usiamo
Il verbo essere è uno dei verbi più importanti e versatili della lingua italiana. Nell’ambito della grammatica, svolge diverse funzioni, sia come verbo principale che come ausiliare. Scopriremo anche il suo ruolo fondamentale come ausiliare nella formazione dei tempi verbali composti e delle costruzioni passive.
Il verbo essere è un verbo speciale che usiamo tutto il tempo, in tanti modi diversi. Ecco alcune delle cose che possiamo fare con questo verbo:
- Parlare di chi o cosa siamo: Quando vogliamo dire che tipo di persona o cosa siamo, usiamo il verbo “essere". Ad esempio, possiamo dire “Io sono un bambino" o “Questo è un libro".
- Raccontare cosa è successo in passato: Usiamo “essere" per aiutarci a raccontare cosa è successo. Ad esempio, se sei andato al parco, dirai “Io sono andato al parco".
- Dire come ci sentiamo o come sono le cose: Quando vogliamo dire come ci sentiamo, usiamo il verbo “essere". Ad esempio, se sei felice, dirai “Io sono felice". Se la porta è aperta, dirai “La porta è aperta".
- Parlare di chi ha fatto cosa: Usiamo “essere" quando vogliamo dire chi ha fatto una certa cosa. Ad esempio, se Mario ha scritto un libro, dirai “Il libro è stato scritto da Mario".
- Dire che ore sono o dove ci troviamo: Possiamo usare “essere" per dire che ore sono o dove siamo. Ad esempio, se sono le dieci, dirai “Sono le dieci". Se sei a Roma, dirai “Siamo a Roma".
Cambia molto a seconda del tempo (se parliamo del passato, del presente o del futuro) e del soggetto (io, tu, lui, noi, voi, loro). È un po’ difficile da imparare, ma con un po’ di pratica diventa più facile!
La coniugazione del verbo essere
Il verbo “essere" è un verbo irregolare, il che significa che la sua coniugazione non segue sempre uno schema fisso come i verbi regolari. Tuttavia, esso mantiene alcune regolarità e alcune forme particolari per ciascuna persona grammaticale
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Il verbo essere come ausiliare
Ti ricordi che essere è uno dei due verbi ausiliari? Si usa cioè anche per formare i tempi composti di altri verbi.
Il verbo “essere" viene utilizzato come ausiliare insieme al participio passato di un altro verbo per formare i tempi verbali composti, come il passato prossimo, il trapassato prossimo, il futuro anteriore, e il trapassato remoto.
I verbi impersonali, per esempio, usano sempre l’ausiliare essere nella formazione dei tempi composti: così “piove" diventa “è piovuto", “capita" “è capitato" e “sembra" “è sembrato". C’è una sola eccezione: se vuoi sottolineare la durata, con i verbi che indicano condizioni atmosferiche puoi usare l’altro verbo ausiliare, cioè avere.
L’ausiliare essere ha anche un’altra funzione: serve a trasformare le frasi dall’attivo al passivo. Viene utilizzato come ausiliare insieme al participio passato di un altro verbo per esprimere la forma passiva, ovvero quando il soggetto della frase subisce l’azione invece di compierla.
Ad esempio:
- La torta è stata preparata da mia madre. (forma passiva)
- I libri sono stati spediti ieri. (forma passiva)
Ecco un esempio invece di come si trasforma una frase dalla forma attiva a quella passiva:
- “Luca ha mangiato la torta" al passivo diventa “La torta è stata mangiata da Luca" e il passivo del verbo mangiare si forma proprio con l’aiuto del verbo essere.
Il verbo essere in analisi logica
Il verbo essere in analisi logica può essere:
- la copula del predicato nominale quando è seguito da un nome o un aggettivo che ne completa il senso (Stefano è un mio amico – Giorgia è simpatica);
- il predicato verbale quando significa “stare o trovarsi" (Firenze è in Toscana), “appartenere a qualcuno" (Gli occhiali sono di Claudia), “essere fatto di qualcosa" (La coperta è di lana) o “esistere" (C’è posto per tutti);
- l’ausiliare del verbo che funge da predicato verbale della proposizione (Francesca è andata al cinema).