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Prima prova maturità, tipologia C, esempio svolto

Come si struttura la prova, quali possono essere le richieste ed un modello di sviluppo coerente

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Tipologia C – Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità

Traccia: "[…] Nelle nostre società, la popolazione non manca di desideri di consumo: questi sono immensi e continuamente alimentati dalla pubblicità; sono i mezzi finanziari degli individui che mancano per accedere ai divertimenti disponibili. La rivendicazione dei salariati, che si esprime molto più in domanda di salario che in domanda di riduzione di tempo di lavoro, può essere interpretata in questo modo: essi vogliono più denaro per meglio utilizzare il tempo libero. […] I fortunati che hanno un bilancio sufficiente al consumo normale di questi svaghi non per questo se la caveranno a buon mercato perché avranno a loro disposizione beni ludici concepiti per strati sociali che dispongono di redditi più elevati. Proveranno anch’essi un sentimento di frustrazione per non poterli consumare a loro volta. […] Il paradosso è proprio quello che segue: si dispone di possibilità di accesso ai beni del tempo libero tanto maggiori quanto più si lavora. […] Questa società del tempo libero, così come ci è promessa, ha un prezzo talmente alto in termini di consumo di ricchezza che resta confinata alle classi medie dei paesi ricchi. Il che vieta la possibilità di realizzare il sogno del secolo dei Lumi: l’accesso di tutti gli uomini ai beni comuni. […]" D. MOTHÉ, L’utopia del tempo libero, Bollati Boringhieri, Torino 1998, pp. 32-33, 68-69, 92.

La citazione proposta, tratta dal saggio di Mothé L’utopia del tempo libero, presenta alcuni dei paradossi della fruizione del tempo libero nella società contemporanea.

Indicazioni:

Rifletti su queste tematiche e confrontati anche in maniera critica con la tesi espressa nell’estratto, facendo riferimento alle tue conoscenze, alle tue esperienze personali, alla tua sensibilità.

Articola la struttura della tua riflessione in paragrafi opportunamente titolati e presenta la trattazione con un titolo complessivo che ne esprima in una sintesi coerente il contenuto.

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Il Paradosso del Tempo Libero: Consumismo, Lavoro e Disuguaglianza

Introduzione
Nella società contemporanea, il tempo libero è diventato un bene ambito e allo stesso tempo un simbolo delle contraddizioni sociali. Il saggio di Mothé, da cui traggo spunto, ci invita a riflettere su come il desiderio di consumo, alimentato incessantemente dalla pubblicità, plasmi le nostre vite. Ci troviamo di fronte a un paradosso: più si lavora, maggiore è la possibilità di accedere ai beni e ai divertimenti, mentre chi possiede un reddito inferiore rimane escluso da questo scenario di "abbondanza" mediata economicamente. In questo tema, esporrò le dinamiche del consumismo, analizzerò criticamente il paradosso del tempo libero e confronterò queste osservazioni con le mie esperienze e riflessioni personali, cercando di delineare possibili strade per una società più equa.

Il Consumo e la Società del Tempo Libero
Le società moderne sono caratterizzate da un incessante invito al consumo. La pubblicità, strumento potente e pervasivo, stimola desideri che spesso superano le reali necessità. In questo contesto, il tempo libero si trasforma in una merce: per accedere a forme di svago e intrattenimento, è necessario disporre di mezzi economici adeguati. La tesi di Mothé evidenzia come l’accesso ai beni del tempo libero non sia casuale, ma fortemente determinato dalla capacità economica degli individui. In altre parole, il lavoro diventa il mezzo per ottenere un potere d’acquisto che consente di "comprare" il tempo libero. Tuttavia, questo modello genera un circolo vizioso in cui il benessere di una parte della popolazione si traduce in un’esclusione indiretta per l’altra, contribuendo a una sempre più marcata disuguaglianza sociale.

Il Paradosso: più si lavora, più si consuma
Il paradosso che emerge è particolarmente acuto: chi lavora di più, e quindi guadagna di più, ha la possibilità di dedicarsi a forme di svago che richiedono spese elevate, mentre chi lavora meno o percepisce un salario più basso è relegato a una dimensione di tempo libero "incompleto" o frustrante. Questa dinamica, oltre a evidenziare una disparità economica, suggerisce una critica al sistema socio-economico contemporaneo. Il tempo libero, che un tempo era concepito come uno spazio di libertà e realizzazione personale, si trasforma in un lusso accessibile solo a pochi privilegiati. La promessa del "secolo dei Lumi", ossia un’epoca in cui ogni individuo avrebbe avuto accesso ai beni comuni e al piacere della cultura e dell’arte, sembra ormai un ideale lontano, sostituito dalla logica del profitto e della mercificazione della vita quotidiana.

Riflessioni Critiche e Personali
Il tema proposto mi induce a riflettere su quanto il nostro stile di vita sia influenzato non solo dalle nostre scelte, ma anche da strutture economiche e culturali che favoriscono il consumo. Personalmente, ho osservato come il valore attribuito al tempo libero sia spesso misurato in termini economici: eventi, viaggi e attività ricreative richiedono investimenti che non tutti possono permettersi. Questa realtà genera non solo una frustrazione, ma anche un senso di esclusione che mina il principio di uguaglianza sociale.

Un aspetto che mi ha sempre colpito è la tendenza a confondere il tempo libero con il semplice riposo, dimenticando che esso può e deve essere uno spazio di crescita personale e collettiva. Se da un lato il libero accesso a forme di cultura e di svago potrebbe rappresentare un’opportunità per abbattere barriere sociali, dall’altro il mercato del tempo libero rischia di creare una nuova forma di segregazione. In questo senso, la critica di Mothé diventa un monito per rivedere le priorità: non si tratta solo di guadagnare di più per consumare di più, ma di ripensare il valore del tempo libero come diritto universale e non come privilegio di chi possiede mezzi finanziari maggiori.

Un ulteriore spunto di riflessione riguarda l’educazione e il ruolo dei media. In un’epoca in cui l’immagine e il consumismo dominano il discorso pubblico, diventa fondamentale promuovere una cultura che valorizzi il tempo libero come spazio di creatività, riflessione e solidarietà. La mia esperienza personale mi ha insegnato che momenti di autentico svago e di incontro con l’arte o la natura possono offrire strumenti di crescita interiore che nessun denaro potrà mai sostituire. Tuttavia, questo richiede una presa di coscienza collettiva e un impegno a difesa di un modello sociale più inclusivo.

Possibili vie per un futuro più equo
Riflettendo sulle dinamiche esposte, emerge la necessità di un ripensamento radicale del nostro sistema socio-economico. È auspicabile che istituzioni e comunità possano intervenire per ridurre il divario tra classi sociali, ad esempio promuovendo politiche che garantiscano un accesso più equo alle risorse culturali e ricreative. L’idea di beni comuni, se ben articolata, potrebbe rispondere al sogno dei Lumi, restituendo a tutti la possibilità di arricchimento personale attraverso l’accesso universale a forme di tempo libero di qualità.

Tra le possibili soluzioni, spicca l’importanza dell’educazione civica e culturale, che possa insegnare alle nuove generazioni a valorizzare il tempo libero non come un lusso, ma come un diritto fondamentale. Inoltre, le politiche di welfare dovrebbero includere iniziative volte a rendere accessibili eventi culturali, sportivi e ricreativi, riducendo così la frattura sociale esistente. Queste strategie, se integrate in un modello di sviluppo sostenibile, potrebbero contribuire a creare una società in cui il benessere non sia più misurato esclusivamente in termini economici, ma anche in termini di qualità della vita e partecipazione attiva.

Conclusioni
In sintesi, il tema del tempo libero, così come presentato da Mothé, ci offre un quadro critico della società contemporanea, evidenziando come il consumismo e le disparità economiche influenzino l’accesso ai beni di svago. La riflessione critica parte dalla consapevolezza che il lavoro, pur essendo la via principale per accedere a determinate forme di benessere, non dovrebbe diventare un mero strumento per perpetuare disuguaglianze. Solo attraverso una visione che riconosca il valore intrinseco del tempo libero come diritto universale, supportata da politiche inclusive e da una cultura orientata alla crescita personale, potremo sperare di avvicinarci al sogno di una società in cui tutti abbiano pari opportunità. Questo tema, quindi, non è solo un’analisi di un fenomeno attuale, ma un invito a ripensare e re-immaginare un futuro in cui il benessere e il tempo libero possano essere davvero condivisi da ogni individuo.