Erodoto, vita e opere del "padre della storia"
Viaggiatore intrepido e curioso, ha raccontato quello che ha visto e sentito nel corso di una continua ricerca personale e di un’incessante esplorazione delle altre culture
Definito da Cicerone nelle “Leggi” come pater historiae, “padre della storia”, Erodoto è uno storico greco vissuto nel V secolo a. C.. La sua opera, in seguito intitolata “Le Storie” si è conservata integralmente ed è una delle più antiche storiografie conosciute, per scriverla non si basa su testi scritti, né utilizza archivi, ma racconta quello che ha visto e sentito, mettendo insieme notizie molto variegate, che raccoglie nel corso dei suoi lunghi viaggi. I suoi strumenti sono l’opsis, sguardo curioso, l’akoé, ascolto attento e la gnome, riflessione critica sui dati raccolti. I primi libri delle Storie testimoniano le sue doti di viaggiatore infaticabile, facendone il padre, oltre che della storia, anche della geografia e dell’antropologia.
Vita
Difficile ricostruire una biografia di Erodoto, che vive approssimativamente tra il 485 e il 425 a.C.. Nato nella città dorica di Alicarnasso, inizia ad affermarsi nel 441 a.C., quando viene invitato ad Atene per leggere alcuni capitoli della sua opera, che è stata accolta con grande favore. Lo storico riceve un sostanzioso premio in denaro per aver elogiato l’eroica lotta dei greci, in particolare degli ateniesi, in difesa della libertà contro i persiani. Intrepido e curiosissimo viaggiatore, ovunque si rechi raccoglie informazioni dirette o indirette sui luoghi che visita, prendendone meticolosamente nota. Visita l’Egitto, risalendo la valle del Nilo, viaggia anche in Mesopotamia, della quale descriverà la celebre Babilonia e le regioni circostanti, più a nord, si reca nelle colonie greche sulle sponde del mar Nero e quindi si addentra nelle praterie abitate dalla popolazione nomade degli sciti, nella steppa ucraina, arrivando nei pressi dell’attuale Kiev. In Africa settentrionale percorre la Cirenaica e la costa dell’odierna Libia. Trascorre poi un periodo nelle città greche dell’Italia meridionale e collabora alla fondazione della colonia di Turi. Infine si sposta per tutta la Grecia e in molte isole dell’Egeo. Narrerà le cose stupefacenti di cui è stato testimone diretto o indiretto, con stile chiaro e descrizioni e aneddoti dalle tinte vivaci, ambientati nei più diversi scenari.
Le Storie
La parola greca usata da Erodoto per descrivere il proprio lavoro è “historia”, che in greco antico significa “ricerca” e che solo in seguito assumerà il significato odierno. Nel proemio dell’opera, l’autore enuncia gli obiettivi della sua opera, conservare la memoria e individuare le cause di alcuni avvenimenti.
“Questa è l’esposizione della ricerca di Erodoto di Alicarnasso, affinché le azioni degli uomini non vadano perdute con il tempo e le imprese grandi e meravigliose, compiute sia dai Greci sia dai barbari, non rimangano prive di fama, e in particolare i motivi per i quali combatterono gli uni contro gli altri”.
Le Storie sono state divise in nove libri dai filologi alessandrini, è da attribuire sicuramente ai filologi alessandrini. Per riferirsi ai suoi resoconti, Erodoto usa il temine “logoi”, che potrebbe essere tradotto come “trattati”, e ciascuno di essi sviluppa una tematica propria. Il primo libro è dedicato alla Lidia, al ricco re Creso e alle sue enormi fortune, ma anche al modo in cui il suo regno verrà assoggettato dal persiano Ciro. I protagonisti del secondo libro sono l’Egitto e le sue meraviglie. Nel terzo libro si torna a parlare di persiani, con la conquista delle terre del Nilo da parte del sovrano achemenide Cambise. Il quarto libro, invece, riunisce due logoi, uno sulla Scizia e l’altro sulla Libia. Il quinto libro è incentrato sugli intrighi dei persiani in Macedonia, sui conflitti tra le città greche e sulle politiche di Sparta e Atene. Il sesto libro, invece, ricostruisce la spedizione di Dario, che si conclude con la vittoria greca, mentre il settimo libro evoca con grande senso drammatico le battaglie decisive delle Termopili e di Maratona. Per ultimo, ottavo e nono libro sono dedicati rispettivamente alle battaglie di Salamina e di Platea, che firmano in calce la vittoria finale dei greci.
Nelle Storie, Erodoto porta avanti una visione umanistica e tragica della storia universale, che vede gli uomini come esseri “effimeri”, il cui destino è nelle mani del caso. “Tutto è incerto nell’esistenza umana”, e proprio perché il destino umano è tragico, bisogna celebrare le imprese eroiche e scrivere la storia, ovvero lasciare una testimonianza affidabile, che sottragga quelle gesta all’ombra dell’oblio.