Italo Calvino: vita e opere dell'autore
Nel panorama della letteratura italiana del Novecento, spicca la figura di Italo Calvino, autore eclettico e visionario che ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo. Le sue opere, cariche di innovazione e profonda riflessione, hanno affascinato lettori di ogni età e provenienza, confermandolo come uno dei più grandi scrittori del suo tempo.
Scopriremo la vita e le opere di Italo Calvino, esplorando la sua evoluzione artistica e l’impatto che ha avuto sulla letteratura mondiale. Dai primi passi nell’ambiente intellettuale torinese alla creazione di mondi narrativi straordinari, seguiremo il percorso di un autore che ha saputo unire abilmente l’innovazione formale con la profondità dei contenuti.
- La vita di Italo Calvino
- La trilogia "I nostri antenati" di Calvino
- "Il visconte dimezzato" di Calvino
- Il capolavoro di Calvino: "Il barone rampante"
- Il cavaliere inesistente di Italo Calvino
- Marcovaldo e i funghi in città
- Mappa mentale su Italo Calvino: vita e opere
La vita di Italo Calvino
Italo Calvino, nato il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas, Cuba, da genitori italiani, si trasferì in Italia da giovane, a Sanremo, terra d’origine del padre. Crebbe in una famiglia colta e aperta alle influenze culturali, con il padre, un botanico, e la madre, una botanica e scrittrice, che coltivarono fortemente il suo amore per la conoscenza e la letteratura.
Durante gli anni universitari a Torino, Calvino si avvicinò al mondo dell’editoria, entrando in contatto con importanti figure letterarie dell’epoca. Nel 1947, pubblicò il suo primo romanzo, “Il sentiero dei nidi di ragno“, un ritratto crudo e realistico della resistenza partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Quest’opera segnò l’inizio della sua carriera letteraria e attira l’attenzione della critica e del pubblico.
Spirito anarchico e libertario, partecipa alla guerra partigiana e aderì al Partito Comunista Italiano non per convinzione ideologica, ma perché credeva nella necessità di difendere i diritti umani e la libertà, ma lo abbandona, deluso, nel 1957.
Negli anni ’50 e ’60, Calvino si avvicinò a tematiche sempre più sperimentali, abbracciando il neorealismo e la narrativa fantastica. Opere come “Il barone rampante" e “Il visconte dimezzato" mostrano il suo talento nell’intrecciare realismo e immaginazione in narrazioni coinvolgenti e originali.
Negli anni ’70 e ’80, Calvino si dedicò a una trilogia sperimentale: “Se una notte d’inverno un viaggiatore“, “Palomar" e “Marcovaldo“. In questi lavori, affronta temi complessi come la natura della realtà, la scrittura e la percezione del mondo.
Viaggia molto, ma nel 1985 morì improvvisamente per un ictus in Toscana, mentre stava lavorando alle Lezioni Americane, un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere ad Harvard sulle caratteristiche della letteratura del nuovo secolo, che usciranno come opera postuma.
La produzione di Calvino si articola in più fasi: dal Neorealismo delle prime opere alla letteratura fantastica de Il barone rampante allo sperimentalismo dei romanzi più famosi.
La trilogia “I nostri antenati" di Calvino
Pubblicato per la prima volta nel 1960, I nostri antenati è un’opera che raccoglie al suo interno tre romanzi, precedentemente dati alle stampe singolarmente. La volontà dell’autore di accorparli in un’edizione unica, e di interpretarli come legati tra loro, nasce dalle numerose analogie che li accomunano.
Si tratta infatti di tre romanzi inverosimili ambientati in epoche storiche a noi lontane, nati dalla sete di fantastico e avventuroso insita nell’autore. Ciascun personaggio, attraverso storie bislacche e inverosimili, ci fornisce una lettura dell’uomo moderno e delle incessanti domande che lo stesso Calvino si pone in merito al concetto di identità. Questo tema, a seguito delle scoperte freudiane, ricorrerà per l’intero Novecento, instillando nell’uomo il desiderio di esplorare la sua psiche.
Nei tre romanzi Calvino procede per immagini. La fantasia è lo strumento che l’autore predilige per veicolare al lettore una morale, nota come la teoria del giusto mezzo, insegnata attraverso storie favoleggianti.
Per lo scrittore, i dissidi che attanagliano l’animo dei protagonisti sono lo specchio dei propri: ricerca di equilibrio, capacità di osservazione e analisi della realtà, studio dell’identità umana sono dunque i temi chiave da ricercare nei singoli romanzi.
“Il visconte dimezzato" di Calvino
Nel caso del romanzo Il visconte dimezzato (1952), ci troviamo di fronte a un uomo dimezzato da una cannonata. A questa prima divisione fisica, ne segue tuttavia una di carattere etico. Il visconte è infatti diviso in una metà buona e in una malvagia, incapaci di vivere in autonomia. Fuor di metafora, il visconte dimezzato è un uomo che non riesce a trovare la sua unità e il suo equilibrio; come lo stesso Calvino, diviso tra fede politica e amore per la scrittura leggera e fiabesca.
Il protagonista, il Visconte Medardo di Terralba, durante una crociata viene colpito da una cannonata che lo dimezza, separando la sua metà destra dalla sinistra. Sorprendentemente, entrambe le metà sopravvivono: la metà malvagia torna al villaggio e si dimostra tirannica e crudele, mentre la metà buona, che emerge successivamente, è gentile e compassionevole, ma anche inetta e inoffensiva.
Questa separazione fisica simboleggia le contraddizioni interne presenti in ogni individuo, la lotta tra bene e male, razionalità e irrazionalità. Calvino, con la sua inconfondibile abilità narrativa, costruisce una trama avvincente, ricca di simbolismo, che invita il lettore a riflettere sulla natura umana e sulle complessità della psiche.
Oltre alla profondità tematica, “Il Visconte Dimezzato" è anche un’opera di grande eleganza stilistica, in cui Calvino combina realismo e fantastico, creando un mondo altamente immaginativo ma profondamente radicato nelle preoccupazioni e nei dilemmi dell’esistenza umana.
Il capolavoro di Calvino: “Il barone rampante"
Una cornice sette-ottocentesca fa da sfondo a Il barone rampante (1957). Il protagonista dell’opera è un ragazzo nobile che, a seguito di un litigio con i genitori, decide di allontanarsi dalle dinamiche strettamente terrene, andando a vivere sugli alberi. Questo cambio di prospettiva, e relativo distacco, lo arricchisce.
Il suo punto di vista è lo stesso condiviso da Calvino: assumere una visione panoramica, priva di coinvolgimento, è spesso la giusta soluzione per comprendere gli eventi, senza che siano loro a fagocitarci. L’autore vive in questa eterna condizione di osservatore esterno della realtà.
La storia si svolge nel XVIII secolo e racconta di Cosimo Piovasco di Rondò, un giovane nobile ligure che, in seguito a una lite familiare riguardo a un piatto di lumache, decide di salire sugli alberi della sua tenuta e di non scendere mai più per il resto della sua vita. E ci riesce: Cosimo crea un’intera esistenza tra i rami, costruendo abitazioni, cacciando, leggendo e addirittura instaurando relazioni, compreso un affetto romantico con la giovane Viola.
La decisione di Cosimo di vivere sugli alberi diventa un simbolo potente di autonomia e di sfida all’ortodossia. Attraverso le avventure e le riflessioni di Cosimo, Calvino esamina le tensioni tra l’individuo e la società, tra conformità e ribellione. La narrazione si muove agilmente tra l’umorismo, la riflessione filosofica e le osservazioni sulla natura umana.
“Il Barone Rampante" è più di una semplice favola o allegoria; è un’opera che affronta profonde questioni esistenziali attraverso la lente di una storia apparentemente fantastica. Con il suo stile inconfondibile, Calvino ci regala una meditazione sulla libertà, sull’essere legati alle proprie scelte e sul significato di vivere autenticamente, svincolati dalle convenzioni e dalle aspettative altrui.
Il cavaliere inesistente di Italo Calvino
Il cavaliere inesistente (1959) racconta una storia epica ambientata all’epoca di Carlo Magno. Il protagonista è essenzialmente una corazza, un’armatura, conosciuto soltanto per essere il cavaliere più fedele all’imperatore. Dimostrato che il suo ruolo gli è stato attribuito per un’impresa non vera, la sua identità svanisce. Essendo sempre vissuto per l’apparenza, il suo “io" è pura inconsistenza. Per Calvino dunque il titolo, il ruolo che ci contraddistingue nel sociale non può caratterizzare l’intera vita umana.
La storia si svolge durante le Crociate e ha come protagonista Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e di Fez, meglio conosciuto come il cavaliere inesistente perché, nonostante porti un’armatura e compia azioni degne di un cavaliere, non ha un corpo fisico. Agilulfo rappresenta l’incarnazione dell’idea di dovere, onore e perfezione cavalleresca, ma è anche una figura profondamente sola, in quanto non possiede una vera e propria essenza.
L’opera affronta temi complessi come l’identità, l’essenza dell’essere umano e la tensione tra l’apparenza esteriore e la realtà interiore. Il contrasto tra Agilulfo e altri personaggi, come il giovane scudiero Gurdulù, che rappresenta l’istinto e l’irrazionalità, sottolinea ulteriormente la riflessione di Calvino sulla natura dell’esistenza e sulle dualità che caratterizzano l’umanità.
“Il Cavaliere Inesistente" è un’opera che sfida le convenzioni narrative e invita il lettore a una profonda introspezione. Con un linguaggio elegante e ricco di sfumature, Calvino ci pone davanti a domande essenziali sulla realtà, sull’apparenza e sul significato della vita, dimostrando ancora una volta la sua eccezionale capacità di elevare la narrativa a uno strumento di indagine filosofica.
Nel brano emerge la figura di Rambaldo, un giovane arruolatosi nell’esercito di Carlo Magno al solo scopo di vendicare la morte di suo padre. Il concetto di fedeltà alla patria e all’imperatore non gli appartiene; è stata la sua vicenda personale a condurlo alla scelta di combattere. All’umanità e all’emotività del giovane si contrappone la rigidezza e l’insensibilità di Agilulfo. Leggi il testo che segue per riconoscere questa antitesi.
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Marcovaldo e i funghi in città
Marcovaldo ovvero le stagioni in città (1963) è una raccolta di venti racconti che hanno per protagonista il manovale Marcovaldo, che vive in una grande città con la sua famiglia composta dalla moglie e dai sei figli.
Marcovaldo, personaggio ingenuo e buffo, si dimostra del tutto incapace di adattarsi alla vita cittadina. Per lui vivere in una città industriale rappresenta una costrizione. Trapiantato nella società consumistica, conseguenza diretta del boom economico, si sente totalmente a disagio.
I racconti che compongono la raccolta sono al limite dell’utopia. Attraverso l’esagerazione Calvino vuole testimoniare il disadattamento umano nella fase di urbanizzazione degli anni Sessanta. Per il cittadino i ricordi della natura e del bosco sono ormai lontani e offuscati, ecco perché, in cerca di legna da ardere, Marcovaldo e la sua famiglia scambiano dei cartelloni pubblicitari per degli alberi.
L’ingenuità del protagonista si evince però già dalla lettura del primo racconto, Funghi in città, associato alla stagione della primavera, che trovi nella scheda.
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Mappa mentale su Italo Calvino: vita e opere
Nella prima fase della produzione di Calvino prevale l’impegno politico, come dimostra il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, in cui racconta la sua esperienza di partigiano, avvicinandosi così alla corrente neorealista.
La componente fiabesco-fantastica diventa centrale nelle opere successive, dalla trilogia I nostri antenati, costituita dai romanzi Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente ai racconti di Marcovaldo.
Ne Le città invisibili si manifesta la tecnica combinatoria di Calvino: la scrittura supera la realtà e può creare mondi che, come le città immaginarie, esistono solo nelle parole di Marco Polo all’imperatore Kublai Kan. La metatestualità è ancora più marcata nel romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore in cui Calvino riflette sui meccanismi narrativi e sul rapporto scrittore-lettore.
Per stampare la mappa con le informazioni principali sulla vita e le opere di Italo Calvino, scarica il pdf in bianco e nero qui: