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Il visconte dimezzato: trama, riassunto e commento

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Italo Calvino, uno degli scrittori più amati e importanti del Novecento, ha dato vita con Il visconte dimezzato a un’opera che fonde magistralmente fantasia, allegoria e una profonda riflessione sulla condizione umana. Pubblicato nel 1952, Il visconte dimezzato è il primo romanzo della trilogia I nostri antenati, che esplora le possibilità della frammentazione dell’identità e la ricerca dell’interezza.

Con il suo stile immaginifico e simbolico, Calvino crea una storia che, pur ambientata in un tempo e luogo lontani, affronta temi universali come il bene e il male, la complessità dell’essere umano e la necessità di riconciliare gli opposti.

Il visconte dimezzato: trama e riassunto

La storia è ambientata nel XVIII secolo e segue le vicende di Medardo di Terralba, un visconte che parte per combattere nelle guerre contro i turchi. Durante una battaglia, Medardo viene colpito da una cannonata che lo divide in due metà esatte: una metà buona e una metà malvagia. Sopravvivono entrambe, ma seguono percorsi completamente diversi.

La metà malvagia del visconte torna a Terralba e inizia a terrorizzare gli abitanti con la sua crudeltà. Medardo, in questa versione dimezzata, compie atti orribili e senza pietà, come condannare a morte contadini per futili motivi, bruciare foreste e distruggere i raccolti. La popolazione, disperata, inizia a vedere in lui una presenza malefica e inevitabile, una sorta di punizione che si abbatte sulla loro vita quotidiana.

In seguito, anche la metà buona di Medardo fa ritorno al castello. Questa metà, al contrario, è piena di gentilezza e altruismo, ma è talmente eccessiva nel suo desiderio di fare del bene da risultare altrettanto problematica. Il visconte buono cerca costantemente di aiutare e risolvere problemi, ma in modo così esagerato da diventare quasi soffocante. Questa seconda metà del protagonista, pur essendo animata dalle migliori intenzioni, si rivela spesso inadeguata e altrettanto incapace di vivere in armonia con il mondo circostante.

La storia culmina quando le due metà di Medardo si incontrano e si affrontano. Solo con la loro ricongiunzione fisica e simbolica il visconte riesce a ritrovare l’equilibrio e l’interezza della sua personalità. Alla fine del romanzo, Medardo viene riunito in un’unica persona, capace di esprimere sia il lato positivo che quello negativo della sua esistenza, imparando a convivere con entrambe le parti.

Analisi e commento de Il visconte dimezzato

La dimezzatura del protagonista è una potente metafora della condizione umana. Calvino utilizza questo espediente fantastico per esaminare come ogni individuo sia costituito da una combinazione di bene e male, e di come il tentativo di separare nettamente questi due aspetti sia destinato al fallimento. La divisione di Medardo in due metà simboleggia il conflitto interiore che ognuno vive: da una parte, la spinta verso l’altruismo e la moralità; dall’altra, l’egoismo, la rabbia e la crudeltà. Tuttavia, nessuna delle due parti, presa da sola, può rappresentare la vera natura dell’uomo. L’essere umano è complesso e sfaccettato, e solo accettando questa dualità può raggiungere una forma di completezza.

Un altro tema centrale del romanzo è la riconciliazione degli opposti. Le due metà di Medardo sono entrambe incomplete e, nonostante i loro tratti estremi, incapaci di vivere una vita pienamente soddisfacente. La metà malvagia, con la sua furia distruttrice, semina paura e odio, ma è isolata e incapace di stabilire relazioni significative. La metà buona, con la sua ossessiva bontà, finisce per alienare gli altri con la sua eccessiva purezza. Solo quando le due metà si riuniscono, Medardo ritrova una forma di equilibrio e può vivere in armonia con se stesso e con gli altri.

Calvino ci mostra così l’importanza di accettare la complessità dell’essere umano. Non si può aspirare a essere completamente buoni o completamente cattivi, poiché entrambe le dimensioni sono parte integrante della nostra esistenza. Questo messaggio è particolarmente rilevante in una società che spesso tende a semplificare la realtà morale, proponendo visioni manichee del mondo. Calvino ci invita invece a riflettere sulla nostra ambivalenza e sulla necessità di integrare le diverse parti di noi stessi per raggiungere una vera comprensione di chi siamo.

Il romanzo offre anche una critica sociale attraverso i personaggi secondari e la loro reazione alle due metà del visconte. La popolazione di Terralba, infatti, si adatta ai cambiamenti che la metà malvagia e la metà buona portano nel villaggio, ma non riesce mai a comprendere veramente la loro origine. Questo riflette un aspetto della condizione umana: la difficoltà nel comprendere la complessità della natura umana e la tendenza a semplificare il giudizio morale.

La storia di Medardo e della sua frammentazione ha anche un profondo significato esistenziale. Ogni essere umano, sembra suggerire Calvino, è in qualche modo “dimezzato”, diviso tra opposti desideri, pulsioni e moralità. Solo attraverso un processo di autoconsapevolezza e integrazione possiamo diventare esseri umani completi. Questo percorso non è facile e richiede il confronto con i nostri lati più oscuri, così come con le nostre aspirazioni più nobili.

In definitiva, Il visconte dimezzato è una fiaba filosofica che affronta questioni profonde con leggerezza e ironia. Il romanzo ci ricorda che la perfezione morale è un’illusione, e che la vera saggezza risiede nell’accettare la complessità della vita e dell’essere umano. La storia di Medardo è un invito a riflettere su noi stessi e sul nostro rapporto con gli altri, a riconoscere che siamo costituiti da luci e ombre, e che solo attraverso la loro riconciliazione possiamo trovare un senso di equilibrio e completamento.