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Ritratto della mia bambina di Saba: testo, parafrasi e analisi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Umberto Saba, uno dei più significativi poeti italiani del Novecento, ha spesso tratto ispirazione dalla sua vita familiare per le sue opere. Nella poesia “Ritratto della mia bambina“, Saba offre una delicata rappresentazione della figlia Linuccia, allora decenne, attraverso immagini che evocano leggerezza e purezza. Questo componimento mette in luce l’affetto paterno e la capacità del poeta di cogliere l’essenza dell’infanzia, associandola a elementi naturali eterei e fugaci.

Ritratto della mia bambina: testo e parafrasi

Testo:

La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: “Babbo
– mi disse – voglio uscire oggi con te”.
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.

Parafrasi:

La mia bambina, con una palla in mano, con i grandi occhi azzurri come il cielo e con il leggero vestitino estivo, mi ha detto: “Papà, oggi voglio uscire con te”. E io pensavo: tra le molte immagini che si ammirano nel mondo, so bene a quali posso paragonare la mia bambina. Sicuramente alla schiuma del mare che biancheggia sulle onde, a quel filo di fumo che esce azzurro dai tetti e che il vento disperde; anche alle nuvole, impalpabili nuvole che si formano e si dissolvono nel cielo limpido; e ad altre cose leggere e vaganti.

La struttura della poesia

“Ritratto della mia bambina” è una poesia composta nel 1920 e inclusa nella raccolta “Cose leggere e vaganti“. In questo periodo, Saba viveva un momento di particolare serenità, riflesso nella leggerezza e semplicità del linguaggio poetico. La poesia ritrae una scena quotidiana: la figlia Linuccia, con la palla in mano, esprime al padre il desiderio di uscire insieme. Questo semplice episodio domestico diventa per il poeta l’occasione per una riflessione più profonda sulla purezza e l’innocenza dell’infanzia. Saba paragona la figlia a elementi naturali come la schiuma marina, il fumo che si disperde e le nuvole che si formano e si dissolvono nel cielo. Queste immagini evocano leggerezza, transitorietà e bellezza effimera, sottolineando la natura fugace dell’infanzia e la sua intrinseca purezza. Il poeta esprime così un sentimento di amore paterno profondo, riconoscendo nella figlia le qualità più eteree e delicate del mondo naturale.

La poesia è composta da una singola strofa di tredici endecasillabi sciolti, privi di uno schema di rime regolare. Questa scelta conferisce al componimento un ritmo fluido e naturale, rispecchiando la spontaneità della scena descritta. Il lessico utilizzato è semplice e quotidiano, in linea con la poetica di Saba che privilegia l’espressione diretta dei sentimenti e delle esperienze personali. Il componimento si divide idealmente in due parti: nella prima, Saba descrive l’episodio domestico in cui la figlia manifesta il desiderio di uscire con lui; nella seconda, il poeta avvia una serie di similitudini tra la bambina e vari elementi naturali, evidenziando le qualità di leggerezza e transitorietà che accomunano l’infanzia e questi fenomeni.

Le figure retoriche

Saba arricchisce il testo di figure retoriche che amplificano la profondità e la vividezza delle immagini evocate. Le similitudini sono uno degli strumenti più evidenti: il poeta paragona la figlia a elementi come la schiuma marina, il fumo e le nuvole, evidenziando la loro leggerezza e natura effimera, qualità che riflettono la fragilità e la transitorietà dell’infanzia. Un’altra figura retorica centrale è l’anastrofe, ossia l’inversione dell’ordine naturale delle parole, visibile in espressioni come “dell’estiva vesticciola” e “insensibili nubi”. Queste inversioni conferiscono musicalità e un’enfasi particolare ai versi, rendendo il componimento ancora più suggestivo.

L’iperbato è utilizzato con maestria per creare un effetto di sospensione, separando elementi sintatticamente legati, come nella frase “io ben so a quali / posso la mia bambina assomigliare”. Questa tecnica spinge il lettore a soffermarsi sul pensiero del poeta, accentuando la riflessione sulla purezza e unicità della figlia. La perifrasi è un ulteriore elemento stilistico che arricchisce la poesia. Un esempio significativo è “con gli occhi grandi colore del cielo”, una descrizione che, pur potendo essere semplificata in “con gli occhi azzurri”, riesce a enfatizzare la profondità e la luminosità dello sguardo infantile, rendendo l’immagine più ricca e poetica. Infine, la allitterazione gioca un ruolo importante nella creazione di un’atmosfera dolce e armoniosa. La ripetizione del suono “s” in parole come “schiuma”, “scia”, “sperde” e “nubi” non solo richiama la leggerezza del tema trattato, ma contribuisce anche a una musicalità che avvolge il lettore, trasportandolo in un mondo di immagini delicate e fuggevoli. Questi espedienti stilistici collaborano nel creare un testo che, pur nella sua semplicità, risulta straordinariamente evocativo e denso di significati.

Il tema della leggerezza e l’immagine del padre

Il tema della leggerezza pervade l’intera poesia, non solo attraverso le immagini evocate, ma anche mediante la scelta di parole e suoni. Le “cose leggere e vaganti”, che danno il titolo alla raccolta, sono rappresentazioni simboliche della fragilità e transitorietà dell’esistenza, ma anche di una bellezza che risiede proprio nella sua capacità di sfuggire e trasformarsi. La bambina di Saba diventa un simbolo di questa leggerezza: la sua presenza evoca movimenti lievi, colori delicati, e sensazioni che richiamano la libertà e la gioia semplice dell’infanzia. Il poeta, tuttavia, non si limita a descrivere l’innocenza della figlia; egli riflette su come l’infanzia stessa sia un momento fugace, che come le nuvole o la schiuma marina è destinato a dissolversi. La leggerezza, dunque, non è solo una qualità estetica, ma un concetto filosofico che esprime il passaggio del tempo e la caducità delle esperienze umane.

Un altro aspetto significativo del componimento è il rapporto tra il poeta e la figlia, che emerge attraverso i toni affettuosi e contemplativi. La poesia non è solo un ritratto della bambina, ma anche un riflesso dell’amore paterno di Saba. Il dialogo iniziale, “Babbo – mi disse – voglio uscire oggi con te”, introduce una dimensione intima e quotidiana che avvicina il lettore alla realtà familiare del poeta. La figura paterna si presenta qui non come autoritaria o distaccata, ma come partecipe e sensibile, capace di cogliere la profondità di un momento apparentemente semplice. Saba osserva e idealizza la figlia, ma al tempo stesso accetta con serenità la sua fugacità, riconoscendo che proprio questa transitorietà rende il momento prezioso.

Il tema dell’infanzia e dell’affetto familiare è ricorrente nell’opera di Umberto Saba. In altre poesie, come “A mia moglie” o “Preghiera alla madre“, emerge un legame profondo con le figure femminili della sua vita, spesso presentate come incarnazioni di purezza e grazia. Tuttavia, mentre in queste opere si avverte talvolta un senso di malinconia o di conflitto interiore, “Ritratto della mia bambina” si distingue per il suo tono sereno e luminoso. Questo componimento, pur nella sua brevità, riesce a trasmettere una gioia genuina e una celebrazione della vita quotidiana, elementi che lo rendono unico all’interno della produzione poetica di Saba. Anche la scelta di immagini naturali eteree e leggere distingue questa poesia, contribuendo a creare un’atmosfera rarefatta e sognante.

Simbolismo e natura nella poesia

La natura gioca un ruolo fondamentale nella poesia, fungendo da specchio per le qualità della bambina. La schiuma marina, il fumo che si disperde e le nuvole sono tutti elementi che non solo evocano leggerezza, ma anche un senso di impermanenza e trasformazione. Questo simbolismo collega l’infanzia, rappresentata dalla figlia, al mondo naturale, suggerendo un’armonia tra il microcosmo dell’esperienza umana e il macrocosmo della natura. Saba sembra suggerire che la bellezza dell’infanzia risiede nella sua capacità di sfuggire alle definizioni rigide e di trasformarsi continuamente. Come la natura, anche l’infanzia è caratterizzata da una libertà che sfida le convenzioni e i limiti imposti dall’età adulta. Questo tema trova eco in altre poesie della raccolta, in cui Saba esplora spesso il rapporto tra uomo e natura con toni contemplativi e celebrativi.

Pur essendo profondamente radicata nella tradizione lirica italiana, la poesia di Saba presenta elementi di modernità che la distinguono dai suoi contemporanei. L’uso di un linguaggio semplice e diretto, privo di artifici, riflette l’intenzione di avvicinare la poesia alla vita reale. Al tempo stesso, la capacità di trasformare un momento quotidiano in un evento universale e simbolico rivela l’originalità e la profondità del suo approccio poetico. In “Ritratto della mia bambina”, questa modernità si manifesta nella scelta di un tema intimo e personale, ma trattato con una sensibilità che lo eleva a una dimensione universale. Il componimento può essere letto non solo come una celebrazione dell’infanzia, ma anche come un invito a riscoprire la bellezza e la meraviglia delle piccole cose che compongono la vita.