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Ulisse: testo e commento della poesia di Umberto Saba 

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

La poesia “Ulisse” diUmberto Saba è uno dei componimenti più rappresentativi della sua produzione poetica, un’opera che racchiude i temi fondamentali della sua poetica: il viaggio, l’insaziabile desiderio di conoscenza e la riflessione sulla condizione umana. Attraverso un linguaggio essenziale ma evocativo, Saba si confronta con uno dei miti più antichi e universali, rielaborandolo in una chiave intima e personale, che rispecchia il suo rapporto con la vita e il tempo.

Ulisse: testo e parafrasi

Testo:

Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.

Parafrasi:

Durante la mia giovinezza, ho navigato lungo le coste della Dalmazia. In mezzo al mare, emergevano isolotti appena visibili, dove raramente un uccello si fermava, concentrato sulle sue prede. Questi scogli, ricoperti di alghe, erano scivolosi ma brillavano al sole come preziosi smeraldi. Quando la marea alta e la notte li nascondevano alla vista, le vele delle barche si allontanavano per evitarne il pericolo. Oggi, invece, il mio “regno” non è più un luogo fisico, ma una terra indefinita e priva di confini. Il porto offre rifugio e luce ad altri, mentre io continuo a essere spinto verso il mare aperto dal mio spirito indomabile e dal mio intenso, seppur doloroso, amore per la vita.

Il contesto e la struttura della poesia

“Ulisse” appartiene alla raccolta “Mediterranee”, pubblicata per la prima volta nel 1946 e parte del più ampio Canzoniere, l’opera omnia di Umberto Saba che raccoglie la sua intera produzione poetica. Questo componimento è stato scritto nel secondo dopoguerra, in un periodo segnato da profonde riflessioni sull’identità e sull’esistenza, alimentate dagli eventi traumatici del conflitto mondiale. Il mito di Ulisse, figura centrale della letteratura occidentale, viene reinterpretato da Saba in una chiave profondamente personale. L’Ulisse di Saba non è tanto l’eroe epico di Omero quanto un simbolo di ricerca interiore e di inquietudine esistenziale.

Il poeta si identifica con il personaggio mitologico, trasformandolo in una metafora della propria vita: come Ulisse, Saba è spinto dal desiderio di esplorare, di non fermarsi mai, anche quando il tempo e le circostanze sembrerebbero suggerire la quiete. Il messaggio centrale della poesia risiede nel dualismo tra desiderio e sofferenza: il “non domato spirito” è la forza che spinge l’uomo a cercare sempre nuovi orizzonti, ma questa stessa spinta è anche fonte di dolore, poiché implica il distacco, la solitudine e la consapevolezza della precarietà della condizione umana.

La poesia è composta da un’unica strofa di 13 versi liberi, senza una metrica regolare. Questa scelta stilistica riflette il carattere intimo e meditativo del componimento, che si sviluppa come un flusso di pensieri e ricordi. I versi sono arricchiti da un linguaggio poetico essenziale, in cui ogni parola è scelta con cura per evocare immagini precise e potenti. L’uso del tempo passato (“ho navigato”, “emergevano”) sottolinea il carattere nostalgico della prima parte, mentre il presente (“è quella terra”, “sospinge ancora”) esprime l’attualità del conflitto interiore del poeta. La contrapposizione tra passato e presente evidenzia la trasformazione dell’autore: dalla spensieratezza giovanile alla consapevolezza matura della propria condizione. Dal punto di vista stilistico, la poesia si distingue per la sua armonia e musicalità, ottenute attraverso l’uso sapiente di enjambement, che crea un ritmo fluido e avvolgente. Ad esempio, l’immagine degli isolotti “coperti d’alghe, scivolosi, al sole / belli come smeraldi” è resa con un ritmo che rallenta e si sofferma sull’evocazione visiva.

Ulisse: le figure retoriche

La poesia di Saba è ricca di figure retoriche che intensificano il significato e l’impatto emotivo del testo, conferendo profondità e musicalità al componimento. Una delle figure più evidenti è la similitudine, come nell’espressione “belli come smeraldi”, che paragona gli isolotti al sole a pietre preziose. Questa immagine non solo descrive la bellezza naturale degli isolotti, ma suggerisce anche la fragilità e il valore delle esperienze giovanili, evocando un senso di nostalgia e meraviglia. Un altro elemento centrale nella poesia è l’uso della metafora, attraverso la quale Saba traduce in simboli la propria condizione esistenziale. Il “porto” diventa il rifugio sicuro, simbolo di stabilità e conforto, mentre il “non domato spirito” rappresenta la volontà indomabile del poeta di continuare a cercare e scoprire, nonostante le difficoltà e il passare del tempo. Allo stesso modo, la “terra di nessuno” si configura come uno spazio interiore indefinito, un luogo metaforico che riflette la complessità e l’inquietudine della vita stessa.

La struttura dei versi è caratterizzata da un costante utilizzo di enjambement, che riflette la fluidità del pensiero del poeta. Questo artificio stilistico crea una continuità tra i versi, evitando brusche interruzioni e rafforzando l’idea del viaggio come processo inarrestabile, in cui ogni esperienza si intreccia con la successiva. Infine, Saba utilizza anche allitterazioni per sottolineare la musicalità del testo. La ripetizione di suoni, come nelle consonanti “s” e “l” in “scivolosi, al sole” e “sottovento sbandavano”, richiama il movimento morbido e avvolgente delle onde e delle vele, accentuando l’armonia del componimento e coinvolgendo il lettore in un’esperienza sensoriale.

Ulisse: il mito classico e la sua reinterpretazione

L’Ulisse di Saba si discosta dall’eroe epico narrato da Omero o Dante. Se nell’Odissea Ulisse è l’incarnazione dell’ingegno e della capacità di superare ogni ostacolo per tornare a casa, e nella Divina Commedia rappresenta l’audacia dell’esplorazione intellettuale, in Saba diventa un simbolo esistenziale, un uomo che vive nel paradosso tra la nostalgia per la stabilità e il bisogno di avventura. Saba recupera il mito in una dimensione moderna, dove il viaggio non è più un’epopea eroica ma un percorso interiore, fatto di scoperte e rinunce. Questo Ulisse non cerca Itaca, ma è spinto dalla forza inarrestabile del proprio spirito verso un orizzonte che non si può mai raggiungere.

Uno degli aspetti più profondi della poesia è il rapporto con il tempo. Il passato giovanile, rappresentato dal ricordo delle navigazioni, è descritto con un senso di meraviglia e spensieratezza, ma anche con la consapevolezza che quei momenti non possono più essere vissuti. Il presente, invece, è segnato dall’inquietudine e dal desiderio di continuare il viaggio, nonostante il peso dell’età e delle esperienze. Saba suggerisce che la vita è un ciclo di perdita e ricerca, dove ogni tappa rappresenta una trasformazione. Il poeta non si arrende alla staticità, ma continua a muoversi, spinto da una forza interiore che supera ogni confine temporale.

La poesia si conclude con un verso emblematico: “e della vita il doloroso amore”. Questo ossimoro racchiude il senso profondo dell’opera: l’amore per la vita non è mai privo di sofferenza, ma proprio questa dualità ne costituisce la bellezza. L’inquietudine dell’Ulisse di Saba è, in fondo, un riflesso della condizione umana, costantemente sospesa tra il desiderio di stabilità e il bisogno di andare oltre. La poesia “Ulisse” di Umberto Saba rappresenta una riflessione senza tempo sul viaggio, sulla ricerca interiore e sulla complessità della condizione umana. Con un linguaggio semplice ma denso di significato, il poeta riesce a rendere universale la propria esperienza personale, offrendo al lettore una visione profonda e toccante della vita.