Il barone rampante di Calvino: trama e commento
Italo Calvino è uno degli autori italiani più significativi del Novecento, noto per la sua capacità di unire realismo e fantasia in storie che esplorano le complessità della natura umana e della società. Tra le sue opere più celebri, Il barone rampante, pubblicato nel 1957, rappresenta una delle punte più alte del suo ingegno narrativo e della sua riflessione sulla vita.
Questo romanzo, parte della trilogia de I nostri antenati, è un viaggio allegorico e filosofico che combina avventura e introspezione, offrendo una riflessione profonda sulla libertà, la ribellione e il rapporto con la natura.
Il barone rampante: trama e riassunto
La storia de Il barone rampante si svolge nella Liguria del Settecento e ha come protagonista Cosimo Piovasco di Rondò, un ragazzo di dodici anni che, per ribellarsi a una famiglia soffocante e autoritaria, decide di salire su un albero e di non scendere mai più. Questo gesto, all’apparenza assurdo e infantile, diventa invece il simbolo di una scelta di vita radicale e definitiva: Cosimo manterrà la sua promessa e vivrà per il resto dei suoi giorni sugli alberi, senza mai mettere piede a terra.
La trama segue la crescita di Cosimo e le sue avventure, narrate dal fratello minore Biagio, che osserva con meraviglia e preoccupazione la straordinaria decisione del protagonista. Durante la sua vita sugli alberi, Cosimo non si isola dal mondo, ma, al contrario, instaura relazioni profonde con gli abitanti del villaggio e con vari personaggi che incontra lungo il percorso: contadini, nobili, intellettuali, e persino briganti. Nonostante la sua separazione fisica dal suolo, Cosimo rimane profondamente legato alle vicende umane e sociali del suo tempo, partecipando a discussioni filosofiche, a movimenti rivoluzionari e a una grande varietà di imprese.
Un momento chiave della sua vita è l’incontro con Viola, un amore tormentato e idealizzato che segna profondamente il suo percorso. Il loro rapporto è un continuo gioco di avvicinamenti e allontanamenti, riflettendo la difficoltà di conciliare la dimensione individuale della libertà con il legame amoroso. Cosimo si relaziona anche con altre figure significative, come l’Abate Fauchelafleur, con cui discute di filosofia e religione, e il brigante Gian dei Brughi, che diventa suo amico e compagno di avventure.
Cosimo, ormai adulto, diventa un vero e proprio mito per la sua comunità, un simbolo di saggezza e coerenza morale. Alla fine della sua vita, vecchio e stanco, rifiuta ancora una volta di scendere a terra, preferendo sparire, in un ultimo atto di fedeltà alla sua scelta originaria.
Analisi e commento de Il barone rampante
Il gesto di Cosimo di salire sugli alberi può essere interpretato come un atto di ribellione contro le convenzioni sociali e familiari, ma anche come una ricerca di libertà individuale e di autenticità. Cosimo, scegliendo di vivere sugli alberi, si colloca al di fuori delle regole del mondo, creando uno spazio in cui poter vivere secondo i propri valori e ideali. Questo gesto è emblematico della tensione tra l’individuo e la società, un tema centrale nella letteratura e nel pensiero di Calvino.
La vita sugli alberi di Cosimo diventa una metafora della ricerca di un equilibrio tra isolamento e coinvolgimento. Cosimo, pur distanziandosi fisicamente dal suolo, non si estrania dal mondo: osserva, partecipa e riflette sugli eventi storici e sociali del suo tempo. In questo senso, il romanzo rappresenta una riflessione sulla condizione umana, sul bisogno di autonomia e sul desiderio di appartenere a una comunità, due aspetti spesso in conflitto tra loro.
Uno dei temi più importanti del romanzo è il rapporto con la natura. Cosimo non solo si adatta alla vita sugli alberi, ma diventa parte integrante di quel mondo, sviluppando una relazione armoniosa con l’ambiente circostante. Gli alberi non sono semplicemente un rifugio, ma un elemento attivo della sua esistenza, che gli permette di muoversi, di vivere e di esplorare. Questa simbiosi con la natura è una critica implicita alla civiltà moderna e alle sue tendenze distruttive nei confronti dell’ambiente.
Calvino usa la figura di Cosimo per esplorare il concetto di coerenza morale. Cosimo è un personaggio che non tradisce mai la sua scelta iniziale: vive e muore sugli alberi, rimanendo fedele ai suoi principi. In un mondo in cui il compromesso e l’adattamento sono spesso necessari per sopravvivere, Cosimo rappresenta l’ideale dell’integrità. La sua scelta può sembrare estrema, ma riflette una volontà di non cedere alle pressioni esterne, di rimanere autentico e coerente fino alla fine.
Il rapporto con Viola introduce nel romanzo un elemento di contraddizione emotiva. Viola rappresenta il desiderio, la passione, ma anche l’instabilità. Il loro amore è caratterizzato da un continuo movimento di avvicinamento e allontanamento, una danza che riflette l’impossibilità di conciliare pienamente l’individualità di Cosimo con l’amore romantico. Viola, con la sua indole libera e indipendente, è allo stesso tempo il sogno e la minaccia per la libertà di Cosimo.