Mitologia greca: religione e divinità nell'antica Grecia
Dal Caos a Zeus, passando per Urano e Crono: la storia del 'potere' sul monte Olimpo
La religione nella mitologia greca
Le gesta delle numerose divinità dell’antica Grecia sono arrivate fino ai giorni nostri grazie ai miti tramandati nel corso dei secoli. Secondo la leggenda, in principio esisteva soltanto il Caos, un insieme estremamente confuso di elementi all’interno del quale era impossibile distinguere terra, cielo e mare. Si trattava della divinità creatrice, la cui progenie era spesso maligna, capricciosa e imprevedibile. Tra i primogeniti vi era Destino, chiamato anche Fato, il cui potere smisurato costrinse tutte le altre divinità a sottomettersi, adempiendo ai suoi ordini. I suoi fratelli, invece, erano Erebo, un abisso senza fondo caratterizzato dalle sue dense tenebre, Notte, buia e misteriosa, con il compito di fornire agli esseri umani buoni consigli e riposo, le tre Moire o Parche, che potevano determinare il destino degli uomini, Discordia e Vecchiaia. Soltanto in un secondo momento comparvero divinità ‘positive’, come Concordia, Amore o Eros e Giorno, e soltanto grazie alle loro unioni che si iniziò a portare ordine nel Caos. In particolare, da quella tra Urano (cioè il Cielo, il primo dio che ha regnato sull’Universo) e Gea (cioè la Terra), vennero generate le più antiche creature viventi, come titani, ciclopi ed ecatonchiri. Urano, tuttavia, rinchiuse quest’ultimi in un luogo segreto della terra e Gea, infuriata, convinse il figlio, il titano Crono, a spodestare il padre. Egli, che si sposò con la sorella Rea, dalla quale ebbe sei delle dodici divinità dell’Olimpo (Poseidone, Ade, Estia, Demetra, Era e Zeus), temeva di vivere lo stesso destino di Urano, pertanto ingoiò tutti i suoi figli nati, ad eccezione di Zeus, che la madre riuscì a nascondere a Creta. Sarà proprio lui, una volta divenuto adulto, a vincere la guerra contro Crono, a salvare i suoi fratelli e a diventare il dio del cielo e il signore degli dei sul monte Olimpo. A Poseidone venne dato il potere sul mare, ad Ade quello negli inferi, mentre tutti e tre governarono in comune la terra.
Le altre divinità nell’antica Grecia
I personaggi più importanti della mitologia greca sono proprio gli dei, cui le antiche civiltà elleniche conferirono tratti antropomorfi, tanto fisicamente, quanto nelle virtù, così come nei vizi e nei sentimenti, sia positivi come l’amore, l’altruismo e la commozione, che negativi come la rabbia, l’odio e l’invidia. La rassegna non può che iniziare con Zeus, il dio della giustizia e della pietà, descritto come un focoso amante di diverse fanciulle e capace di ricorrere a qualsiasi stratagemma pur di nascondere i propri tradimenti, e che sposò la sorella Era, la regina degli dei, dea del matrimonio e protettrice delle donne sposate, rappresentata come una moglie gelosa e vendicativa, capace di perseguitare le amanti e i figli illegittimi, nonché di appoggiare i Greci nella guerra di Troia soltanto perché Paride le preferì Afrodite in una gara di bellezza: dalla loro unione nacquero Ares (il dio della guerra, descritto come aggressivo e feroce), Ebe (la dea della giovinezza), Efesto (il dio del fuoco e della metallurgia, rappresentato come brutto e zoppo, venne cacciato dall’Olimpo a causa della sua deformità) e Ilizia (la dea del parto). Tra i fratelli di Zeus ed Era, il dio del mare – e in origine anche dei terremoti – Poseidone sposò la nereide Anfitrite, che generò Tritone (ebbe, inoltre, numerose altre relazioni, soprattutto con ninfe di sorgenti, che diedero alla luce figli famosi per la propria crudeltà, come il gigante Orione e il ciclope Polifemo, ma anche Pegaso, il celebre cavallo alato, concepito con la gorgone Medusa), il dio dei morti e signore delle ricchezze Ade o Plutone, che regnò sul mondo sotterraneo insieme alla ninfa Persefone, la dea del grano e dei raccolti Demetra, che diede origine alle stagioni e al ciclo di vita della vegetazione, e, infine, la dea del focolare Estia, preposta ai fuochi sacrificali e colei cui venivano rivolte le preghiere prima e dopo i pasti. Impossibile poi non citare Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza, nata dalla schiuma del mare secondo la Teogonia di Esiodo e da Zeus e Dione per Omero, che sposò Efesto una volta riaccolto nell’Olimpo, ebbe come amante Ares, rivaleggiò con la regina del mondo sotterraneo Persefone per l’amore di Adone e generò Enea con il principe di Troia Anchise. Atena fu invece la figlia prediletta di Zeus, nata già adulta dalla sua testa, armata di uno scudo con il capo di Medusa, di una lancia, dell’egida e dell’elmo: è la dea delle città greche, delle arti, dei mestieri e della saggezza (ma anche della guerra e protettrice dell’agricoltura e dei lavori femminili) e le fu dedicato il Partenone per aver donato l’ulivo ai Greci. Apollo nacque da Zeus e Leto, così come la sorella gemella Artemide. Egli è un dio profeta, come testimoniato dal suo oracolo a Delfi, ma anche della luce (veniva chiamato lo ‘splendente’), dell’agricoltura, del bestiame, della musica, della medicina, della luce poetica, della verità filosofica, dell’armonia e dell’ordine, guidò il carro del Sole, rimase giovane per l’eternità, fu un ottimo atleta e arciere, nonché nume tutelare dei giovani uomini, ma venne descritto come spietato e crudele; ella, invece, è la più importante delle divinità della caccia e degli animali selvatici, protettrice delle nascite, delle giovani fanciulle, della natura e dei raccolti, personificazione della Luna e ricorse all’uso di arco e frecce per punire i mortali che la indispettirono. Altro figlio di Zeus fu Ermes, nato dall’unione con Maia: dio del commercio, dei mercanti e degli atleti, custode delle mandrie, protettore dei ginnasi e degli stadi e responsabile della fortuna e della ricchezza, incaricato di condurre le anime dei morti nel mondo sotterraneo e dotato di poteri magici, fu il messaggero degli dei, rappresentato con sandali alati, un cappello a falda larga, una verga d’oro magica, serpenti intrecciati e ali. Infine, Dioniso o Bacco, nato dalla mortale Semele, fu il dio del vino e della vita naturale e insegnò agli uomini la viticoltura e la vinificazione.