La religione e la scultura dei Sumeri
La civiltà dei Sumeri, fiorita nella bassa Mesopotamia tra il IV e il III millennio a.C., ha lasciato un’impronta indelebile nella storia umana, soprattutto attraverso la sua complessa religione politeistica e le raffinate espressioni artistiche, in particolare nella scultura.
La religione dei Sumeri
I Sumeri praticavano una religione politeista, venerando numerose divinità che incarnavano le forze della natura e gli astri. Gli dèi erano rappresentati con caratteristiche antropomorfe, attribuendo loro aspetti e comportamenti umani. Ogni città-stato sumera aveva una divinità protettrice, alla quale era dedicato un tempio situato sulla sommità della ziqqurat, una struttura a gradoni che fungeva da centro religioso, economico e politico.
Le principali divinità sumeriche erano:
- An: dio del cielo, considerato il padre degli dèi.
- Enlil: dio dell’aria e del vento, associato alla terra e alle acque.
- Enki: dio dell’acqua e della sapienza, protettore dell’umanità.
- Inanna: dea dell’amore e della fertilità, associata al pianeta Venere.
- Utu: dio del sole, portatore di luce e giustizia.
I Sumeri credevano che gli dèi controllassero ogni aspetto della vita e della natura, influenzando il destino degli uomini. Per ottenere il favore divino, praticavano rituali e offrivano sacrifici di animali, vino, olio e cereali. I sacerdoti avevano il compito di interpretare la volontà degli dèi e di prevedere il futuro attraverso l’osservazione degli astri e altri presagi.
La visione sumerica dell’aldilà era piuttosto pessimistica: credevano che, dopo la morte, le anime finissero in un luogo oscuro e privo di vita, dove avrebbero vissuto come ombre per l’eternità. Questo rendeva fondamentale concentrarsi sulla vita presente e sulla prosperità terrestre.
La scultura dei Sumeri
L’arte scultorea sumera era strettamente legata alla religione e al culto delle divinità. Le opere erano realizzate principalmente in argilla, pietra calcarea e diorite, materiali scelti per la loro disponibilità e durevolezza. Le sculture avevano una funzione votiva o celebrativa, rappresentando divinità, sovrani, sacerdoti e fedeli in atteggiamenti di devozione.
Le caratteristiche delle sculture sumeriche:
- Statuette votive: piccole statue raffiguranti figure in preghiera, con mani giunte o sul petto, occhi grandi e sguardo fisso, simbolo di devozione e attenzione verso gli dèi.
- Proporzioni stilizzate: le figure presentano teste sovradimensionate rispetto al corpo, enfatizzando gli occhi e il volto per sottolineare il contatto con il divino.
- Abbigliamento: i personaggi sono spesso raffigurati con gonnellini a frange o mantelli decorati con iscrizioni cuneiformi, indicando il loro status sociale o ruolo religioso.
- Materiali preziosi: in alcuni casi, dettagli come occhi e capezzoli erano realizzati con inserti di lapislazzuli, una pietra blu molto pregiata, per aggiungere valore e sacralità all’opera.
Alcuni degli esempi più famosi sono la Statuetta di Eannatum che rappresenta il re di Lagash in atteggiamento orante, con occhi grandi e mani giunte, realizzata in alabastro calcareo con inserti in lapislazzuli, risale al 2500 a.C. e conservata nel Museo di Houston e la Statua di Gudea, che raffigura il governatore di Lagash in posizione eretta, con un lungo mantello decorato con iscrizioni cuneiformi e un’ampolla da cui sgorga acqua, simbolo delle opere di irrigazione da lui promosse. Realizzata in diorite, risale al 2150 a.C. ed è conservata al Museo del Louvre.
Oltre alle sculture a tutto tondo, i Sumeri realizzarono anche bassorilievi con scene di guerra, animali e cerimonie religiose. Questi rilievi, spesso incisi su stele, avevano una funzione celebrativa e propagandistica, esaltando le imprese dei sovrani e il loro rapporto con le divinità.
L’evoluzione dell’arte scultorea in Mesopotamia
Le innovazioni artistiche introdotte dai Sumeri furono riprese e sviluppate dalle civiltà che li succedettero nella regione mesopotamica, come gli Accadi, i Babilonesi e gli Assiri.
Con gli Accadi, l’arte scultorea acquisì un maggiore senso del movimento e della narrazione. Un esempio celebre è la Stele di Naram-Sin, che celebra la vittoria del sovrano accadico su un popolo nemico. Questa stele, influenzata dalle tradizioni sumeriche, introduce un uso più dinamico dello spazio e una composizione narrativa.
I Babilonesi, pur mantenendo molte delle tradizioni artistiche sumeriche, introdussero ulteriori elementi simbolici. La Stele di Hammurabi, per esempio, non solo mostra il re in rapporto diretto con il dio Shamash ma contiene anche il famoso codice di leggi, unendo arte e diritto in un unico capolavoro.
Gli Assiri, invece, esaltarono la potenza militare e politica attraverso rilievi monumentali. Le loro opere, sebbene più dettagliate e narrative, conservarono molte delle convenzioni stilistiche introdotte dai Sumeri, come l’enfasi sugli occhi e la centralità del rapporto con il divino.
Le opere d’arte sumere, oggi esposte in importanti musei come il British Museum e il Louvre, continuano a essere oggetto di studio e ammirazione. Questi reperti ci offrono una finestra unica su una civiltà che ha gettato le basi per molti aspetti della cultura occidentale.
Le tecniche utilizzate dai Sumeri, come l’intaglio nella pietra e l’uso di materiali preziosi, dimostrano la loro maestria artistica e la profondità della loro visione spirituale.