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Repubbliche Marinare, quali sono e riassunto degli eventi

Durante il Medioevo, grazie alle proprie attività marittime e alla conseguente prosperità economica, Amalfi, Genova, Pisa e Venezia ottennero l'indipendenza, diventando col tempo quattro potenze del Mediterraneo

Alessio Abbruzzese

Alessio Abbruzzese

GIORNALISTA

Nato e cresciuto a Roma, mi appassiono fin da piccolissimo al mondo classico e a quello sport, dicotomia che ancora oggi fa inevitabilmente parte della mia vita. Potete leggermi sulle pagine de Il cuoio sul Corriere dello Sport, e online sul sito del Guerin Sportivo. Mi interesso di numerosissime altre cose, ma di quelle di solito non scrivo.

Navigazione e commercio, oltre alla capacità di veicolare e diffondere nuove idee, anche in campo artistico, in tutto il Mediterraneo: è il grande ‘merito’ universalmente riconosciuto alle grandi Repubbliche Marinare. Altalenanti furono le fortune delle singole città: ad esempio Amalfi raggiunse il massimo splendore nel IX secolo, Pisa nel XII, Genova nel XIII e Venezia nel XIV. A loro si aggiunsero con gli anni Gaeta, Noli, Ancona e Ragusa, considerate anch’esse a tutti gli effetti delle Repubbliche Marinare. Dal 1947 gli stemmi delle quattro più famose fanno parte delle bandiere della Marina Militare italiana e di quella Mercantile.

Repubbliche Marinare: Amalfi

La prima ad ottenere l’indipendenza fu Amalfi quando, la popolazione, dopo la deportazione subita per mano del principe di Benevento Sicardo, nell’839 cacciò i longobardi e adottò un ordinamento repubblicano che restò in vigore fino al 945, anno in cui prese il potere Mastalo II, autoproclamatosi duca. A partire dal IX secolo Amalfi sviluppò una fitta rete di scambi con l’Egitto e con l’Impero bizantino, sottraendo agli Arabi il monopolio dei commerci nel Mediterraneo, fondando una serie di basi mercantili nell’Italia meridionale, in Nordafrica e in Asia, con fondachi a Costantinopoli, Laodicea, Beirut, Giaffa, Tripoli di Siria, Cipro, Alessandria, Tolemaide, Baghdad e in India. Fu il periodo di massimo splendore, in cui il territorio si estendeva dal fiume Sarno a Vietri, più Capri e il Ducato di Salerno, e la flotta era in grado di imporsi ripetutamente sui pirati saraceni. Alle porte dell’anno Mille la città coniava una moneta, il Tari, che aveva corso in tutti i principali porti mediterranei, e stilava le Tavole amalfitane, un codice marittimo utilizzato per tutto il Medioevo. L’attribuzione dell’invenzione della bussola, avvenuta in realtà in Cina, è dovuta ad un’erronea lettura di un passo dell’umanista Flavio Biondo: quel che è certo, però, è che la Repubblica Marinara fu la prima a capirne l’utilità ed ebbe il merito di diffonderla in tutta Europa. I vari duchi che si alternarono nel corso degli anni, inoltre, ebbero la lungimiranza di stringere solide alleanze con le più grandi potenze, dai bizantini al Papa, passando per i musulmani: le tracce del legame con l’Oriente sono visibili ancora oggi. Il declino di Amalfi, invece, iniziò nel 1039, quando il principe di Salerno Guaimario V conquistò la città, prima di essere sconfitto da Giovanni II nel 1052. Nel 1073, però, il Ducato fu nuovamente occupato, stavolta dal condottiero normanno Roberto il Guiscardo. Amalfi restò, tra alterne vicissitudini e numerose ribellioni, sostanzialmente autonoma fino al 1131, quando venne annessa da Ruggero II di Sicilia, che trasformò la città in uno scalo marittimo svevo-normanno. Il bacino commerciale si ridusse al Mediterraneo occidentale, prima di lasciare il proprio posto nella storia a Pisa, Venezia e Genova.

Repubbliche Marinare: Genova

Genova, ‘risorta’ nel X secolo dopo essere stata rasa al suolo dai saraceni, ottenne l’indipendenza nel 958, ‘ufficializzata’ poi nel 1096 con la creazione della ‘Compagna Communis’, un’unione di commercianti e feudatari locali. Due scelte particolarmente fortunate contribuirono all’ascesa della Repubblica Marinara: l’alleanza con Pisa, con la quale liberò dai pirati le aree del Mediterraneo di propria competenza, e l’adesione alla prima crociata, che poterà in dote numerosi privilegi, soprattutto per i mercanti genovesi residenti in Terrasanta. Con il trattato di Ninfeo del 1261 e la doppia vittoria con l’ex alleato toscano nella battaglia della Meloria del 1284 e in quella di Curzola del 1298, Genova – definita ‘La Superba’ da Petrarca – raggiunse l’apice della propria potenza, arrivando a controllare gran parte della Liguria, la Corsica, il Giudicato sardo di Torres, l’Egeo Settentrionale e la Crimea meridionale, che le permisero di dominare su tutto il Mediterraneo e sul Mar Nero. Il Trecento è invece il secolo che segnò un progressivo declino, sociale quanto politico ed economico, contrassegnato da violente lotte interne, causate dallo stesso ordinamento dello Stato che, basato su accordi privati tra le principali famiglie, generò governi brevi e instabili: ne approfittarono gli Aragonesi, occupando la Sardegna, Venezia, che si impose nella famose battaglie di Alghero (1353) e Chioggia (1379), ma anche la Francia e il Ducato di Milano, che ‘sottomisero’ Genova più volte. Dopo due secoli bui, tra dominazioni e pestilenze, arrivò tuttavia un nuovo momento di splendore, grazie all’avvento di Andrea Doria nel 1528: ciò fu dovuto soprattutto al Banco di San Giorgio, che ne fece un’autentica potenza economica mondiale, con numerose nazioni – su tutte la Spagna – vincolate ai prestiti dei banchieri, mentre il genovino, la moneta locale, divenne una delle più forti in circolazione. L’influenza francese, poi iberica, quindi austriaca e infine sabauda condussero lentamente la città al crollo definitivo, sancito dalla I campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte. Divenuta Repubblica Ligure nel 1797, otto anni più tardi – durante la II campagna – venne annessa alla Francia. Dal 1815, invece, passò al Regno di Sardegna, come stabilito durante il Congresso di Vienna.

Repubbliche Marinare: Pisa

Nata nell’XI secolo, Pisa si concentrò sin da subito sui commerci in tutto il Mediterraneo, scontrandosi inevitabilmente con i saraceni, sconfitti più volte tra il 1005 e il 1087, anche grazie all’alleanza con Genova. Inizialmente retta da un Visconte, che si contendeva il potere con il Vescovo, fu il Consiglio degli Anziani a donare alla Repubblica Marinara totale autonomia, ‘ufficializzata’ nel 1081 da Enrico IV di Franconia. Pisa aveva già occupato la Corsica e i giudicati sardi di Cagliari e Gallura: di fatto, era in totale controllo del Tirreno. Dopo essere entrata in possesso anche delle Baleari, crebbe in maniera esponenziale coi diritti commerciali acquisiti con le Crociate, grazie ai quali poté insediare numerosi fondachi in Terrasanta. Il legame con Genova si spezzò in virtù dell’appoggio ai ghibellini nella faida con i guelfi: non a caso, la moneta locale, l’aquilino, recava il nome dell’imperatore. L’apice lo raggiunse nella seconda metà del XII secolo e nella prima del XIII, quando la propria influenza si estese fino al Mediterraneo occidentale e il romanico pisano, uno stile architettonico che coniugava elementi classici e orientali, venne esportato pressoché ovunque. La battaglia navale della Meloria persa contro Genova segnò il declino della Repubblica Marinara toscana, costretta in breve tempo a rinunciare al proprio controllo sulla Corsica prima e sulla Sardegna poi. A contribuire all’implosione furono anche le rivali nell’entroterra – Lucca e Firenze – che indebolirono notevolmente il suo esercito. Dopo una breve, nuova alleanza con Genova, nel 1406 Pisa fu assediata dagli stessi liguri, insieme a milanesi, fiorentini e francesi ed annessa alla Signoria dei Medici, riacquisendo, per breve tempo, l’autonomia tra il 1494 e il 1509.

Repubbliche Marinare: Venezia

Fondata dai Veneti in fuga dagli Unni nel V secolo, Venezia iniziò a cullare sogni d’indipendenza dall’Impero bizantino nel 751. Per la sua realizzazione, però, istituzionalizzata nel 1143 con il ‘Commune Veneciarum’, dovrà attendere la guerra del 1122-1126, quando – acquisito un notevole potere economico grazie ai floridi commerci – il doge Domenico Michiel sconfisse l’Impero Romano d’Oriente. Nei primi anni Mille, poi, la città lagunare batté ripetutamente i saraceni nell’Adriatico, ‘strappando’ loro il controllo dell’Istria e della Dalmazia. Quindi, al termine della quarta crociata del 1202-1204, vennero conquistate le principali località marittime, da Corfù e Creta fino alla Siria e l’Egitto: tali successi le valsero il soprannome di Serenissima. A partire dal XIV secolo, fino al XVII, venne raggiunto l’apice del potere e del prestigio: la moneta, lo zecchino, analogamente a quanto accadde ad Amalfi, Genova e Pisa, divenne una delle più importanti in circolazione, mentre tra i possedimenti si aggiunsero il Dominio di Terraferma, comprendente Veneto, Friuli, Venezia Giulia e la Lombardia fino a Brescia, e lo Stato da Mar, un vero e proprio impero coloniale costituito – oltre ai territori precedentemente occupati – la quasi totalità delle isole greche e Cipro. Nonostante la vittoria di Lepanto del 1571, però, l’espansione dell’Impero ottomano e lo spostamento dei commerci nell’Oceano Atlantico segnarono un progressivo declino, con la conquista napoleonica del 1797 e la conseguente ‘riduzione’ di status a città-stato dipendente dagli Asburgo.