Il termine talvolta si scrive tutto attaccato, senza spazi tra le due parole che lo compongono, ossia tale – che subisce apocope diventando tal – e volta. È uno dei tanti casi di univerbazione, ossia di unione di due vocaboli che confluendo in un terzo assumono un significato diverso da quello originario.
Si tratta di un fenomeno molto comune nella lingua italiana, che si verifica in modi diversi: con la semplice giustapposizione di due termini – come accade in almeno, tuttavia e sottosopra -, con il raddoppiamento della consonante con cui inizia il secondo termine da cui è formato il lemma univerbato – ad esempio in quassù, soprattutto, chissà e affatto – o con troncamento della prima parola – è il caso di qualora, davanti e, appunto, talvolta.
Visto che l’univerbazione non segue una regola fissa, l’unica strada per non sbagliare la grafia dei termini generati da tale fenomeno è quello di imparare come si scrivono. Per farlo senza troppa fatica, un’ottima strategia è quella di fissarne il significato e contestualizzarli in una frase.
Partiamo dal valore semantico. Fin dal XIII secolo, talvolta – scritto in una sola parola – vuol dire talora, qualche volta, alle volte, mentre la forma staccata era molto rara già ai tempi di Dante. Parlando invece della sua funzione grammaticale vediamo che è impiegato come avverbio che compare singolarmente quando è usato in senso assoluto, ripetuto o in coppia con talaltra – sottinteso volta – quando funge da correlativo.
Vediamo ancora alcuni esempi per fissarne la giusta grafia.
Esempio 1: Talvolta mi sento stanco anche dopo aver dormito tutta la notte
Esempio 2: Davide talvolta è divertente, talvolta terribilmente noioso
Esempio 3: I miei figli talvolta mangiano gli spinaci, talaltra li rifiutano categoricamente