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Differenza tra fiaba e favola

Seppur erroneamente considerati spesso due sinonimi, ognuna presenta delle proprie peculiarità specifiche: ecco quali

Alessio Abbruzzese

Alessio Abbruzzese

GIORNALISTA

Nato e cresciuto a Roma, mi appassiono fin da piccolissimo al mondo classico e a quello sport, dicotomia che ancora oggi fa inevitabilmente parte della mia vita. Potete leggermi sulle pagine de Il cuoio sul Corriere dello Sport, e online sul sito del Guerin Sportivo. Mi interesso di numerosissime altre cose, ma di quelle di solito non scrivo.

Le differenze tra fiaba e favola

Molto spesso, ma è bene sottolineare erroneamente, “fiaba” e “favola” vengono considerati due sinonimi con cui ci si può indifferentemente riferire a qualsiasi racconto – destinato soprattutto ai bambini – in cui compaiono personaggi fantastici come streghe, maghi, folletti e animali dotati di parole e da cui è possibile imparare lezioni di vita. La realtà, però, è ben diversa: ognuno dei due termini, infatti, si riferisce a uno specifico tipo di narrazione, con dei tratti peculiari specifici e con una tradizione letteraria ben precisa, che non riguarda soltanto l’infanzia. Infatti, come afferma la Treccani, la più famosa enciclopedia in lingua italiana nonché, probabilmente, la massima impresa editoriale in ambito culturale nel nostro Paese, “ogni tanto si sente dire: ‘Raccontami una fiaba, una favola!’. Oppure: ‘Ma questa è una fiaba, una fandonia!’. Questi modi di dire contengono imprecisioni, anzi veri e propri errori. Perché tra fiaba e favola c’è una profonda differenza. La favola è di regola scritta da un autore, ha per protagonisti animali e alla fine contiene una morale con la quale si vuole insegnare un comportamento o condannare un vizio umano. La fiaba invece ha origini popolari antichissime, risale addirittura alla preistoria, e non ha una morale. E quando ha un autore è perché c’è stato uno scrittore che se l’è fatta raccontare e poi l’ha trascritta, ma il creatore della fiaba rimarrà sempre ignoto. Inoltre, le fiabe non sono fandonie. Le fiabe non raccontano ‘bugie’ ma inventano situazioni fantastiche, tanto da rappresentare un vero e proprio genere narrativo, riutilizzato dagli scrittori per i loro romanzi o per le storie scritte per i ragazzi. Le fiabe sono diffuse nel cinema, nei cartoni animati, nei videogiochi”.

Cos’è una fiaba

Come detto, la fiaba è una narrazione originaria della tradizione popolare, caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici come fate, orchi, giganti, coinvolti in storie dal sottinteso intento formativo o di crescita morale. Gli esempi più emblematici sono Cappuccetto rosso, Cenerentola e Pollicino che, come tutte, si caratterizzano per una serie di caratteristiche quali l’indeterminatezza (personaggi, epoca e luoghi sono quasi sempre indefiniti e remoti, spesso neanche nominati), l’inverosimiglianza (i fatti narrati sono spesso impossibili e frutto della magia, mentre i personaggi inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana, ma solo nella fantasia popolare o mitica, e non di rado sono personificazioni di concetti astratti come il bisogno, il male, il dolore), la ripetizione (i motivi, così come le frasi e le formule magiche, sono sempre ricorrenti, pertanto si ritrovano sovente anche in altre fiabe) e il finale (c’è sempre un lieto fine, con i buoni, i coraggiosi e i saggi che vengono premiati, le ragazze povere che diventano principesse e i giovani umili e ricchi di virtù che salgono sul trono). Per quanto riguarda il linguaggio, invece, si tratta di quello dei cosiddetti ‘narratori del popolo’, estremamente semplice, talvolta sgrammaticato, ma denso di modi di dire e formule del volgo, così come di discorsi diretti, in quanto le battute del dialogo permettevano al narratore di cambiare la voce e di tener viva l’attenzione di chi ascoltava.

Cos’è una favola

Al contrario, il termine favola deriva dal latino ‘fabula’ e dal verbo ‘for, faris, fatis sum, fari’ che significa letteralmente ‘dire, raccontare’. Al netto dei numerosi punti di contatto con la fiaba, a partire dalla comune etimologia delle due parole, la favola può essere considerata un genere letterario molto diverso, in cui non solo i suoi personaggi e le sue ambientazioni sono realistici, ma che, inoltre, è sempre accompagnato da una morale, vale a dire da un insegnamento relativo a un principio etico o un comportamento, che è solitamente formulato esplicitamente alla fine della narrazione (e non è invece soltanto sottinteso come nella fiaba).