
Morto Sebastião Salgado, cosa aveva studiato il celebre fotografo
Scopri cosa aveva studiato Sebastião Salgado prima di diventare un fotoreporter celebre in tutto il mondo: la vita e le opere più importanti
Il 23 maggio 2025 è morto a 81 anni a Parigi il celebre fotoreporter brasiliano Sebastião Salgado, uno tra i maggiori fotografi del XX e XXI secolo. In tutta la sua carriera, ha denunciato con il suo obiettivo le più grandi ingiustizie sociali contemporanee e ha immortalato magistralmente l’Amazzonia.
Se tantissimi lo conoscono e hanno visto le sue opere più celebri e il suggestivo documentario del 2014 “Il sale della terra”, in pochi sanno che Salgado è diventato fotografo solo dopo aver concluso gli studi universitari, apparentemente diversi da quella che poi è stata la sua carriera umanistica. Ecco cosa aveva studiato e dove.
- Cosa aveva studiato Sebastião Salgado prima di diventare fotografo
- La vita di Salgado e i suoi lavori più celebri
Cosa aveva studiato Sebastião Salgado prima di diventare fotografo
Sebastião Ribeiro Salgado Júnior (il suo nome completo all’anagrafe), è nato ad Aimorés, in Brasile, l’8 febbraio 1944.
Ha proseguito gli studi oltre le superiori, ma non in materie umanistiche o in fotografia, come si potrebbe pensare, bensì in materie economiche. Salgado, infatti, ha studiato alla facoltà di Economia dell’Università di San Paolo e successivamente si è trasferito negli Stati Uniti per iscriversi all’Università di Venderbit, a Nashville (Tennessee), per proseguire gli studi e ottenere il Master in Economia nel 1968.
Ma la carriera accademica di Salgado non si è fermata qui. Tra il 1969 e il 1971 si è trasferito a Parigi, dove ha continuato con gli studi ottenendo il Dottorato nella École Nationale de la Statistique et de l’administration économique.
La vita di Salgado e i suoi lavori più celebri
Il primo lavoro di Salgado dopo il Dottorato è stato nell’amministrazione dell’Organizzazione Internazionale del Caffè (OIC), dove è restato fino al 1973, anno in cui è avvenuta la svolta: in seguito a una missione lavorativa in Africa in cui ha iniziato a scattare foto con una Leica, ha deciso di lasciare il lavoro e dedicarsi alla fotografia da autodidatta.
Ha iniziato a lavorare per l’agenzia Gamma a Parigi, per poi passare nel 1979 a Magnum Photos, che ha lasciato nel 1994 per aprire la sua agenzia Amazonas Images.
Uno dei momenti salienti iniziali della sua carriera da fotoreporter è stato il tentato assassinio del presidente Ronald Reagan, il 30 marzo 1981: Salgado si trovava lì in quel momento e ha immortalato l’attentato. I suoi scatti hanno fatto il giro del mondo e hanno cambiato la vita del fotografo brasiliano,
Considerato un fotoreporter umanista, è stato più volte candidato dal World Press Photo al premio di fotografo dell’anno, e le sue opere hanno denunciato diverse ingiustizie sociali, come quelle legate alla tutela dell’ambiente, alle migrazioni e al lavoro. Di seguito i suoi lavori più significativi realizzati nel corso della sua carriera, vere e proprie opere d’arte:
- Sahel (1986): realizzato in Africa in collaborazione con Medici Senza Frontiere, questo lavoro testimonia la devastante carestia che colpì il Sahel negli anni ’80 a causa della siccità, mettendo in luce la sofferenza delle popolazioni colpite;
- Altre Americhe (1986): primo grande progetto di Salgado nato dopo sette anni di viaggi in America Latina. Documenta la vita delle comunità rurali e indigene, evidenziando la loro resilienza culturale e le condizioni di povertà;
- La mano dell’uomo. Workers (1993): un libro profondo che esplora il lavoro manuale in 26 Paesi, dai minatori d’oro in Brasile ai raccoglitori di tè in Ruanda, con l’intento di celebrare la dignità del lavoro umano in un mondo in rapido e continuo cambiamento;
- Terra (1997): opera dedicata al Movimento dei Senza Terra in Brasile. Un progetto che documenta la lotta per la riforma agraria e i diritti dei contadini, evidenziando le ingiustizie sociali legate alla distribuzione della terra;
- Exodus (2000): opera monumentale che testimonia le migrazioni forzate di milioni di persone a causa di guerre, persecuzioni e povertà. Per portare a termine questo lavoro, Salgado ha viaggiato in oltre 40 Paesi per documentare le crisi umanitarie;
- Children (2000): opera complementare a Exodus, che si concentra sui bambini rifugiati e migranti, mostrando l’impatto devastante dei conflitti e delle migrazioni sulle giovani generazioni;
- Genesis (2013): viaggio fotografico durato otto anni attraverso i luoghi più incontaminati del nostro pianeta, dalle foreste pluviali dell’Amazzonia ai ghiacciai dell’Antartide, per rendere omaggio alla bellezza e alla fragilità della natura;ù
- Amazônia (2021): nato grazie a oltre 48 spedizioni nella foresta Amazzonica, quest’opera documenta la biodiversità e le culture indigene, sottolineando la necessità di proteggere questo ecosistema vitale,
Nel 2014, inoltre, è uscito il film-documentario “Il sale della terra“, diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio del fotografo: un’opera che ripercorre la vita e le opere di Salgado, e che approfondisce il suo impegno artistico e sociale continuo, fino all’ultimo giorno.
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