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Per i 100 anni di Nonna Lidia: il diploma di laurea mai ritirato Fonte foto: iStock

Il regalo per i 100 anni di Nonna Lidia è la laurea mai ritirata

La famiglia della centenaria Lidia ha pensato di festeggiare la donna donandole la certificazione cartacea che non aveva potuto avere quando si laureò

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Festeggiare i cento anni è un traguardo importante e va celebrato con cura. Ma cosa si può regalare di speciale a una signora che ha superato il secolo di vita? La famiglia di nonna Lidia ha pensato con attenzione al dono migliore che avrebbe potuto far emozionare l’anziana di casa e alla fine hanno trovato il regalo perfetto: il diploma di laurea mai ritirato.

Il regalo per i 100 anni di nonna Lidia

La storia di nonna Lidia è stata raccontata dal Corriere della Sera. Negli anni la donna aveva raccontato ai figli che il diploma di laurea era rimasto nel cassetto, ovvero il certificato cartaceo non era mai stato ritirato. “All’università avevano la pergamena originale della laurea e ci hanno riconsegnato anche il suo diploma delle magistrali” ha spiegato Luca, uno dei cinque figli della signora.

Attualmente ritirare un diploma costa 100 euro più 16 di bollo, ma alla famiglia di Lidia non hanno fatto pagare nulla. La nonna centenaria, dopo la laurea, si è sposata e ha avuto appunto cinque figli: Maria Teresa e Edoardo, Stefania, Andrea e Luca. Da loro ha una quindicina tra nipoti e pronipoti che vanno dai due ai 48 anni. La donna si era laureata il 7 febbraio 1950 ma solo nel 2024 ha potuto toccare con mano la pergamena originale della sua laurea.

Perché nonna Lidia non aveva mai ritirato il diploma di laurea

Nonna Lidia ha frequentato l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano negli anni ’40, praticamente durante la Seconda Guerra Mondiale. Abitava in corso Garibaldi e si è laureata nel 1950 in Magistero con una tesi in Antropologia sulla Valle del Brembo che la donna scrisse a mano e fece illustrare dal futuro marito Domenico, all’epoca anche lui studente universitario.

In quegli anni ritirare la pergamena originale costava circa 30 mila lire (equivalenti, più o meno, a 575 euro attuali). “Mi ero appena sposata ed era una spesa che non volevo affrontare e non volevo chiederli ai miei genitori, che già avevano pagato la retta universitaria. Mi dicevo: La chiederò se mi servirà per ottenere un lavoro”, ha raccontato Lidia. Dopo il matrimonio sono arrivati i figli e la signora ha scelto di dedicarsi a loro. Proprio la sua numerosa famiglia ha quindi pensato di restituire il prezioso diploma di laurea mai ritirato.

Gli anni universitari di nonna Lidia

Nonna Lidia, a cento anni, gode di ottima salute e ricorda benissimo gli anni universitari. La famiglia della donna, negli anni ’40, era sfollata a Caglio, in Valsassina. “Al mattino prendevo il treno a Asso e venivo a lezione. Se c’era un’incursione aerea, il convoglio si fermava e fuggivamo nelle campagne”, ha detto. Tra i corridoi dell’università ebbe modo di conoscere uno dei fondatori della Cattolica, padre Agostino Gemelli che vedeva girare su una sedia a rotelle e “aveva un’aria austera e la fama di grande severità”.

All’epoca era invece ancora uno studente di Filosofia quello che poi è diventato il grande poeta David Maria Turoldo. “Molto simpatico e spiritoso. Un uomo di grandissima intelligenza – ha ricordato Lidia – Gli dicevamo: peccato che hai fatto il prete”. Parlando del grembiule nero che le studentesse hanno dovuto indossare fino agli anni ’60, Lidia ha spiegato: “Salivamo una scala riservata solo alle donne, in cima c’era la stanza coi grembiuli. Il mio fidanzato e futuro marito Domenico Rossotti studiava al Politecnico e si fermava ai piedi di quella scalinata”.

L’allora studentessa Lidia frequentavo la Fuci, federazione universitaria cattolica e andava a messa con il futuro marito Domenico “in una chiesa vicino alla Rinascente”. L’esame più temuto? “Avevo lo spauracchio di grammatica latina. Era un esame del primo anno – ha rivelato – ma lo diedi all’ultimo. Presi 19, il docente consigliò di rifiutare ma io accettai, perché dovevo di lì a poco sposarmi. La media non fu rovinata: ho preso 110/110“. Lidia avrebbe voluto fare il medico o la giornalista, poi ha scelto di dedicarsi alla famiglia e agli altri. In seguito due dei suoi figli sono diventati giornalista e medico, mentre lei, per 30 anni, ha fatto la volontaria all’Oftal accompagnando i malati a Lourdes.