Vittorio Alfieri: vita e opere
Nel panorama della letteratura italiana, il nome di Vittorio Alfieri spicca come innovatore nel teatro. La sua vita e le sue opere sono un tassello cruciale nella storia culturale del nostro paese.
In questa lezione approfondiremo in dettaglio la figura di Alfieri e l’impatto delle sue opere sulla letteratura e sul teatro dell’epoca.
- Vittorio Alfieri: la vita dell'autore
- Il pensiero di Vittorio Alfieri
- Le tragedie di Vittorio Alfieri
- Frase celebre di Vittorio Alfieri: Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli
Vittorio Alfieri: la vita dell’autore
Vittorio Alfieri, nacque il 16 gennaio 1749 ad Asti, è una delle figure più influenti nella storia del teatro italiano ed è stato il più grande tragediografo del Settecento. La sua vita fu caratterizzata da passione, lotta per l’indipendenza e un profondo impegno per l’arte drammatica. Cresciuto in una famiglia aristocratica, ricevette un’educazione accurata, che lo portò a sviluppare un amore per la letteratura e la filosofia.
La sua vita fu segnata da eventi tragici, come la morte prematura della madre e la successiva morte del padre. Questi eventi influenzarono profondamente la sua produzione artistica, portandolo a esplorare temi come la solitudine, la tragedia e la lotta per la libertà individuale.
Alfieri non fu soddisfatto dell’educazione ricevuta alla Reale Accademia di Torino e fece il grand tour nelle maggiori città europee, come da prassi per i giovani aristocratici. Trascorse così diversi anni all’estero, viaggiando tra Inghilterra, Francia e Svizzera. Queste esperienze arricchirono il suo bagaglio culturale e gli fornirono spunti per le sue opere future.
La “conversione" alla letteratura arrivò nel 1775 con la pubblicazione della sua prima opera teatrale, “Cleopatra“: da allora Alfieri si dedicò alla scrittura di 22 tragedie, il cui tema centrale è la lotta titanica tra la libertà individuale e la tirannide, e di alcune opere in prosa in cui riflette sul dispotismo.
In seguito alla pubblicazione della sua prima opera teatrale, scrisse una serie di drammi che affrontavano temi universali come l’amore, il potere e il destino. Le sue opere sono caratterizzate da uno stile linguistico potente e da un’attenzione scrupolosa alla psicologia dei personaggi. Saul e Mirra sono due delle sue tragedie più famose.
Va ricordata anche la sua autobiografia, conclusa nel 1803, l’anno della morte.
Il pensiero di Vittorio Alfieri
Vittorio Alfieri emerge non solo come drammaturgo di grande rilievo, ma anche come pensatore profondamente influenzato dagli ideali illuministici e dallo spirito rivoluzionario del suo tempo. La sua opera e il suo pensiero si intrecciano in un costante dialogo tra l’individuo e la società, tra l’aspirazione alla libertà e il conflitto con le strutture oppressive.
Il concetto di libertà occupa un posto centrale nel pensiero alfieriano. Cresciuto in un’epoca di turbolenze politiche, con la Rivoluzione Francese che scuoteva le fondamenta dell’Europa, Alfieri vedeva la libertà non solo come un diritto inalienabile dell’individuo, ma come una necessità essenziale per la realizzazione umana. Tuttavia, la sua visione non si limitava alla libertà politica: Alfieri esplorava la libertà interiore, la lotta dell’individuo contro le proprie catene emotive e psicologiche.
Nelle sue tragedie, questa tensione si manifesta attraverso personaggi tormentati, spesso intrappolati in dilemmi morali e in conflitti interiori devastanti. Eroi come Saul, Filippo e Polinice rappresentano l’eterna lotta tra l’individuo e le forze che cercano di soffocarlo, sia che si tratti di poteri politici, legami familiari o passioni interiori.
Parallelamente al suo impegno come drammaturgo, Alfieri si dedicò alla scrittura della sua “Vita", un’autobiografia che offre un’analisi penetrante della sua evoluzione intellettuale e morale. Attraverso questa opera, emerge un ritratto di un artista in costante lotta con se stesso, con i propri demoni e con le aspettative della società.
In sintesi, il pensiero di Vittorio Alfieri si configura come un appassionato appello alla libertà in tutte le sue forme, sia esterne che interne. La sua opera riflette le tensioni e i sogni di un’epoca di grandi cambiamenti, ma al tempo stesso esplora temi universali che risuonano in ogni era: la ricerca della verità, la natura dell’oppressione e la sete insaziabile dell’essere umano di trovare un significato e una realizzazione nella vita.
Le tragedie di Vittorio Alfieri
Le tragedie di Vittorio Alfieri rappresentano uno dei pilastri del teatro italiano del Settecento, caratterizzate da una potente espressione di passioni umane e da una profonda esplorazione dei dilemmi morali e sociali. Nel corso della sua carriera, Alfieri scrisse ben 19 tragedie, ognuna delle quali rivela il suo profondo impegno nella rappresentazione del conflitto tra l’individuo e l’oppressione, sia essa politica, sociale o interiore.
Uno degli elementi distintivi delle tragedie alfieriane è l’assenza di un lieto fine. I suoi protagonisti sono spesso eroi tragici, intrappolati in situazioni da cui non possono sfuggire, condannati dalla loro stessa natura o dalle circostanze esterne. Questa inevitabile fatalità non nasce da un cinismo dell’autore, ma piuttosto dalla sua convinzione che l’uomo, quando spinto ai suoi limiti, sia capace di grandezza e nobiltà, anche di fronte alla sconfitta o alla morte.
In opere come “Antigone", “Agamennone", e “Oreste", Alfieri si confronta con temi classici, rielaborando storie antiche alla luce dei problemi e delle tensioni del suo tempo. Queste tragedie esplorano la lotta per la giustizia, il prezzo dell’onore e la natura corrosiva della vendetta.
Ma è nelle tragedie in cui Alfieri affronta direttamente temi politici e sociali, come in “Filippo", “Maria Stuarda", e “Bruto Primo", che emerge con chiarezza la sua visione dell’oppressione e del desiderio di libertà. Questi drammi presentano tiranni e oppressori, ma anche eroi che resistono, che lottano per la libertà e la dignità, spesso pagando con la vita.
Oltre alla potente tematica, le tragedie di Alfieri si distinguono per uno stile incisivo e diretto. Pur rimanendo fedele alle convenzioni classiche, il drammaturgo riesce a trasmettere una profonda emozionalità, grazie a dialoghi tesi e a monologhi carichi di passione.
Frase celebre di Vittorio Alfieri: Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli
“Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli" è una celebre frase della Lettera responsiva a Ranieri de’ Calzabigi, scritta il 6 settembre 1783 da Vittorio Alfieri.
Nella lettera Alfieri manifesta l’intenzione di compiere ogni sforzo per diventare un autore tragico, visto il successo ottenuto dalla sua prima tragedia, Antonio e Cleopatra. La fama di questa frase è legata anche all’aneddoto per cui Alfieri avrebbe chiesto al suo domestico di legarlo alla sedia per concentrarsi esclusivamente sullo studio, senza distrazioni.
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Mappa mentale su Vittorio Alfieri: vita e opere
Nella mappa trovi le date fondamentali della vita di Alfieri e le sue opere più importanti.
Alfieri nasce ad Asti e infatti la sua “conversione" alla letteratura sarà seguita da un soggiorno in Toscana per spiemontesizzarsi e sfrancesizzarsi.
Nelle sue tragedie, tra cui spiccano Saul e Mirra, mette in scena la lotta tra libertà e potere, tema che torna anche nelle sue opere in prosa.
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