Saul di Alfieri: trama, analisi e personaggi
Saul è una delle tragedie più importanti e rappresentative di Vittorio Alfieri, scritta nel 1782. L’opera si ispira alla figura biblica di Saul, il primo re d’Israele, e si concentra sugli ultimi giorni della sua vita, esplorando il tormento interiore, la follia e la caduta di un sovrano ormai sopraffatto dal suo orgoglio e dalla sua disperazione. Attraverso Saul, Alfieri sviluppa uno dei temi cardine della sua produzione: il conflitto tra volontà e destino, tra la libertà individuale e le forze che ne impediscono il compimento.
Il dramma si articola attorno alla lotta di Saul contro se stesso, contro il senso di colpa e contro un potere che gli sfugge di mano. Con uno stile incisivo e carico di tensione, Alfieri realizza una tragedia di grande intensità, che scava nel profondo della psiche umana e rappresenta una riflessione sul potere, la follia e la solitudine del comando.
Saul: trama e riassunto
La trama di Saul si sviluppa in un arco temporale molto breve, che coincide con le ultime ore di vita del re Saul. Il sovrano è accampato con il suo esercito sul monte Gilboa, in attesa della battaglia contro i Filistei, nemici storici del popolo d’Israele. Fin dalle prime scene, è evidente lo stato di profonda inquietudine di Saul: egli si sente abbandonato da Dio e tormentato dai sensi di colpa per aver perseguitato Davide, il giovane che gli ha già sottratto l’affetto del popolo e che sarà il suo successore sul trono d’Israele.
Saul è dilaniato dalla sua stessa follia, incapace di distinguere tra realtà e paranoia. Mentre i suoi figli, tra cui Gionata, e i suoi fedeli tentano di confortarlo e prepararsi alla battaglia, Saul si immerge sempre più in un vortice di rabbia e disperazione. Il re vede in Davide il suo nemico principale, colui che, secondo una profezia, prenderà il suo trono, e vive con il terrore di essere tradito da tutti coloro che lo circondano.
Nonostante i tentativi di Gionata e degli altri personaggi di riportarlo alla ragione, Saul sprofonda sempre più nella sua ossessione, rifiutando ogni consiglio e opponendosi al volere divino. La figura di Davide, benché non presente fisicamente nell’opera, incombe su di lui come un’ombra minacciosa, aumentando la sua frustrazione e il senso di impotenza.
Il dramma culmina con la disfatta di Saul nella battaglia contro i Filistei. Dopo aver visto i suoi figli cadere in guerra, e con l’esercito in rotta, Saul, ormai completamente solo, sceglie di togliersi la vita, gettandosi sulla propria spada. La sua morte segna la fine di un sovrano che, pur cercando disperatamente di mantenere il potere, è stato distrutto dalle sue stesse paure e dalla sua incapacità di accettare il destino.
Saul: i personaggi principali
I personaggi di Saul incarnano diverse sfaccettature del potere, della lealtà e del conflitto tra ragione e follia. Alfieri costruisce figure che, pur orbitando attorno alla figura centrale del re, possiedono una propria autonomia psicologica, contribuendo a creare una tensione costante nel dramma.
Saul è il protagonista assoluto dell’opera. Re d’Israele, è una figura tormentata e tragica, il cui carattere è segnato dall’orgoglio, dalla gelosia e dalla paura. Saul rappresenta il sovrano che, giunto alla fine del suo regno, non riesce a tollerare la perdita del potere e si ribella contro il destino che lo vuole vinto. La sua follia è il risultato di un profondo conflitto interiore: da un lato, egli cerca di mantenere il controllo sul suo regno; dall’altro, sa di essere stato abbandonato da Dio e dai suoi stessi uomini. Saul è prigioniero del suo stesso potere e della sua incapacità di riconoscere i propri limiti, diventando così una figura simbolica della tragedia umana.
Gionata è il figlio maggiore di Saul, ed è un personaggio caratterizzato da lealtà e pietà filiale. Pur consapevole della follia del padre, Gionata non lo abbandona e cerca in tutti i modi di aiutarlo e proteggerlo. Egli rappresenta la ragione e l’onore, contrapponendosi all’irrazionalità e alla collera del re. Tuttavia, la sua fedeltà non basta a salvare Saul, e il suo sacrificio in battaglia segna un altro colpo per il fragile equilibrio mentale del padre.
David non appare mai direttamente nella tragedia, ma la sua figura è costantemente presente attraverso i pensieri ossessivi di Saul. Per il re, Davide non è solo il suo successore, ma il simbolo della sua caduta e della perdita del favore divino. Il giovane pastore, che diventerà re d’Israele, rappresenta la giovinezza, la purezza e il futuro, mentre Saul incarna la decadenza, l’invecchiamento e la fine.
Abner e Achimelech sono due fedeli servitori di Saul. Il primo è il comandante dell’esercito, che tenta invano di mantenere l’ordine e la disciplina tra le truppe, nonostante il comportamento instabile del re. Il secondo è un sacerdote, che cerca di confortare Saul con la fede e di convincerlo ad accettare il volere di Dio. Entrambi i personaggi rappresentano la lealtà al sovrano, ma anche l’incapacità di salvare un uomo ormai perduto nelle sue paranoie.
Saul: analisi e commento dell’opera
Saul è una tragedia di estrema profondità psicologica, in cui Alfieri esplora i temi della follia, del potere e del destino. Il personaggio di Saul è l’incarnazione dell’uomo che si ribella contro il fato, che non accetta di essere superato da forze più grandi di lui e che, nel tentativo di preservare la propria autorità, finisce per distruggere se stesso.
Uno dei temi centrali dell’opera è la solitudine del potere. Saul è un re che, nonostante sia circondato da fedeli servitori e dal suo stesso figlio, vive in una condizione di isolamento totale. La sua ossessione per Davide, il suo successore, lo rende incapace di fidarsi di chiunque, persino dei suoi più stretti alleati. Questa solitudine non è solo fisica, ma anche psicologica: Saul è prigioniero dei suoi pensieri e delle sue paure, incapace di aprirsi agli altri e di condividere il proprio dolore.
Il tema della follia è altrettanto cruciale. Saul è un personaggio che scivola progressivamente verso la pazzia, consumato dalla gelosia, dalla paranoia e dal senso di colpa. Alfieri rappresenta la follia del re non come un semplice crollo mentale, ma come una conseguenza inevitabile del suo orgoglio e della sua incapacità di accettare i limiti del proprio potere. Saul non è solo un re che perde il trono: è un uomo che perde la propria umanità, la capacità di razionalizzare e di vedere la realtà per ciò che è.
Alfieri, con il suo stile tipicamente incisivo e tragico, costruisce dialoghi intensi, carichi di pathos, che riflettono la disperazione e la rabbia del protagonista. Il linguaggio dell’opera è essenziale, privo di fronzoli, e rispecchia la tensione drammatica che attraversa tutta la tragedia. Non ci sono momenti di tregua o di leggerezza: ogni scena è permeata da un senso di imminente catastrofe, che culmina nella morte di Saul.
Un altro tema fondamentale è quello del conflitto tra volontà e destino. Saul lotta contro un destino che sembra già scritto: sa che Davide diventerà re al suo posto e che il suo regno è destinato a finire, ma non può accettarlo. La sua ribellione contro il fato lo porta a sprofondare sempre di più nella follia, fino al suicidio finale. In questo senso, Saul è una riflessione sulla condizione umana, sull’impossibilità di controllare completamente il proprio destino e sulla lotta tra l’individuo e le forze superiori che ne determinano il corso della vita.
Infine, Saul rappresenta anche una riflessione sul potere e la sua caducità. Saul, che un tempo era un re forte e rispettato, è ormai ridotto a un uomo fragile e insicuro, incapace di governare non solo il suo regno, ma anche se stesso.