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Coketown: riassunto e analisi della città creata da Dickens

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Nel romanzo “Tempi difficili” (Hard Times), Charles Dickens crea la città immaginaria di Coketown, simbolo dell’Inghilterra industriale del XIX secolo. Questo luogo non è solo un’ambientazione, ma un potente mezzo narrativo che Dickens utilizza per criticare il sistema industriale e il suo impatto sulla società. Attraverso una descrizione minuziosa, Coketown diventa il riflesso delle ingiustizie sociali e delle condizioni disumane in cui vivono i lavoratori. In questo articolo, esploreremo il significato e le caratteristiche di Coketown e la vita dei suoi abitanti, attraverso l’analisi dei personaggi principali del romanzo.

Cos’è Coketown e quali caratteristiche ha

Coketown, come suggerisce il nome, è una città industriale il cui cuore pulsante è rappresentato dalle fabbriche. Il nome “Coketown” deriva dall’inglese “coke”, che si riferisce al carbone utilizzato nei forni industriali. In italiano potrebbe essere tradotto come “Città del carbone”, evocando immediatamente un’immagine di polvere, fumo e sporcizia. Dickens, con una descrizione realistica e cruda, riesce a far percepire al lettore il grigiore e l’oppressione di questa città.

La città è descritta come un luogo monotono e soffocante, caratterizzato da file interminabili di edifici uguali, tutti costruiti in mattoni rossi che, a causa del fumo delle fabbriche, appaiono quasi neri. Le strade sono piene di fumo e fuliggine, il cielo è spesso coperto da una coltre grigia e le ciminiere sembrano “serpenti alati”, che sputano fumo senza sosta. Questa immagine di Coketown rappresenta l’industrializzazione in tutte le sue forme più negative: alienazione, inquinamento e disumanizzazione.

La città è divisa in due aree principali: quella delle fabbriche e quella delle abitazioni degli operai. Le prime sono enormi strutture in cui migliaia di uomini, donne e persino bambini lavorano in condizioni spaventose, spesso privi di diritti e costretti a turni estenuanti. Le abitazioni, d’altra parte, sono piccole, povere e tutte simili tra loro, contribuendo alla sensazione di uniformità e mancanza di identità personale che permea l’intera città.

La descrizione di Dickens, sebbene a volte iperbolica, sottolinea la totale mancanza di colore e diversità a Coketown. La città è un vero e proprio simbolo del processo di standardizzazione e deumanizzazione che l’industrializzazione porta con sé. Inoltre, la monotonia degli edifici e il costante rumore delle macchine riflettono l’idea di una città che, seppur moderna, è priva di anima. Questo concetto si collega direttamente alla critica di Dickens verso l’idea che il progresso tecnologico possa essere raggiunto a scapito della dignità umana.

La vita a Coketown

La vita a Coketown è estremamente difficile e spesso priva di speranza. Gli abitanti sono, in gran parte, operai che trascorrono la loro esistenza in fabbrica, lavorando senza sosta per salari minimi. Lavorano dalle prime luci dell’alba fino a notte inoltrata, immersi in condizioni disumane, circondati dal rumore incessante delle macchine e dal fumo delle ciminiere. Il lavoro alienante priva le persone della loro creatività e della loro umanità, riducendole a semplici ingranaggi di una macchina produttiva che non tiene conto delle loro necessità.

I personaggi principali del romanzo incarnano perfettamente le conseguenze di questa realtà. Stephen Blackpool, uno degli operai di Coketown, rappresenta il prototipo dell’operaio sfruttato e oppresso dal sistema. Vive una vita di sacrificio, contraddistinta da difficoltà economiche e personali. Il suo matrimonio fallito con una donna alcolizzata e violenta lo rende prigioniero non solo del suo lavoro, ma anche della sua vita privata. Stephen è un uomo onesto e gentile, ma la sua bontà non lo salva dalla disperazione che lo circonda. Nonostante desideri migliorare la sua condizione, si rende conto di essere imprigionato in una struttura sociale che non offre alcuna possibilità di riscatto.

Un altro personaggio significativo è Louisa Gradgrind, figlia di un uomo ossessionato dai numeri e dalla logica, che rappresenta il mondo borghese. Cresciuta senza alcuna libertà di espressione o sviluppo emotivo, Louisa viene educata secondo i rigidi principi del padre, che rifiuta ogni forma di immaginazione e sentimento. Questo la porta a una vita arida e vuota, in cui si sposa senza amore con Josiah Bounderby, uno degli uomini più potenti di Coketown e proprietario di molte fabbriche. Bounderby è un uomo arrogante, che si vanta delle sue umili origini e del suo successo, ma che in realtà disprezza profondamente gli operai e non ha alcuna empatia per loro.

La vita dei lavoratori è quindi dominata dalla fatica, dalla mancanza di diritti e dalla totale assenza di prospettive future. Le loro esistenze sono spente, ridotte a una ripetizione costante di giornate identiche, senza spazio per il divertimento, l’istruzione o la cultura. Gli operai di Coketown sono privati non solo della loro individualità, ma anche della possibilità di sognare una vita migliore.

Un altro aspetto importante della vita a Coketown è il contrasto tra le classi sociali. Da un lato ci sono gli operai, che vivono in condizioni di estrema povertà e subiscono l’oppressione del sistema industriale. Dall’altro ci sono i borghesi, come il signor Gradgrind e Bounderby, che traggono profitto dal lavoro degli operai e sembrano ignorare completamente le loro sofferenze. Questo divario tra le classi è uno dei temi centrali del romanzo, e Dickens lo utilizza per evidenziare l’ingiustizia e l’indifferenza della società industriale.

Nonostante la situazione opprimente, alcuni personaggi, come Rachael, l’amica di Stephen, incarnano una luce di speranza in questo mondo cupo. Rachael rappresenta la bontà e la solidarietà, dimostrando che, anche in un ambiente così ostile, possono esistere sentimenti di compassione e amore. È grazie a lei che Stephen riesce a trovare un momento di pace nella sua vita tormentata, sebbene il sistema in cui vive non gli permetta di migliorare la sua condizione.

In sintesi, Coketown non è solo una città, ma un microcosmo che riflette le tensioni e le contraddizioni della società industriale del XIX secolo. Dickens, attraverso la sua descrizione dettagliata e i personaggi che la abitano, ci offre una critica feroce del capitalismo selvaggio, dell’alienazione del lavoro e della disumanizzazione che esso comporta. La città diventa un simbolo della sofferenza e della privazione che caratterizzano la vita degli operai, ma anche del divario incolmabile tra le classi sociali.