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Eveline: trama e analisi del racconto di Joyce

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Eveline, uno dei racconti più celebri della raccolta Dubliners (1914) di James Joyce, è un’opera che affronta in modo intenso e struggente il tema della paralisi. Ambientato nella Dublino di inizio Novecento, il racconto si concentra su una giovane donna, Eveline, e la sua lotta interiore tra il desiderio di fuggire dalla sua vita opprimente e la paura di abbandonare il familiare. Attraverso una narrazione breve ma incisiva, Joyce esplora il conflitto tra speranza e rassegnazione, due forze che si scontrano nell’animo della protagonista, portandola a un momento cruciale di epifania.

Trama e riassunto del racconto Eveline

La storia di Eveline si apre con la protagonista seduta accanto a una finestra mentre osserva la strada, un simbolo della sua vita statica e soffocante. Eveline è una giovane donna dublinese di circa diciannove anni, che vive con il padre violento e i fratelli minori. La madre di Eveline è morta e con la sua morte Eveline ha ereditato la responsabilità della casa e dei suoi familiari. La sua vita è monotona e segnata dalla sottomissione e dal sacrificio.

Mentre osserva la vita che scorre fuori dalla finestra, Eveline riflette sul suo passato e sul suo presente. La sua mente è divisa tra i ricordi della sua infanzia, quando la vita sembrava più semplice e felice, e la sua situazione attuale, segnata dalla fatica e dalla solitudine. È evidente che il suo legame con la casa e con la città di Dublino è ambivalente: da un lato, si sente soffocata e oppressa, dall’altro, trova in essa una sorta di stabilità e familiarità.

Il punto di svolta del racconto si presenta quando Frank, un marinaio che ha promesso di portarla via con sé a Buenos Aires, le propone di partire e iniziare una nuova vita insieme. Eveline vede in Frank una possibilità di fuga dalla sua esistenza grigia e dalla violenza del padre, ma allo stesso tempo è combattuta dalla paura di lasciarsi tutto alle spalle. Il padre di Eveline è una figura autoritaria e aggressiva, e la sua presenza nella vita della ragazza contribuisce notevolmente al suo desiderio di evadere.

Nel momento decisivo, quando Eveline è sul punto di imbarcarsi sulla nave con Frank, viene sopraffatta dal terrore e dall’indecisione. Alla fine, non riesce a muoversi: rimane paralizzata sul molo, incapace di andare avanti o di salutare Frank. La sua incapacità di agire simboleggia la paralisi che Joyce vede come un tratto caratteristico della società irlandese dell’epoca. Eveline, come molti altri personaggi di Dubliners, non riesce a liberarsi dalle catene della sua vita, anche se ha la possibilità di farlo. La storia si conclude con la ragazza che osserva Frank partire da sola, in preda a una confusione emotiva, lasciando il lettore con un senso di inevitabile tristezza e frustrazione.

I personaggi principali del racconto Eveline

Sebbene il racconto sia principalmente focalizzato su Eveline, ci sono alcuni personaggi secondari che giocano un ruolo chiave nella costruzione della sua psicologia e delle sue decisioni. Ciascuno di questi personaggi rappresenta una forza o un’influenza che contribuisce al senso di conflitto interiore della protagonista.

Eveline è il personaggio centrale del racconto e rappresenta il tema della paralisi che permea l’intera raccolta di Dubliners. È giovane, ma la sua vita sembra già segnata dalla monotonia e dalla privazione. La sua condizione di donna nella società irlandese di inizio secolo la pone in una posizione di subordinazione: da quando la madre è morta, Eveline ha preso su di sé il peso delle responsabilità domestiche, diventando una sorta di martire familiare. Eveline sogna di sfuggire a questa vita, ma allo stesso tempo è profondamente legata al senso del dovere e ai vincoli familiari. Il suo conflitto interiore tra fuga e stabilità è il cuore del racconto.

Frank è il marinaio che offre a Eveline l’opportunità di cambiare la sua vita. Viene descritto come un uomo gentile e affettuoso, che le ha raccontato delle sue avventure in mare e dei luoghi lontani che ha visitato. Frank rappresenta per Eveline la possibilità di evadere dalla sua esistenza soffocante e di scoprire il mondo oltre i confini di Dublino. Tuttavia, la sua figura, sebbene positiva, non riesce a superare la forza delle paure e dei legami di Eveline con il suo passato. Frank simboleggia la libertà e l’avventura, ma anche l’ignoto, un fattore che Eveline non riesce ad accettare del tutto.

Il padre di Eveline è un uomo violento e autoritario, che ha una relazione tormentata con la figlia. Sebbene non sia descritto in dettaglio nel racconto, la sua presenza è costantemente percepita come un’ombra minacciosa che incombe su Eveline. Dopo la morte della madre, il comportamento del padre è peggiorato e la ragazza si ritrova a vivere in un clima di abusi psicologici e controllo. È lui che, in ultima analisi, rappresenta uno degli ostacoli più grandi per la libertà di Eveline: la paura di disobbedirgli e di abbandonare le sue responsabilità familiari è una delle ragioni principali per cui la ragazza non riesce a partire con Frank.

Il personaggio di Eveline: chi è e quali caratteristiche ha

Eveline, come personaggio, è un esempio perfetto di come Joyce esplori il tema della paralisi psicologica e sociale nei suoi racconti. Eveline è una giovane donna intrappolata tra il passato e il futuro, tra il desiderio di fuggire e la paura di cambiare. Le sue caratteristiche principali includono la paura dell’ignoto, il senso del dovere e la passività, tutte espressioni della sua incapacità di prendere in mano la propria vita.

Uno degli aspetti più importanti del personaggio di Eveline è la sua paura dell’ignoto. Sebbene Frank le offra una via di fuga e una nuova vita lontana dall’oppressione domestica, Eveline è incapace di immaginarsi in un mondo completamente diverso da quello che conosce. Questa paura è rappresentata chiaramente nella scena finale, quando Eveline si ritrova incapace di salire sulla nave. Il suo timore non è solo legato al viaggio fisico, ma anche al cambiamento emotivo e psicologico che ne deriverebbe. Eveline, pur desiderando ardentemente una vita migliore, non è disposta a rischiare il conforto familiare, per quanto soffocante esso sia.

Il senso del dovere è un’altra caratteristica fondamentale di Eveline. Cresciuta in una famiglia tradizionale, Eveline ha interiorizzato l’idea che il suo ruolo sia quello di prendersi cura dei suoi familiari, anche a costo di sacrificare la propria felicità. Questo senso del dovere è strettamente legato alla promessa fatta alla madre morente: non abbandonare la famiglia. La promessa si trasforma in una sorta di prigione psicologica che impedisce a Eveline di emanciparsi. Joyce mostra come i legami familiari, che dovrebbero essere fonte di amore e protezione, possano diventare catene che limitano la libertà individuale.

Un altro tratto distintivo di Eveline è la sua passività. Durante tutto il racconto, Eveline sembra essere più spettatrice che protagonista della sua stessa vita. Anche nei momenti decisivi, come quando Frank le propone di partire, Eveline non è in grado di prendere una decisione autonoma. Questa passività è il risultato di anni di sottomissione e oppressione, che hanno annullato la sua capacità di agire. Eveline si sente intrappolata in un ciclo di inerzia, incapace di ribellarsi contro il destino che le è stato imposto.