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Gente di Dublino (The Dubliners) di Joyce: trama e analisi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Gente di Dublino (The Dubliners), pubblicato nel 1914, è una raccolta di racconti che segna un punto di svolta nella carriera di James Joyce. Questo libro rappresenta uno dei primi grandi contributi di Joyce alla letteratura moderna, portando alla ribalta uno stile narrativo innovativo e tematiche profonde. In Gente di Dublino, Joyce esplora la vita quotidiana della classe media irlandese all’inizio del XX secolo, con particolare attenzione alla città di Dublino. Attraverso quindici racconti interconnessi, l’autore dipinge un ritratto dettagliato e spesso malinconico della paralisi morale, emotiva e sociale che caratterizza i suoi personaggi. Il realismo con cui sono tratteggiate queste storie rende l’opera un’esplorazione intima della condizione umana, in un contesto culturale e geografico ben definito.

Trama e riassunto di Gente di Dublino

La raccolta Gente di Dublino si compone di quindici racconti che non seguono una trama unitaria ma presentano una serie di vicende ambientate a Dublino, ciascuna incentrata su un momento di svolta o di epifania per i protagonisti. Joyce, attraverso la struttura episodica del libro, cattura la quotidianità e le frustrazioni della vita urbana.

I racconti spaziano da episodi infantili, come nel racconto iniziale Le sorelle, dove un giovane ragazzo cerca di comprendere il mistero della morte di un prete, fino a storie più mature che trattano di disillusioni amorose, rivelazioni morali e la consapevolezza della propria impotenza di fronte alle circostanze della vita. La raccolta si conclude con il racconto The Dead (I morti), uno dei più celebri, in cui il protagonista, Gabriel Conroy, vive un profondo momento di riflessione durante una festa di famiglia, arrivando a confrontarsi con il peso della morte e della memoria.

Ciascun racconto esprime una sorta di paralisi emotiva o sociale. I personaggi si trovano intrappolati in vite che non sono mai all’altezza delle loro aspettative, schiacciati dalla monotonia quotidiana e da legami familiari o sociali. Il leitmotiv del libro è proprio questa inabilità a cambiare il proprio destino o a spezzare le catene invisibili che li legano alla città di Dublino.

Joyce riesce a trasformare le storie più semplici in potenti riflessioni sulla condizione umana, utilizzando episodi apparentemente banali per riflettere su temi universali come la morte, la frustrazione e la distanza tra i desideri e la realtà. Il libro offre uno sguardo inedito sulla società irlandese dell’epoca, ma allo stesso tempo affronta temi di portata universale, rendendolo un’opera sempre attuale.

I personaggi principali di Gente di Dublino

Nonostante si tratti di una raccolta di racconti brevi, molti dei personaggi di Gente di Dublino sono tratteggiati con tale profondità che riescono a rimanere impressi nella mente dei lettori. Sebbene i protagonisti varino da un racconto all’altro, tutti condividono una certa vulnerabilità e un senso di sconfitta o rassegnazione. Di seguito, vedremo alcuni dei personaggi più emblematici dell’opera.

Eveline

Nel racconto omonimo, Eveline è una giovane donna che vive con il padre violento e i suoi fratelli. Sogna di fuggire da questa vita di sofferenza e di partire per Buenos Aires con il suo fidanzato, Frank, un marinaio che le offre la possibilità di una vita migliore. Tuttavia, quando si trova al porto pronta a partire, è paralizzata dalla paura e dalla responsabilità familiare. Eveline rappresenta il tema della paralisi e l’incapacità di prendere decisioni definitive, un elemento ricorrente nell’opera di Joyce.

Gabriel Conroy

Gabriel Conroy è il protagonista del racconto finale, The Dead. A differenza di altri personaggi, Gabriel sembra essere relativamente soddisfatto della sua vita, ma durante una festa di famiglia invernale, scopre che sua moglie Gretta è ancora profondamente turbata dal ricordo di un amore giovanile morto prematuramente. Questo porta Gabriel a una dolorosa presa di coscienza sulla sua stessa esistenza, che culmina in una riflessione amara sulla mortalità e sull’insignificanza delle sue scelte. Gabriel è uno dei personaggi più complessi e rappresenta il climax tematico della raccolta.

Farrington

Protagonista del racconto Contropartita, Farrington è un impiegato frustrato che passa le giornate lavorative sottomesso ai suoi superiori e le serate a bere nei pub, cercando di dimenticare le sue miserie. Il suo comportamento violento verso i figli e la moglie riflette l’impossibilità di sfuggire alla rabbia e al fallimento che permeano la sua esistenza. Il personaggio incarna la sconfitta di molti uomini irlandesi della classe lavoratrice, intrappolati in vite che non possono migliorare.

Lenehan

Nel racconto Due galanti, Lenehan è un uomo di mezza età che vive sfruttando i favori e le relazioni con gli altri. Mentre segue il suo amico Corley durante una delle sue avventure romantiche, Lenehan riflette sulla sua vita fallimentare, arrivando alla conclusione che la sua esistenza è vuota e priva di significato. Il personaggio di Lenehan riflette la frustrazione e l’autocommiserazione di coloro che cercano di ottenere qualcosa nella vita senza mai riuscirci veramente.

Questi personaggi, insieme agli altri protagonisti dei racconti di Gente di Dublino, sono accomunati dalla loro incapacità di sfuggire alle circostanze che li circondano. Joyce ritrae le loro vite con uno stile realistico e spietato, mettendo in evidenza le debolezze e le paure che definiscono la loro esistenza.

Analisi e stile di Joyce in Gente di Dublino

L’analisi di Gente di Dublino non può prescindere dall’attenzione allo stile narrativo di Joyce, che in questo caso si presenta in una forma relativamente sobria rispetto alle sue opere successive come Ulysses. Tuttavia, ci sono elementi caratteristici che rendono il libro un capolavoro di tecnica narrativa.

Uno degli aspetti più importanti è il realismo con cui Joyce descrive la vita a Dublino. L’autore non si limita a raccontare eventi e situazioni, ma riesce a rendere tangibile l’atmosfera della città e la paralisi morale dei suoi abitanti. Dublino, nelle parole di Joyce, non è solo un luogo fisico, ma diventa il simbolo di una società stagnante, in cui i sogni e le aspirazioni si scontrano costantemente con la dura realtà.

Joyce utilizza frequentemente il concetto di epifania, ovvero un momento di improvvisa consapevolezza o illuminazione per i personaggi. Questi momenti, però, non conducono mai a un vero cambiamento, ma piuttosto mettono a nudo la frustrazione dei personaggi. Ad esempio, Gabriel Conroy in The Dead ha un’epifania sulla propria esistenza e sull’amore perduto della moglie, ma questa presa di coscienza non porta a una risoluzione concreta.

Il tema centrale di Gente di Dublino è proprio la paralisi: i personaggi si trovano intrappolati in vite che sembrano non poter evolvere, sia per motivi sociali che personali. Eveline, ad esempio, non riesce a fuggire dal suo ambiente familiare, mentre Farrington non può sfuggire alla sua miseria economica ed emotiva. La frustrazione e l’inazione permeano ogni racconto, e Joyce rende chiara la sua critica alla società irlandese dell’epoca, che egli vedeva come opprimente e priva di slanci vitali.

Lo stile di Joyce in Gente di Dublino si caratterizza anche per l’uso di un linguaggio semplice e diretto, che riflette il realismo della narrazione. Tuttavia, non mancano passaggi di grande poeticità, soprattutto nelle descrizioni dell’ambiente e degli stati d’animo dei personaggi. La raccolta rappresenta una perfetta sintesi tra osservazione sociale e riflessione interiore, ponendo le basi per le opere più complesse che Joyce scriverà negli anni successivi.