Salta al contenuto

Jonathan Swift e I viaggi di Gulliver

Il geniale e misantropo scrittore irlandese è considerato uno dei grandi maestri di prosa britannici. La sua opera più famosa è parte del patrimonio culturale dell’umanità

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Acerrimo nemico della stupidità umana, che fosse politica, morale o religiosa, Jonathan Swift fece della sua vita e della sua opera una crociata contro l’irrazionalità e ogni limitazione alla libertà dell’uomo. Il geniale scrittore irlandese, nato a Dublino il 30 novembre 1667, entra di diritto tra i grandi maestri di prosa britannici. Il geniale “I viaggi di Gulliver” costituisce la sua opera principale e fa parte del patrimonio culturale dell’umanità. A metà tra il romanzo di fantascienza e la satira politica e sociale, la saga di Gulliver costituisce, in punta d’ironia, un’amara riflessione sulla sua epoca e sui difetti della condizione umana.

Quando un vero genio fa la sua comparsa nel mondo lo potete riconoscere grazie a questo infallibile segno: che tutti gli asini si uniscono per cospirare contro di lui”.

Gulliver e i suoi viaggi

Pubblicato sotto lo pseudonimo di Lemuel Gulliver, come il protagonista del libro, Viaggi di Guliver in vari paesi lontani del mondo, titolo originale, ebbe un successo immediato, diventando un autentico best-seller, adatto ai grandi, in grado di comprendere l’amarezza e la durezza di certe sue pagine, e ai più piccoli, rapiti da un mondo fantastico in cui apparivano esseri minuscoli e altri giganteschi, un’isola volante e un luogo dove i cavalli parlano.

Il romanzo è diviso in quattro parti, corrispondenti a quattro viaggi distinti: quello a Lilliput e Blefuscu; quello a Brobdingnag; quello a Laputa, Balnibarbi, Glubbdubdrib, Luggnagg e il Giappone, e infine il viaggio nella terra degli Houyhnhnm. In ciascun viaggio Swift mette a nudo vizi e difetti dell’umanità, così dei lillipuziani, governati da un re e una corte di incapaci vanesi e guerrafondai, evidenzia la malvagità, l’ignoranza e la crudeltà, dei giganti di Brobdingnag sottolinea la mitezza e il pragmatismo, ma anche la mancanza d’intelligenza, Laputa poi è piena di filosofi e scienziati, la cui saggezza va di pari passo con la pedanteria, la stupidità e la banalità, mentre gli Houyhnhnm, cavalli intelligenti che usano una specie simile agli uomini, gli Yahoo, come animali da soma, descrivono gli esseri umani come depravati, avidi e ignoranti.

I viaggi di Gulliver

I viaggi di Gulliver è un romanzo scritto nel 1726 dallo scrittore irlandese Jonathan Swift (1667-1745). Ne I viaggi di Gulliver vengono mescolate sapientemente dall’autore fantasia e satira, per un risultato sì fabiesco e avventuriero ma anche di grande critica sociale. I viaggi che vedono protagonista Gulliver descrivono le disavventure di Lemuel Gulliver, medico di bordo che, durante i suoi viaggi marittimi, incontra popolazioni fantastiche su isole immaginarie che, a prima vista, sembrano paradisi terrestri. Con un tono volutamente fiabesco, Swift riesce a descrivere le miserie dell’animo umano.

Gulliver a Lilliput

Il primo viaggio di Gulliver inizia dal porto di Bristol in Inghilterra, ma in seguito ad una violenta tempesta, il medico di bordo si ritrova, naufrago, nella terra sconosciuta di Lilliput, legato alla meglio con delle reti da degli omini minuscoli, che lo percepiscono come un gigante. I lillipuziani, però, si rivelano ben presto molto amichevoli ed iniziano a vedere in Gulliver una risorsa più che una minaccia. L’uomo aiuta una prima volta gli abitanti di Lilliput contro gli acerrimi nemici di Blefuscu, ma resosi contro che il loro sovrano ha intenzione di utilizzarlo esclusivamente come arma di guerra, si rifiuta di sterminare i rivali dei lillipuziani finendo per essere condannato a morte per alto tradimento. Gulliver allora costruisce una scialuppa e fugge da Lilliput per fare ritorno a casa.

Gulliver a Brobdingnag

Il secondo viaggio di Lemuel Gulliver è nuovamente indirizzato verso l’India, ma anche in questo caso è una tempesta ad innescare una serie di disavventure, che lo portano a naufragare sulla penisola di Brobdignang, abitata stavolta da uomini dalle dimensioni enormi.

Rispetto a Lilliput, dove era visto come un gigante, Gulliver viene considerato alla stregua di un animale domestico, utile per divertire i bambini, e viene rinchiuso in un gabbia con gli altri animali, rischiando la vita. A salvarlo sarà un’aquila che lo trasporterà fino al mare, dove Gulliver riuscirà finalmente a mettersi in salvo per tornare dalla sua famiglia.

Gulliver da Laputa al Giappone

Per nulla scoraggiato dalle disavventure precedenti, Gulliver decide di imbarcarsi per il suo terzo viaggio verso le Indie Orientali. Questa volta il copione varia e anziché una tempesta, a cambiare i piani dei Lemuel è l’arrembaggio dei pirati sulla Buonasperanza… Il protagonista viene abbandonato su un’isola rocciosa vicino all’India e viene tratto in salvo su una città fluttuante, Laputa, i cui abitanti si dedicano esclusivamente alla musica e alla matematica, ma sono incapaci di applicare queste discipline a fini pratici. Condotto a Balnibarbi, il regno dominato dalla città di Laputa, vede il mondo portato alla rovina dalla scienza che non si preoccupa di badare ai risvolti pratici, mentre a Lagado assiste allo spreco di risorse impiegate per scoperte inutili come l’estrazione dei raggi del sole dai cetrioli, l’ammorbidimento del marmo per farne cuscini, la miscela di vernici in base all’odore e l’indagine di cospirazioni politiche tramite l’analisi delle feci dei sospettati. Giunto a Glubbdubdrib, un’isola a sud-ovest di Balnibarbi, incontra un mago in grado di contattare i morti e discute di storia con i fantasmi dei personaggi storici più famosi del passato, come Giulio Cesare, Bruto, Omero, Aristotele, Cartresio e il suo critico Gassendi. Sull’isola di Luggnagg invece conosce gli struldbrug, che hanno il dono dell’immortalità ma non quello dell’eterna giovinezza, quindi non potendo morire, continuano a invecchiare sebbene la legge li consideri come deceduti una volta raggiunti gli ottant’anni. Da qui, con l’aiuto di un commerciante olandese, andrà in Giappone per fare finalmente ritorno in Inghilterra.

Gulliver: Houyhnhnm

Nel suo quarto e ultimo viaggio, Gulliver assiste impotente all’ammutinamento dell’equipaggio e si ritrova ancora una volta in una terra sconosciuta, questa volta popolata dagli Houyhnhnm, cavalli dotati di raziocinio e parola, che utilizzano una specie di esseri umani, gli Yahoo, come servitori e animali da soma. Rimasto particolarmente affascinato da questo microcosmo, il protagonista cerca di instaurare un rapporto intellettuale, imparando la lingua degli Houyhnhnm, ai quali cerca di insegnare la Costituzione inglese, fino a quando non vede respinta la sua richiesta di essere accettato come membro della società, per la loro diffidenza nei confronti dell’essere umano, ritenuto malvagio, avido e ignorante. Amareggiato, Gulliver fa ritorno a casa e, tra la disperazione di moglie e figli, passerà intere giornate a parlare esclusivamente con i cavalli.