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Giovanni Pascoli: vita e opere del poeta

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Nella lezione che segue, approfondiremo la vita e le influenti opere di Giovanni Pascoli, uno dei più grandi poeti e scrittori italiani del XIX e XX secolo. La sua storia personale e le sue creazioni letterarie hanno lasciato un’impronta indelebile sulla cultura italiana e sulla letteratura mondiale.

Dalla sua infanzia travagliata alle sue opere iconiche, attraverseremo la narrazione della vita e del contributo di Giovanni Pascoli alla scena letteraria e al panorama culturale. Vedremo come la sua esperienza personale si intreccia con la sua straordinaria produzione poetica e proseguirà l’eredità di uno dei più importanti autori nella storia letteraria italiana.

La vita di Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, in una famiglia agiata ma segnata da tragedie. Pascoli ebbe un’infanzia segnata dalla morte dei genitori e dell’amato fratello. Questi eventi traumatici hanno lasciato un’impronta profonda sulla sua produzione poetica, permeando molte delle sue opere di un senso di malinconia e struggente introspezione. Tali eventi hanno rappresentato per il poeta una violazione del nido familiare.

Dopo gli studi classici e universitari, Pascoli divenne un insegnante e si trasferì a Bologna, dove entrò in contatto con il mondo intellettuale e artistico dell’epoca. La sua passione per la letteratura e la lingua italiana lo portò a dedicarsi all’insegnamento e alla critica letteraria.

È il maggior rappresentante italiano del Simbolismo e tra le sue opere più importanti vanno ricordate la raccolta Myricae e i Canti di Castelvecchio. La sua carriera letteraria decollò con il successo dei “Poemi Conviviali” e del ciclo poetico “Il Fanciullino“, in cui esplorò temi di infanzia, memoria e desiderio. Nel corso degli anni, Pascoli sviluppò uno stile poetico unico, caratterizzato da un uso ricco e melodico della lingua italiana.

Per Pascoli il poeta è come il fanciullino, capace di provare stupore e quindi di penetrare la realtà. Questa idea della poesia, unita a un linguaggio evocativo, frutto anche dell’utilizzo attento di figure retoriche di suono, ne fa un esponente della corrente letteraria del Simbolismo.

In seguito alla tragica morte del fratello minore si trasferì a Barga, dove continuò la sua attività letteraria e divenne professore universitario. Durante gli anni successivi, Pascoli scrisse numerose poesie, saggi e prose, esplorando tematiche varie come l’amore, la morte, la natura e la spiritualità.

Scontò anche tre mesi di carcere nel 1879 per le sue simpatie verso il movimento anarchico e fu scarcerato anche grazie alla testimonianza di Carducci, suo maestro all’Università di Bologna, al quale subentrò nella cattedra di Letteratura italiana. Morì a Bologna nel 1912.

L’episodio chiave della sua vita fu la morte del padre, assassinato il 10 agosto 1867 per motivi mai chiariti. Da qui nacque l’ossessione del ricordo dei morti e il forte attaccamento alla famiglia, rappresentata simbolicamente attraverso l’immagine del nido. Non a caso Pascoli rimase sempre molto legato alle sorelle Ida e Maria, che vissero con lui.

La poetica del fanciullino di Pascoli

La “poetica del fanciullino” è un concetto chiave nell’opera poetica di Giovanni Pascoli. Questo termine si riferisce all’approccio poetico adottato da Pascoli, in cui egli esplora la sua infanzia, i ricordi e le emozioni legate a quel periodo della vita. La poetica del fanciullino è fortemente caratterizzata dalla nostalgia, dalla malinconia e dalla riflessione sul tempo che passa.

Nelle sue poesie, Pascoli utilizza il punto di vista e la voce di un bambino per esplorare il mondo, creando una sorta di doppia visione che mette in luce la tensione tra l’innocenza infantile e la consapevolezza adulta. Questa prospettiva gli permette di esprimere le emozioni e le sensazioni più genuine e profonde, che spesso derivano dalla sua esperienza personale di tragedia e perdita.

Attraverso la poetica del fanciullino, Pascoli esplora i temi dell’innocenza, della memoria, della morte e del desiderio di ritorno a un tempo più puro. Questa poetica gli permette di scavare nelle emozioni più profonde e di creare una poesia densa di significato e di sentimenti.

Pascoli introduce questa idea nel saggio “Il fanciullino”, sostenendo che la genuinità, l’innocenza e la meraviglia del bambino rappresentano l’essenza stessa della poesia. Secondo Pascoli, il poeta dovrebbe guardare il mondo con gli occhi di un bambino, percependo ogni dettaglio, ogni sfumatura, con un senso di stupore e meraviglia incontaminati dagli pregiudizi e dalle convenzioni della società adulta.

Il “fanciullino” non è solo una rappresentazione dell’innocenza e della purezza, ma simboleggia anche la capacità di vedere oltre le apparenze, di penetrare l’essenza delle cose e di percepirle in tutta la loro freschezza e novità. Pascoli credeva che il poeta dovesse conservare questa capacità di meraviglia durante tutta la sua vita, permettendo così alla sua poesia di comunicare emozioni universali e profonde, che possono risvegliare nei lettori le stesse sensazioni di stupore e meraviglia.

Il concetto del “fanciullino” rappresenta quindi una chiave di lettura fondamentale per comprendere l’opera di Pascoli, caratterizzata da una linguistica semplice e chiara, ma allo stesso tempo ricca di significati profondi e universali. Inoltre, con questa idea, Pascoli pone l’accento sull’importanza del rapporto diretto e autentico con la natura e con il mondo, al di fuori di ogni mediazione culturale o sociale, in una ricerca costante di verità e autenticità.

“X agosto” di Pascoli: le stelle cadenti di San Lorenzo

X Agosto” è una delle poesie più celebri scritte da Giovanni Pascoli. Pubblicata nel 1903 nella raccolta “Canti di Castelvecchio”, questa poesia riflette la profonda malinconia e introspezione tipica dello stile pascoliano, ispirata da un evento tragico della sua infanzia.

X agosto è una poesia formata da sei quartine di decasillabi e novenari in rima alternata dedicata da Pascoli alla morte del padre, ucciso proprio il 10 agosto 1867. La struttura è circolare con l’ultima strofa che si lega alla prima e le quattro centrali con l’analogia tra la vicenda della rondine e quella del padre.

Il 10 agosto è San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti: qui Pascoli interpreta simbolicamente il fenomeno come un pianto del cielo. Tutti gli essere viventi, infatti, soffrono perché il male e il dolore sono comuni a tutti ed è per questo che il cielo piange.

La poesia descrive una scena campestre di un caldo giorno d’agosto, un momento che sembra sospeso tra l’infanzia e la maturità. Pascoli ricorda il giorno in cui perse suo padre e suo fratello, e la natura circostante sembra riflettere il suo stato d’animo: il sole cocente, il grano maturo, i grilli che cantano. La combinazione di immagini e suoni crea un’atmosfera di quiete e sospensione, che diventa un riflesso del suo dolore interiore.

Il componimento si distingue per la sua struttura altamente simbolica e per l’uso di immagini e metafore che conducono il lettore in un viaggio emotivo attraverso il dolore, la rabbia e la ricerca di un significato dietro la tragedia. La natura, spesso presente nelle opere di Pascoli, ha qui un ruolo ambivalente: da un lato offre un contesto idilliaco, con il suo paesaggio bucolico, dall’altro risuona delle eco della violenza e dell’ingiustizia.

Uno degli aspetti più innovativi e significativi di “X agosto” è l’approccio psicologico con cui Pascoli affronta il tema della morte. Non si tratta semplicemente di un lamento o di una commemorazione, ma di una vera e propria immersione nelle profondità dell’animo umano, dove il dolore si mescola al desiderio di giustizia e alla necessità di trovare un senso anche nelle tragedie più devastanti. In questo senso, “X agosto” non è solo una poesia sulla morte del padre, ma un’indagine universale sul dolore, sulla perdita e sulla natura effimera dell’esistenza umana.

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Fonosimbolismo e sperimentalismo linguistico

La lingua di Pascoli si avvale di onomatopee, metafore, sinestesie, allitterazioni, anafore per creare frasi musicali e suggestive: per questo si parla di fonosimbolismo, perché il linguaggio deve essere evocativo, anche a costo di superare la grammatica e la sintassi tradizionali.

Lo sperimentalismo linguistico di Pascoli è particolarmente evidente anche in uno dei Primi Poemetti, pubblicati nel 1904: si tratta di Italy, che affronta il tema dell’emigrazione italiana in America. Qui Pascoli riproduce la parlata dei primi immigrati, un misto di termini inglesi e italiani detto “broccolino” (nome italianizzato di Brooklyn).

Mappa mentale su Giovanni Pascoli: vita e opere

Nella mappa trovi le date fondamentali della vita di Giovanni Pascoli e le sue opere maggiori.

Le sue opere si collocano nell’ambito del Decadentismo e in particolare nella corrente del Simbolismo, nella convizione che il poeta possa penetrare la realtà andando oltre il mondo sensibile. È qui che Pascoli innesta la sua poetica del fanciullino, identificando il poeta con il bambino capace di stupirsi di fronte a quello che vede.

Altro tema centrale nelle poesie di Pascoli è il “nido”, che rappresenta la famiglia ed è indissolubilmente legato al ricordo dei morti, che lo accompegnerà per sempre come un’ossessione. Pascoli contrappone l’esteriorità della vita sociale all’interiorità di quella familiare e trova nella poesia un rifugio e una consolazione.

Le sue raccolte principali sono Myricae e i Canti di Castelvecchio.

Per stampare la mappa con le informazioni principali sulla vita e le opere di Giovanni Pascoli, scarica il pdf in bianco e nero qui:

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