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L'Impero Romano d'Oriente: riassunto, storia e date

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

L’Impero Romano d’Oriente, comunemente conosciuto come Impero Bizantino, è stato una delle entità politiche più durature e influenti della storia, sopravvivendo per oltre un millennio dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Questa realtà, nata dalla divisione dell’Impero Romano, ha giocato un ruolo cruciale nel preservare e trasmettere l’eredità culturale, giuridica e politica dell’antica Roma, sviluppando al contempo una propria identità distinta. Esplorare la storia dell’Impero Romano d’Oriente significa ripercorrere le vicende di un impero che ha segnato la transizione tra l’antichità e il medioevo, influenzando profondamente il mondo mediterraneo e oltre.

La divisione tra Impero Romano d’Oriente e d’Occidente

La separazione dell’Impero Romano in due entità distinte fu un processo graduale, culminato nel 395 d.C. alla morte dell’imperatore Teodosio I, l’ultimo sovrano a governare l’impero unificato. Alla sua morte, l’impero fu suddiviso tra i suoi due figli: Arcadio, che ricevette la parte orientale con capitale Costantinopoli, e Onorio, a cui spettò la parte occidentale con capitale Ravenna.

Questa divisione rispondeva a esigenze amministrative e difensive. L’estensione territoriale dell’impero rendeva difficile una gestione centralizzata, mentre le crescenti pressioni esterne, come le invasioni barbariche, richiedevano una presenza imperiale più diretta nelle diverse regioni. La separazione amministrativa mirava a migliorare l’efficienza del governo e a garantire una difesa più efficace dei confini.

Nonostante la divisione, entrambe le parti si consideravano eredi legittime dell’Impero Romano. Tuttavia, differenze culturali, linguistiche ed economiche portarono a sviluppi distinti. L’Occidente, caratterizzato da una struttura economica più fragile e maggiormente esposto alle incursioni barbariche, subì un rapido declino, culminato nel 476 d.C. con la deposizione dell’ultimo imperatore, Romolo Augusto. L’Oriente, invece, grazie alla sua posizione strategica e alla sua maggiore solidità economica, riuscì a prosperare, consolidandosi come una potenza politica e culturale.

La superficie dell’Impero Romano d’Oriente

L’Impero Romano d’Oriente si estendeva su un vasto territorio che comprendeva la penisola balcanica, l’Asia Minore, il Levante e l’Egitto, con Costantinopoli come capitale. Questa città, fondata da Costantino il Grande nel 330 d.C. sul sito dell’antica Bisanzio, occupava una posizione strategica tra Europa e Asia, controllando importanti rotte commerciali e difendendosi facilmente grazie alla sua geografia.

Tra le città principali, oltre a Costantinopoli, spiccavano Antiochia, Efeso, Alessandria e Tessalonica, che fungevano da centri amministrativi, economici e culturali. L’impero disponeva di una rete urbana sviluppata, ereditata dall’epoca romana, che costituiva la spina dorsale della sua economia e del suo sistema amministrativo.

Nel corso della sua storia, l’estensione territoriale dell’Impero Romano d’Oriente subì notevoli variazioni. Durante il regno di Giustiniano, l’impero raggiunse la sua massima espansione, riconquistando gran parte dei territori occidentali perduti, tra cui l’Italia, l’Africa del Nord e la Spagna meridionale. Tuttavia, con il tempo, i confini si ridussero progressivamente, a causa di invasioni barbariche, incursioni arabe e conflitti interni.

L’impero di Giustiniano

L’imperatore Giustiniano I, che regnò dal 527 al 565 d.C., è una delle figure più emblematiche della storia bizantina. La sua ascesa al potere segnò l’inizio di un’epoca di grandi ambizioni e riforme, volta a restaurare la gloria dell’Impero Romano.

Uno dei principali obiettivi di Giustiniano fu la riconquista dei territori occidentali perduti dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Sotto la guida del generale Belisario, l’esercito bizantino riconquistò l’Italia, l’Africa settentrionale e parte della Spagna. Queste campagne, sebbene coronate da successo, ebbero un costo elevato in termini economici e umani, e le conquiste si dimostrarono difficili da mantenere nel lungo periodo.

Sul piano interno, Giustiniano è noto per le sue riforme giuridiche. La più importante fu la compilazione del Corpus Iuris Civilis, una raccolta sistematica delle leggi romane che divenne la base del diritto civile in Europa. Questa opera monumentale, divisa in tre parti principali (il Codice, il Digesto e le Istituzioni), ebbe un’influenza duratura, trasmettendo l’eredità giuridica di Roma alle generazioni future.

Giustiniano promosse anche un’intensa attività edilizia, trasformando Costantinopoli in una delle città più splendide del mondo antico. Tra le sue opere più celebri si annovera la costruzione della Basilica di Santa Sofia, che divenne il simbolo dell’architettura bizantina e un modello per le chiese successive.

Nonostante i suoi successi, il regno di Giustiniano fu segnato anche da gravi crisi, come l’epidemia di peste del 541-542, che decimò la popolazione e indebolì l’economia, e le rivolte interne, come la celebre rivolta di Nika, che minacciò il suo potere. Tuttavia, il suo regno lasciò un’impronta indelebile nella storia bizantina, rappresentando l’apice dell’ambizione imperiale.

Lo sviluppo dell’Impero Romano d’Oriente

Dopo la morte di Giustiniano, l’Impero Romano d’Oriente affrontò sfide sempre più difficili, ma riuscì a mantenere la sua rilevanza grazie a una combinazione di abilità amministrative, riforme militari e resilienza culturale. Gli imperatori successivi introdussero importanti innovazioni per adattarsi a un contesto in continua evoluzione.

Tra i successori di Giustiniano, spicca Eraclio, che regnò dal 610 al 641 d.C. Durante il suo regno, l’impero subì le incursioni dei Persiani e, successivamente, delle armate islamiche. Per fronteggiare queste minacce, Eraclio riorganizzò l’amministrazione militare, introducendo il sistema dei temi, che suddivideva l’impero in distretti governati da un generale con poteri civili e militari. Questo sistema garantì una maggiore efficienza nella difesa dei territori.

Nel IX e X secolo, sotto dinastie come gli Isaurici e i Macedoni, l’impero conobbe un periodo di ripresa economica e culturale. Durante il regno di Basilio II, noto come il “Bulgaroctono” (uccisore di Bulgari), l’impero raggiunse nuovamente un’epoca di espansione territoriale e stabilità interna.

La decadenza e la fine dell’Impero Romano d’Oriente

Nonostante i suoi momenti di splendore, l’Impero Romano d’Oriente iniziò un lento declino a partire dal XI secolo, aggravato da conflitti interni, invasioni esterne e difficoltà economiche. La sconfitta nella battaglia di Manzicerta nel 1071 segnò l’inizio della perdita dei territori anatolici a favore dei Turchi Selgiuchidi, mentre la Quarta Crociata del 1204 portò alla conquista e al saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati, causando una frattura profonda nell’impero.

Anche se l’impero fu restaurato nel 1261 sotto la dinastia dei Paleologi, non riuscì a recuperare la sua forza precedente. L’avanzata degli Ottomani nel XIV e XV secolo rappresentò una minaccia crescente, culminata nella caduta di Costantinopoli il 29 maggio 1453. Questo evento, che segnò la fine dell’Impero Romano d’Oriente, pose anche fine all’epoca medievale e aprì la strada all’espansione dell’Impero Ottomano.