Magna carta, che cos’è la grande carta delle libertà
Concessa da re Giovanni d’Inghilterra nel 1215, ha attraversato i secoli e travalicato i suoi stessi contenuti, per diventare un documento iconico nella rivendicazione dei diritti
La Magna Carta è un documento che limita il potere assoluto del sovrano concedendo dei diritti ai nobili, al clero e ai cittadini, concesso ai baroni inglesi dal re Giovanni d’Inghilterra a Runnymede, vicino a Windsor, nell’odierno Surrey, il 15 giugno 1215.
Primo documento scritto che tutela le libertà fondamentali e i diritti dei sudditi, la Magna Carta ha rappresentato, nei secoli, un elemento fondante del moderno stato di diritto e della stessa democrazia. Ne esistono quattro copie, due sono custodite nella British Library, una nella cattedrale di Lincoln e l’altra nella cattedrale di Salisbury.
“Il più grande documento costituzionale di tutti i tempi: il fondamento del libertà dell’individuo contro l’autorità arbitraria del despota”. (Lord Denning)
Storia
La Magna Carta Libertatum viene scritta per la prima volta dall’arcivescovo di Canterbury, Stephen Langton, per tentare la pace tra il re Giovanni e un gruppo di baroni. Nel testo si promette tra le altre cose, che l’imposizione di nuove tasse ai vassalli diretti del re debba ricevere prima il consenso del consiglio comune del regno, formato da clero e feudatari, che si riunisce e delibera a maggioranza sui nuovi provvedimenti. Si sanciscono inoltre la necessità di una pena proporzionata rispetto al reato commesso, la fine degli arresti senza processo, l’integrità e la libertà della Chiesa inglese e la costituzione di una commissione di 25 baroni per vigilare sul mantenimento degli impegni da parte del sovrano. Su pressione del re, che sostiene di averlo firmato sotto minaccia, papa Innocenzo III annulla lo statuto, scatenando la rivolta dei baroni.
Dopo la morte di Giovanni, nel 1216, suo figlio Enrico III ripubblica il documento e alla fine della guerra con i baroni, nel 1217, entra a far parte del trattato di pace stipulato a Lambeth, dove prende il nome di “Magna Carta”. E’ però dal 1297, con Edoardo I, che la conferma come parte della legge sullo statuto dell’Inghilterra, che la carta entra a far parte della vita politica inglese e viene rinnovata di volta in volta da ciascun monarca, sebbene con la nascita del Parlamento perderà parte del suo significato pratico.
“In primo luogo abbiamo concesso a Dio ed abbiamo confermato con questa nostra carta, per noi ed i nostri eredi in perpetuo, che la Chiesa inglese sia libera, ed abbia i suoi diritti integri e le sue libertà intatte. Abbiamo anche concesso a tutti gli uomini liberi e consenzienti del nostro regno, per noi ed i nostri eredi di sempre, tutte le libertà sottoscritte, che essi ed i loro eredi ricevano e conservino, da noi e dai nostri eredi”. (Magna Carta)
Valore politico
Nel Seicento, con i sovrani della dinastia Stewart, la Magna Carta passa in secondo piano rispetto alle prerogative di sovrani che sostenevano di regnare direttamente per volere di Dio. Dall’inizio del XVII secolo, però, la carta diventa sempre più importante come documento politico nelle discussioni sull’autorità dei Reali inglesi. Giacomo I e Carlo I propongono entrambi una maggiore autorità per la Corona, giustificandola con la dottrina del diritto divino dei re, e la Magna Carta viene impugnata dagli oppositori della Monarchia. Sir Henry Spelman la definirà come “l’ancora più maestosa e sacrosanta delle libertà inglesi”.
Il mito politico della Magna Carta ha attraversato i secoli e i continenti, arrivando a influenzare i primi coloni americani e la formazione delle Tredici colonie.
Nonostante gli storici abbiano dimostrato che la carta originale del 1215 riguardava il rapporto medievale tra il monarca e i baroni, piuttosto che i diritti della gente comune, la Magna Carta è rimasta un documento potente e iconico nella società britannica, essendo citata da politici a sostegno delle posizioni costituzionali e da avvocati quale garanzia di un processo con una giuria.
Il documento continua anche ad essere onorato dagli americani come precursore della Costituzione e della Carta dei diritti degli Stati Uniti.
“Molti che sapevano poco e si preoccupavano meno del contenuto della Carta hanno, in quasi tutte le epoche, invocato il suo nome, e con giusta causa, perché significava più di quanto dicesse”. (WL Warren)