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Via della seta: storia, rotte e scambi tra Oriente e Occidente

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Nel cuore delle antiche civiltà, un intreccio di sentieri polverosi, passaggi montani e rotte marittime ha unito per secoli l’Oriente e l’Occidente in uno scambio continuo di merci, idee, culture e religioni. Questo sistema di collegamenti, noto oggi con il nome evocativo di Via della Seta, non è solo una rete di commercio, ma una delle più straordinarie testimonianze della capacità dell’uomo di comunicare, viaggiare e condividere.

Lungo queste direttrici si sono mossi non solo tessuti preziosi, spezie e metalli, ma anche uomini che hanno trasformato i popoli che incontravano e ne sono stati trasformati. La Via della Seta è dunque il simbolo di un dialogo millenario tra mondi diversi, tra deserti e città, tra imperi e mercanti.

Origine e significato del nome

Il termine “Via della Seta” fu coniato solo nel XIX secolo dallo storico tedesco Ferdinand von Richthofen, per indicare le rotte percorse da mercanti che trasportavano seta cinese fino al Mediterraneo. Tuttavia, già nei secoli precedenti, i viaggiatori erano consapevoli dell’importanza di quelle strade che attraversavano l’Asia centrale, unendo la Cina all’Impero romano, e poi a Costantinopoli, Damasco, Baghdad, fino a giungere alle sponde del Mar Mediterraneo.

La seta, merce di lusso ambita in tutto il mondo antico, fu uno dei prodotti più emblematici di questo traffico. Tuttavia, la Via della Seta non fu mai una sola strada. Si trattava, piuttosto, di una rete articolata di percorsi terrestri e marittimi, che attraversava regioni complesse, paesaggi ostili e società profondamente diverse.

Le rotte terrestri e marittime

Le rotte principali della Via della Seta si dividevano in due grandi tronconi: quello terrestre e quello marittimo.

Le vie di terra

Le vie terrestri partivano da Chang’an (l’attuale Xi’an), antica capitale della Cina, e attraversavano le steppe e i deserti dell’Asia centrale, come il Taklamakan e il Karakum, passando per città-oasi fondamentali come Kashgar, Samarcanda, Bukhara e Merv. Queste località non erano solo punti di sosta, ma veri e propri centri di cultura e scambio, in cui si incrociavano religioni, lingue e stili artistici.

Le vie del mare

Le vie marittime, invece, si snodavano lungo le coste del Mar Cinese Meridionale, passando per i porti dell’India e del Golfo Persico, per poi risalire fino ai porti del Mediterraneo orientale. Grazie alla conoscenza dei monsoni, i mercanti potevano navigare in modo relativamente prevedibile, trasportando spezie, pietre preziose, incensi e ceramiche.

Le varianti settentrionali e meridionali

La Via della Seta terrestre non era un percorso univoco, ma comprendeva numerose varianti, che venivano percorse in base alla stagione, alla sicurezza politica o alle condizioni climatiche. Tra le rotte più importanti si distinguevano una via settentrionale, che seguiva il confine del deserto del Gobi e attraversava le steppe della Mongolia fino a entrare nella Siberia meridionale, e una via meridionale, che costeggiava l’Himalaya passando per il Tibet e l’India settentrionale.

Queste rotte offrivano alternative strategiche ai mercanti, permettendo loro di evitare i pericoli delle guerre locali, dei predoni o delle carestie. Ogni variante aveva le sue città di scambio e le sue particolarità culturali, contribuendo a rendere la rete della Via della Seta ancora più ricca e articolata.

Le vie dell’Arabia e dell’Africa orientale

Accanto ai collegamenti tra Asia e Mediterraneo, esistevano anche importanti ramificazioni verso la penisola araba e l’Africa orientale. Navi provenienti dall’India e dalla Cina raggiungevano porti strategici come Mascate, Aden e Zanzibar, da cui partivano carovane dirette verso l’interno dell’Africa o verso le grandi città del Medio Oriente. Qui si commerciavano avorio, ebano, oro, schiavi, tessuti e aromi esotici.

Queste rotte marittime e terrestri secondarie contribuirono a connettere l’Oceano Indiano con il Mar Rosso, favorendo anche la diffusione dell’islam in regioni come la Somalia e il Sudan. In questo modo, la Via della Seta si estendeva ben oltre l’Asia, diventando una rete globale ante litteram, capace di integrare anche i mondi africani e arabi in un flusso di scambi costante e dinamico.

Le merci: un’economia globale ante litteram

La Via della Seta ha rappresentato il primo esempio di una vera economia globale. Le merci non solo viaggiavano lungo migliaia di chilometri, ma assumevano anche valori simbolici e culturali, contribuendo a trasformare le società che le ricevevano.

Tra i prodotti più commerciati si annoverano:

  • Seta: la vera protagonista. Leggera, resistente e brillante, la seta era considerata un bene di lusso nell’Impero romano, tanto che si dice che l’imperatore Tiberio ne vietò l’uso agli uomini per motivi morali.
  • Spezie: come cannella, zenzero, chiodi di garofano, noce moscata. Non solo venivano utilizzate per cucinare, ma anche per produrre unguenti medicinali e profumi.
  • Carta e porcellana: invenzioni cinesi che rivoluzionarono l’arte e l’amministrazione in Occidente.
  • Pietre preziose e metalli: giade, ambra, oro e argento, spesso lavorati da artigiani che integravano stili orientali e occidentali.

Ma insieme agli oggetti materiali, viaggiavano anche idee, tecnologie, filosofie religiose.

Religioni e pensiero: il viaggio delle idee

Uno degli aspetti più affascinanti della Via della Seta è stato lo scambio intellettuale e spirituale che ha accompagnato il commercio materiale. Lungo queste rotte si diffusero religioni come:

  • Il buddhismo, nato in India, raggiunse la Cina, la Corea e il Giappone grazie ai monaci che percorrevano la Via della Seta, lasciando tracce nei templi e nelle grotte sacre, come quelle di Dunhuang.
  • Il manicheismo, religione dualista fondata da Mani, che mescolava elementi zoroastriani, cristiani e buddhisti, e trovò seguaci fino alla Cina.
  • L’islam, che accompagnò l’espansione araba e si radicò in molte città dell’Asia centrale, modificando i costumi e le leggi locali.
  • Il cristianesimo nestoriano, che arrivò in Cina già nel VII secolo, lasciando iscrizioni e comunità.

Questo fluire continuo di idee filosofiche e religiose arricchì la cultura delle popolazioni lungo le rotte, favorendo la nascita di società sincretiche, dove elementi culturali differenti coesistevano e si contaminavano.

Città e civiltà lungo la via

Le città che punteggiavano la Via della Seta furono luoghi di incontro e fusione. Alcune di esse hanno raggiunto l’apice del loro splendore proprio grazie ai traffici commerciali.

Samarcanda

Tra le più celebri vi è Samarcanda, in Uzbekistan. Centro nevralgico dell’impero timuride, la città era famosa per la sua architettura monumentale, i suoi colori cangianti e per essere un crocevia dove si parlavano decine di lingue diverse.

Bukhara

Bukhara, città santa dell’islam, univa spiritualità e commercio. La sua scuola coranica era tra le più rinomate, ma anche il suo bazar era affollato di mercanti da tutto il mondo.

Ctesifonte, Antiochia, Aleppo

Spostandoci verso Occidente, città come Ctesifonte in Mesopotamia, Antiochia in Siria e Aleppo furono terminali importanti della Via della Seta, snodi dove le merci cambiavano mano e si dirigevano verso il bacino mediterraneo.

I grandi viaggiatori

Molti viaggiatori, spinti da curiosità, fede o ambizione commerciale, si avventurarono lungo la Via della Seta lasciando testimonianze preziose.

Zhang Qian

Tra i primi esploratori cinesi, Zhang Qian fu inviato dall’imperatore Han Wudi nel II secolo a.C. per cercare alleanze contro i nomadi xiongnu. I suoi viaggi permisero alla Cina di stabilire i primi contatti con l’Asia centrale.

Marco Polo

Il più celebre tra i viaggiatori occidentali è certamente Marco Polo. Partito da Venezia nel 1271 con il padre e lo zio, raggiunse la corte del Kublai Khan, dove rimase per 17 anni. Il suo Il Milione ha ispirato generazioni di esploratori e ha alimentato i sogni europei sull’Oriente.

Ibn Battuta

Il marocchino Ibn Battuta, nel XIV secolo, compì un viaggio ancora più lungo, visitando la Persia, l’India, la Cina, e annotando con precisione usi e costumi dei popoli incontrati.

Il declino della Via della Seta

A partire dal XVI secolo, la Via della Seta cominciò a perdere la sua centralità a causa di una serie di mutamenti profondi nello scenario geopolitico ed economico mondiale. Le grandi scoperte geografiche avevano aperto nuove rotte oceaniche che permettevano di raggiungere l’Asia circumnavigando l’Africa, rendendo i viaggi per mare più rapidi e sicuri rispetto alle lunghe e spesso pericolose traversate terrestri. A ciò si aggiunse la caduta di Costantinopoli nel 1453 e la successiva occupazione ottomana delle regioni mediorientali, che complicarono ulteriormente i commerci via terra, aumentandone i costi e riducendone l’efficienza.

Infine, la progressiva crisi degli imperi centroasiatici, un tempo garanti della sicurezza dei percorsi, contribuì a rendere instabili i territori attraversati dalla rete della Via della Seta. Nonostante questo declino, l’eredità culturale lasciata da secoli di scambi è sopravvissuta nel tempo, testimoniata dai monumenti, dai racconti e dalle tradizioni artigianali che ancora oggi si possono ammirare in città come Kashgar, Bukhara o Xi’an.

La Nuova Via della Seta: un progetto contemporaneo

Nel XXI secolo, il governo cinese ha rilanciato l’idea di una Nuova Via della Seta, nota anche come Belt and Road Initiative. Si tratta di un ambizioso progetto infrastrutturale volto a rafforzare i collegamenti economici tra la Cina, l’Asia, l’Europa e l’Africa.

Questo piano prevede:

  • Ferrovie ad alta velocità tra Pechino e le capitali europee;
  • Porti strategici nei mari del Sud e in Africa;
  • Investimenti in energia, logistica e trasporti in decine di paesi.

Il progetto è oggetto di dibattiti politici ed economici, poiché molti paesi vedono nella Nuova Via della Seta un modo per rafforzare l’influenza cinese nel mondo.

La Via della Seta è molto più di un insieme di percorsi commerciali: è un simbolo della connessione tra civiltà, della curiosità umana e della capacità di scambio che ha caratterizzato l’uomo fin dalle origini. Ancora oggi, mentre nuove vie si aprono e nuovi equilibri si delineano, la memoria di quella grande impresa storica ci ricorda che l’incontro tra popoli, quando avviene nel rispetto e nella condivisione, può generare progresso, bellezza e conoscenza.