Che Guevara, all’anagrafe Ernesto Guevara de la Serna, nasce a Rosario il 14 giugno 1928. È un rivoluzionario, un politico, un guerrigliero, un medico e uno scrittore di origini argentine e borghesi. Figlio di un ingegnere civile e di una appassionata di letteratura francese, riceve un’educazione di tutto rispetto.
Soffre di asma sin da piccolo, motivo per cui tutta la famiglia si trasferisce nei pressi di Cordoba. Dal 1936 al 1939 si appassiona alla guerra civile spagnola, anche grazie all’attivismo dei genitori. Inizia a lavorare saltuariamente dal 1944, a causa di un peggioramento delle condizioni economiche familiari.
Studia Medicina e, nel 1951, parte con Alberto Granados – suo amico – per un viaggio in motocicletta in America Latina. Visitano Cile, Perù, Colombia e Venezuela. Alberto si ferma a lavorare in un lebbrosario e Che Guevara finisce il percorso accademico, con la promessa di ritrovarsi. Nel 1953 riparte in treno e, a La Paz, incontra Ricardo Rojo, esule argentino con cui studia la rivoluzione in corso nel Paese.
Rimanda la carriera medica e, dopo un viaggio avventuroso, giunge a Città di Guatemala. Incontra una giovane peruviana, Hilda Gadea, e la sposa. Il 9 luglio 1955 conosce Fidel Castro, una figura che gli cambia la vita. Nasce un’intesa umana e politica e insieme decidono di liberare Cuba dal “tiranno” Fulgencio Batista.
Esuli politici, partecipano allo sbarco a Cuba del 1956. Che Guevara dimostra di essere un combattente e uno stratega dal grande carisma. Assume l’incarico della ricostruzione economica del Paese, come direttore del Banco Nacional e di ministro dell’Industria.
Insoddisfatto della rivoluzione, lascia Cuba. Nel 1964 va ad Algeri e in altri Paesi africani, giunge a Pechino, avvicinandosi al mondo afro-asiatico. Tre anni dopo riparte per la rivoluzione in Bolivia. Vittima di un agguato, viene ucciso dal Governo. La data precisa della sua morte non è certa, si presume sia il 9 ottobre 1967 a La Higuera.
Successivamente diventa un vero e proprio mito laico, una sorta di martire in nome dei “giusti ideali”. Rappresenta per i giovani della sinistra europea (e non solo) un simbolo dell’impegno politico rivoluzionario. Anche se a volte il suo spessore politico e sociale viene ridimensionato a un’icona su T-shirt e accessori vari.