Ettore Petrolini, attore e cantautore italiano, nasce il 12 gennaio 1884 al 6 del vicolo del Grancio, a Roma. Questo indirizzo non esiste più, ma lui – con la sua arte immortale – sopravvive allo spazio e al tempo che mutano. Figlio di Luigi e Anna Maria Antonelli, è il quarto genito. Il rapporto con il padre non è dei migliori proprio a causa delle scelte professionali. Per fortuna la madre non è dello stesso avviso e lo supporta anche sul piano economico nel raggiungimento di un sogno.
A soli sei anni si trasferisce nel quartiere Monti, sempre nella Capitale, e lì dà prova della sua vivacità. Una irrequietezza che gli fa ottenere il soprannome di “er roscietto de li Monti ‘. A 13 anni finisce in riformatorio per aver provocato il ferimento di un compagno. Questo periodo lo segna profondamente e, appena quindicenne, decide di andare via di casa e di seguire un gruppo di teatro itinerante.
Fra il 1900 e il 1902 comincia la carriera di attore con il nome d’arte di Ettore Loris, passa dai locali di basso prestigio ai più rinomati caffè-concerto. Un anno dopo riprende il suo vero nome, si dedica al circuito dei caffè-concerto e lavora come macchiettista. È in questa fase della sua vita che incontra Ines Colapietro, con la quale stringe un sodalizio artistico e di vita.
Iniziano una tournée in Sudamerica che ha un grande successo e, tornato a Roma Ettore Petrolini va da Giuseppe Jovinelli. Viene conteso al tal punto che il Teatro Sala Umberto paga una penale allo Jovinelli per averne l’esclusiva durante i tre anni successivi.
Nel 1915 Petrolini crea una sua compagnia di varietà e mette in scena le prime riviste. È un attore di talento, ma anche un drammaturgo dalla fervida immaginazione. Il suo cavallo di battaglia è la “macchietta’, che acquista spessore con personaggi di un certo calibro. Petrolini diventa un punto di riferimento per la comicità di quel periodo.
Con la satira sottile di cui è capace mette alla berlina l’ipocrisia e il malcostume, senza guardare in faccia nessuno. Con il suo personaggio di Nerone, critica anche il regime fascista. È talmente apprezzato da avere la fila di scrittori pronti a scrivere dei testi per lui.
In quegli anni incontra Elma Crimer e si sposa, senza tralasciare mai la sua carriera. È autore di testi non teatrali, cantautore di successo: sue sono Una gita a li castelli (Nannì) e Tanto pe’ canta’ (immortale tanto quanto il suo creatore).
Negli anni ’30 si fa valere anche nel cinema. Viene apprezzato in Cortile e Medico per forza. Ettore Petrolini è il re indiscusso del varietà, della rivista, dell’avanspettacolo, il precursore del cabaret; ma una grave forma di angina pectoris lo costringe al ritiro dalle scene.
Celebre è la sua biblioteca e le collezioni di quadri nella sua casa di via Maria Adelaide 4, vicino a piazza del Popolo, che ha acquistato “per non morire in una casa d’affitto”. L’ultimo suo riconoscimento arriva nel 1936: insignito, per motu proprio di Re Vittorio Emanuele III, della commenda dell’Ordine mauriziano.
Muore a soli 52 anni a Roma, il 29 giugno 1936, senza perdere l’autoironia che lo contraddistingue. Poco prima di andarsene, infatti, dice: “che vergogna morire a cinquant’anni!”. Indossa il frac di un suo celebre personaggio, Gastone, e viene seppellito al Cimitero Monumentale del Verano.