Le citazioni di: Luigi Einaudi

Luigi Einaudi, il secondo presidente della Repubblica italiana

Luigi Einaudi è un economista, accademico, politico e giornalista italiano. Nato il 24 marzo del 1874 a Carrù, in Piemonte, il suo nome completo è Luigi Numa Lorenzo Einaudi. Assume l’incarico di secondo Presidente della Repubblica italiana e il primo a essere eletto dal parlamento. Membro dell’Assemblea Costituente, è considerato uno dei padri della Repubblica.

A seguito della morte del padre nel 1888, Luigi si trasferisce nel paese natale della madre a Dogliani. Si diploma al liceo classico di Torino e nella stessa città compie gli studi universitari. Durante l’università, Einaudi si avvicina al movimento socialista e collabora con la rivista diretta da Filippo Turati Critica sociale.

A partire dai primi anni del ‘900 si sposta su correnti più liberiste. Laureato in giurisprudenza, inizia a lavorare come docente in diversi atenei, tra cui l’università Bocconi di Milano. Il 6 ottobre del 1919 viene nominato senatore del Regno e, nello stesso anno, è tra i firmatari del manifesto del “Gruppo Nazionale Liberale” romano. Nel 1920, in alcuni articoli pubblicati sul Corriere della Sera, prospetta già un’Europa federata.

Inizialmente Einaudi si avvicina al programma economico fascista, per poi prenderne subito le distanze, ancora prima della marcia su Roma. Prende netta posizione contro la dittatura e, nel 1927, lascia il Corriere della Sera, passato sotto il controllo del regime. Dal 1936 al 1943 fonda e dirige la Rivista di storia economica. Nominato rettore dell’università di Torino, con la proclamazione della Repubblica di Salò, è costretto ad abbandonare l’incarico e si rifugia in Svizzera.

Il ritorno a Roma è alla fine del 1944 e, poco dopo, il 5 gennaio del 1945, viene nominato Governatore della Banca d’Italia. L’anno successivo è eletto deputato dell’Assemblea costituente per il Partito Liberale Italiano e nel 1947 entra a far parte del Governo di Alcide De Gasperi come vicepresidente e ministro del Bilancio. A Einaudi si deve la stabilizzazione della lira tramite una severa politica di restrizione creditizia.

Il 10 maggio del 1948 diventa il secondo Presidente della Repubblica. Per i meriti scientifici ottiene ampi riconoscimenti come: Socio e Vice-Presidente della Accademia dei Lincei; Socio della Accademia delle Scienze di Torino; Socio dell’Institut International de Statistique de L’Aja; Presidente onorario della International Economic Association. Gli vengono conferite lauree “honoris causa” dalle Università di Parigi e di Algeri, ed è anche autore di numerose pubblicazioni, soprattutto in materie economiche.

Sposato dal 1903 con una sua allieva, Ida Pellegrini, dall’unione sono nati tre figli: Giulio, Roberto e Mario. Il nipote Ludovico è un famoso compositore e pianista. Luigi Einaudi muore il 30 ottobre del 1961 a Roma e viene sepolto nella tomba di famiglia a Dogliani, paese nel quale ha sempre passato le vacanze e dove si è costantemente dedicato alla conduzione della sua azienda agricola.