Maria Salomea Skłodowska, conosciuta come Marie Curie, è una fisica, chimica e matematica polacca naturalizzata francese. Riceve il Nobel per la fisica, insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, per gli studi sulle radiazioni e il Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio. È la sola ad aver ottenuto il Premio dell’Accademia svedese in due campi scientifici distinti.
Nasce a Varsavia il 7 novembre del 1867 da una coppia di insegnanti appartenente alla nobiltà decaduta polacca. Già da piccola dimostra una notevole intelligenza e curiosità e una memoria eccezionale.
Diplomata al ginnasio con il massimo dei voti, Maria ottiene la medaglia d’oro, simbolo di eccellenza. Nella Polonia russa, però, le donne non possono frequentare gli studi accademici, così la giovane si trasferisce in Francia e frequenta l’università della Sorbona di Parigi. Nella capitale francese inizia a farsi chiamare Marie e si laurea in fisica con ottimi risultati nel 1893.
Invece di tornare in Polonia per dedicarsi all’insegnamento, la ragazza decide di prendere una seconda laurea in matematica. Nel 1894 conosce Pierre Curie che sposa l’anno dopo e dal quale ha due figlie. I due formano una coppia sentimentale e professionale e il loro rapporto diventa simbiotico e diretto al solo interesse per il progresso della scienza.
In un laboratorio di fortuna e con strumenti rudimentali, i coniugi Curie si dedicano agli studi di quella che in seguito sarà chiamata radioattività naturale, scoperta da Henri Becquerel nei sali di uranio. Pierre e Marie riescono ad associare le proprietà radianti ad altri elementi e scoprono che il polonio e il radio sono molto più attivi rispetto all’uranio.
La scienziata riproduce gli esperimenti di Becquerel usando un elettrometro costruito per misurare piccole correnti elettriche nell’aria attraversata dai raggi dell’uranio. Così nota che la pechblenda, un minerale contenente piccole quantità di sali di uranio, manifestava più radioattività dei sali di uranio stessi. Dopo uno studio approfondito conferma che gli effetti elettrici dovuti all’uranio sono costanti e che la radiazione è quindi una proprietà intrinseca dell’uranio.
Marie riesce poi a isolare dalla pechblenda un nuovo elemento radioattivo che chiamerà polonio, in onore al nome della sua patria. Successivamente i coniugi Curie riescono a isolare un altro elemento nuovo: il radio. A partire dal 1902 Marie e Pierre si dividono il lavoro: lei si occupa di isolare il radio e determinarne il peso atomico; lui si concentra sull’origine della radioattività.
Per tutti i risultati raggiunti fino a quel momento, nel 1903 i coniugi ricevono il premio Nobel per la Fisica. Tre anni dopo Pierre muore in un incidente e Marie prende la sua cattedra alla Sorbona, diventando la prima donna a ottenere tale incarico. Nel 1911 viene insignita del secondo Nobel, questa volta per la chimica, per aver isolato il radio metallico. La continua e massiccia esposizione alle radiazioni le provocano la leucemia, malattia della quale muore il 4 luglio del 1934 a Passy, in Francia, diventando la prima vittima del nucleare che lei stessa ha scoperto.