La versione corretta è tra l’altro, staccato e con apostrofo; quella in un’unica parola è da considerarsi sbagliata: tralaltro non compare in nessun dizionario o supporto di consultazione linguistica, che sia cartaceo o online.
In tra l’altro la preposizione semplice tra è seguita dall’articolo determinativo maschile lo, soggetto a elisione e trasformato in l con apostrofo, e successivamente dal pronome indefinito altro. La caduta della o in lo fa sì che si eviti lo iato lo altro, difficile da pronunciare e non previsto dalle regole della grammatica italiana. Infatti con gli articoli lo, la e una davanti a vocale – e le preposizioni articolate composte da lo e la – si assiste sempre all’apocope della vocale e all’aggiunta del segno grafico.
Altri esempi di elisione ma in cui si potrebbe avere il dubbio di dover scrivere un solo termine sono poc’anzi, senz’altro, d’altronde, d’accordo e tutt’oggi. Le incertezze sono giustificate poiché in italiano non sono poche le situazioni in cui invece si assiste a un’univerbazione con troncamento, ossia alla formazione di un nuovo lemma nato dall’unione di due termini con la caduta dell’ultima vocale della prima parola – come in talora, talvolta, davanti e qualora, solo per citare alcuni esempi. Qui non ci vuole mai l’apostrofo.
Il fatto che la pronuncia non permetta di capire se è necessario o meno inserire un simbolo grafico che segnali la caduta della vocale non facilita le cose. Vediamo quindi alcuni esempi in cui usare la locuzione tra l’altro, sinonimo di tra le altre cose, oltre al resto.
Esempio 1: Ieri, tra l’altro, sono andato a trovare Giacomo all’ospedale
Esempio 2: Tra l’altro non ti ho ancora ringraziato per essere andato tu a prendere Elda all’aeroporto
Esempio 3: Ha avuto un incidente e ha distrutto la moto; tra l’altro si è pure fatto male