La grafia corretta è d’altronde, con apostrofo. La forma daltronde, in un’unica parola, è da considerarsi errata. Cerchiamo di capire perché e come mai possono insorgere dei dubbi al momento di scrivere questo termine.
La locuzione avverbiale d’altronde è composta dalla preposizione semplice da e dall’avverbio di luogo, poco usato, altronde. In questo caso il primo lemma subisce un’elisione, ciò significa che l’ultima vocale – la a – cade di fronte alla vocale del termine successivo, lasciando il posto a un apostrofo. Casi simili sono d’accordo, poc’anzi, quant’altro e senz’altro.
In molte altre situazioni simili, tuttavia, si verifica l’univerbazione con troncamento, ossia la formazione di un terzo vocabolo a partire da altri due, con caduta dell’ultima vocale del primo termine. Alcuni esempi sono davanti, purtroppo, talora, tuttora, finora, qualora e talvolta.
Un buon metodo per ricordare la giusta grafia di d’altronde è capire la funzione grammaticale che ricopre in alcuni esempi. D’altronde significa d’altra parte, del resto, per altro; il suo compito è quello di conferire valore avversativo-limitativo a una frase o una parte del discorso rispetto a quanto detto in precedenza.
Esempio 1: Ti sei comportato male con Lavinia, come sempre d’altronde
Esempio 2: La festa è stata un disastro come previsto, d’altronde non poteva andare diversamente
Esempio 3: Amedeo decise di tornare a casa; d’altronde aveva aspettato per più di un’ora il suo amico