Le subordinate circostanziali: cosa sono e come usarle
In questa lezione, analizzeremo le subordinate circostanziali, analizzando i vari tipi di queste strutture grammaticali e scoprendo come contribuiscono a rendere il nostro linguaggio più articolato e preciso.
- Le subordinate: cosa sono
- Le subordinate circostanziali temporali
- Le subordinate circostanziali causali
- Le subordinate circostanziali finali
- Le subordinate circostanziali consecutive
- Le subordinate circostanziali concessive
- Le subordinate circostanziali condizionali
- Le subordinate circostanziali meno comuni
Le subordinate: cosa sono
Le subordinate sono proposizioni o frasi che dipendono da una proposizione principale per avere senso completo. In altre parole, sono strutture grammaticali che vengono introdotte da congiunzioni o locuzioni congiuntive e che hanno una dipendenza logica e sintattica dalla proposizione principale.
Esistono diverse tipologie di subordinate, ad esempio le subordinate sostantive, relative, avverbiali e circostanziali.
Le subordinate circostanziali arricchiscono il significato della frase reggente, indicando la circostanza in cui avviene l’azione.
Proposizioni temporali, causali, finali, consecutive, concessive e condizionali: sono tutte subordinate circostanziali, che hanno nel periodo la stessa funzione dei corrispettivi complementi indiretti all’interno della frase semplice. Impara a riconoscere le subordinate circostanziali più comuni.
Le subordinate circostanziali temporali
La proposizione temporale esprime il momento in cui avviene quanto detto nella frase reggente e ha la stessa funzione del complemento di tempo nella frase semplice.
In forma esplicita è introdotta da congiunzioni temporali come quando, mentre, finché, in forma implicita può avere il verbo al gerundio, al participio o all’infinito preceduto da “prima (di)" o “dopo (di)".
Esempi:
Quando piove, vado al lavoro in treno.
Bevo il caffè dopo aver mangiato.
Le subordinate circostanziali causali
La proposizione causale indica il motivo per cui si verifica quanto detto nella reggente e corrisponde al complemento di causa della frase semplice.
Nella forma esplicita è introdotta da congiunzioni causali come “perché", “poiché", “dal momento che", “visto che", “in quanto"; nella forma implicita ha il verbo al gerundio, al participio passato o all’infinito.
Esempi:
Prendo l’ombrello perché piove.
Avendo mangiato troppo, sono stato male.
Le subordinate circostanziali finali
La proposizione finale indica lo scopo per cui si compie quanto espresso nella reggente. Ha la stessa funzione del complemento di fine nella frase semplice e ha il verbo:
- al congiuntivo introdotto da congiunzioni finali come “affinché", “perché", “in modo che" (forma esplicita)
- all’infinito introdotto da preposizioni e locuzioni come “per", “di", “allo scopo di" (forma implicita). La forma implicita, però, si ha solo se il soggetto della proposizione finale è lo stesso della reggente.
Esempi:
Incrocio le dita perché non piova.
Vado dal nutrizionista per mangiare meglio.
Le subordinate circostanziali consecutive
La proposizione consecutiva indica la conseguenza di ciò che viene detto nella reggente. È introdotta dalla congiunzione che nella forma esplicita, dalla preposizione da in quella implicita che ha il verbo all’infinito.
In entrambi i casi è segnalata da un elemento anticipatore nella frase reggente come “così", “tanto", “tale", “al punto", “in modo". Può essere introdotta anche da congiunzioni composte come “cosicché" e “sicché".
Esempi:
Il cielo è così nero che può piovere da un momento all’altro.
Ho così fame da mangiare qualsiasi cosa.
Le subordinate circostanziali concessive
La proposizione concessiva indica la circostanza nonostante la quale si verifica ciò che viene detto nella frase reggente.
È introdotta da:
- congiunzioni concessive come sebbene, nonostante, benché seguite dal verbo al congiuntivo o al participio passato
- dalla locuzione congiuntiva anche se seguita dal verbo all’indicativo
- da pur + gerundio.
Esempi:
Nonostante abbia mangiato, ho ancora fame.
Anche se ho mangiato, ho ancora fame.
Pur avendo mangiato, ho ancora fame.
Le subordinate circostanziali condizionali
La subordinata condizionale esprime la condizione da cui dipende la realizzazione di quanto detto nella reggente. Serve quindi a formulare un’ipotesi ed è introdotta da congiunzioni condizionali come “se", “qualora", “purché", “a patto che".
Può avere anche forma implicita se il verbo è al gerundio, al participio o all’infinito.
Esempi:
Se piove, la festa è rimandata.
Mangiando meglio, non avresti questi problemi di salute.
Le subordinate circostanziali meno comuni
Scopri anche le subordinate circostanziali meno comuni. Arricchiscono il periodo esprimendo il modo in cui avviene ciò che è riferito nella frase reggente, il mezzo attraverso il quale si compie qualcosa, il termine di paragone di un confronto, l’ambito in cui è valido quello che si sta dicendo.
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