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Baby Gang fuori dal Tribunale di Milano Fonte foto: Ansa

Nuova richiesta di condanna per Baby Gang: l'accusa al rapper

Per il rapper italiano Baby Gang è arrivata una nuova richiesta di condanna: di cosa è accusato? La vicenda risale ai tempi della pandemia del Covid

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Di nuovo nei guai il trapper italiano Baby Gang: per lui è arrivata una nuova richiesta di condanna. Zaccaria Mouhib, nome vero dell’artista, aveva già avuto a che fare con la giustizia poco tempo fa, a causa di una sparatoria avvenuta a Milano la notte tra il 2 e il 3 luglio 2022. Di cosa è accusato questa volta? La vicenda risale ai tempi della pandemia e delle restrizioni per far fronte alla diffusione dell’infezione da Covid-19.

La nuova richiesta di condanna per Baby Gang

Era il 10 aprile del 2021 quando 300 ragazzi si radunarono a Milano in via Micene, in zona San Siro, per ballare e cantare tutti insieme. Erano i tempi della pandemia da Covid-19, con tutte le restrizioni previste per fermare l’avanzata del virus nel nostro paese. Con questo gruppo di giovani c’era anche Zaccaria Mouhib (Baby Gang), oggi famoso artista del genere trap. L’assembramento degenerò in un lancio di oggetti contro la polizia.

La Procura di Milano, come riportato da La Repubblica, per quanto avvenuto più di tre anni fa nel capoluogo lombardo, ha chiesto una condanna a 3 anni di reclusione per il trapper 23enne, nel processo con rito abbreviato in corso di svolgimento. La sentenza dovrebbe arrivare il prossimo 17 ottobre. Le accuse per l’artista e per gli altri giovani sono di manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale.

Chi è coinvolto nel processo

Quel giorno c’erano anche altri artisti in piazza con il gruppo di giovani fermato dalla polizia. Oltre a Baby Gang, difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, che ha chiesto per il suo assistito il rito abbreviato, c’era anche l’artista Neima Ezza, che al gup ha chiesto la messa alla prova. Zaccaria Mouhib era stato riconosciuto in uno dei diversi video amatoriali che erano stati pubblicati sui social: in questo filmato, usato dall’accusa in fase di processo, si poteva vedere il trapper intento a cercare di convincere la folla prima dell’arrivo dei poliziotti, urlando “Oh ragazzi, se arrivano gli sbirri nessuno scappa raga… Se arrivano gli sbirri nessuno scappa”.

Il precedente caso giudiziario

A novembre dello scorso anno, nel processo relativo a una faida tra trapper, erano stati condannati in primo grado Simba La Rue (Mohamed Lamine Saida) a 6 anni e 4 mesi e Zaccaria Mouhib (Baby Gang) a 5 anni e 2 mesi. Il caso risale alla notte tra il 2 e il 3 luglio del 2022, quando a Milano, in via di Tocqueville, vicino a corso Como, in seguito a una rissa c’era stata anche una sparatoria. Due ragazzi di origine senegalese vennero gambizzati e rapinati. In quell’occasione la Procura ha contestato a vario titolo i reati di rissa, rapina, lesioni aggravate, porto abusivo di arma da sparo (la pistola usata quella notte dal gruppo, che però non è stata mai trovata).

Il processo è approdato, poi, alla Corte di Appello e la condanna di secondo grado è stata dimezzata per lui, arrivando a 2 anni 9 mesi e 10 giorni. Revocati anche gli arresti domiciliari: il trapper è potuto così tornare a casa, anche se si attende la decisione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese sulla richiesta di tre anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.