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BES: cosa sono i Bisogni Educativi Speciali

Maria Taverna

Maria Taverna

PSICOLOGA CLINICA E DINAMICA

Psicologa clinica e dinamica, esperta nell'uso di tecniche cognitivo-comportamentali e profonda conoscitrice dei processi di comunicazione efficace. La sua esperienza pluridecennale nel campo delle disabilità le ha permesso di sviluppare una predisposizione all'individuazione e al trattamento degli stati di burnout, ansia e difficoltà nelle relazioni. Lo sviluppo ed il potenziamento delle sfere più personali dell'io individuale, attraverso il superamento di stati di blocco o difficoltà emotive, costituisce il nucleo centrale dei suoi trattamenti, che siano individuali, di coppia o di gruppo.

I Bisogni Educativi Speciali (BES) rappresentano una categoria di esigenze educative che va oltre la semplice distinzione tra alunni con o senza difficoltà scolastiche. I BES riguardano tutti quegli studenti che, per ragioni diverse, necessitano di un sostegno individualizzato o di una didattica specifica per poter accedere ai contenuti scolastici, apprendere e sviluppare le proprie competenze.

Il concetto di BES, introdotto nel sistema scolastico italiano con la Direttiva Ministeriale del 2012, abbraccia una visione inclusiva dell’educazione, riconoscendo che ogni studente può avere necessità particolari, anche temporanee, durante il suo percorso formativo.

Che cosa sono i Bisogni Educativi Speciali

I Bisogni Educativi Speciali sono un concetto ampio che include una varietà di situazioni in cui un alunno, per motivi diversi, necessita di attenzioni particolari nel contesto educativo. Questo bisogno può derivare da difficoltà cognitive, emotive, fisiche o sensoriali, ma può anche essere legato a contesti socioeconomici svantaggiati, problemi linguistici, o addirittura a situazioni di disagio temporaneo.

L’obiettivo dell’identificazione dei BES è di garantire che tutti gli studenti possano accedere all’istruzione in modo equo, ricevendo un supporto che sia adeguato alle loro necessità individuali. Non si tratta dunque di una classificazione rigida o stigmatizzante, ma di un approccio flessibile che mira a personalizzare l’insegnamento in base alle esigenze dello studente, in modo da consentirgli di raggiungere gli obiettivi educativi con pari opportunità rispetto ai compagni.

La normativa italiana ha introdotto l’uso del Piano Didattico Personalizzato (PDP) per gli alunni con BES, uno strumento che consente agli insegnanti di adattare le modalità di insegnamento, valutazione e interazione per rispondere alle specifiche difficoltà degli studenti. Questo piano può prevedere interventi sia a livello di contenuti che di metodologie didattiche, con l’obiettivo di creare un ambiente di apprendimento inclusivo.

Le tipologie di BES

I Bisogni Educativi Speciali possono essere suddivisi in tre macro categorie principali, che riflettono la varietà delle difficoltà incontrate dagli alunni nel loro percorso educativo:

  • Disabilità: rientrano in questa categoria gli alunni con disabilità certificata ai sensi della legge 104/1992. Si tratta di studenti che hanno difficoltà motorie, sensoriali, cognitive o psichiche e che necessitano di un percorso didattico altamente individualizzato, spesso con l’affiancamento di insegnanti di sostegno. Il sostegno educativo per gli alunni con disabilità è fondamentale per favorire la loro partecipazione attiva all’interno del contesto scolastico e per promuovere il loro sviluppo integrale.
  • Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): includono alunni con difficoltà legate a disturbi specifici come la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia. Questi disturbi non derivano da problemi cognitivi generali, ma da difficoltà specifiche legate all’apprendimento di competenze fondamentali come la lettura, la scrittura o il calcolo. Gli alunni con DSA, grazie a strumenti compensativi e misure dispensative, possono raggiungere gli stessi obiettivi formativi dei loro compagni.
  • Svantaggio socio-economico, linguistico o culturale: questa categoria include gli alunni che, pur non avendo una disabilità certificata o un disturbo specifico dell’apprendimento, vivono situazioni di disagio sociale o economico che influiscono negativamente sul loro percorso scolastico. Ad esempio, bambini provenienti da famiglie a basso reddito, studenti che vivono in contesti familiari difficili, o alunni con difficoltà linguistiche dovute a una provenienza da contesti culturali diversi (come gli studenti migranti), rientrano in questa tipologia. Questi alunni possono aver bisogno di un supporto didattico aggiuntivo, che tenga conto delle loro particolari circostanze.

Ognuna di queste categorie richiede un’attenzione mirata, ma il principio fondamentale alla base dei BES è che ogni alunno, indipendentemente dalla sua condizione, ha diritto a ricevere il miglior supporto educativo possibile per sviluppare il proprio potenziale.

La didattica inclusiva per i BES

La didattica inclusiva è la risposta chiave per rispondere ai Bisogni Educativi Speciali. Si tratta di un approccio pedagogico che mira a coinvolgere attivamente tutti gli studenti, adattando le pratiche didattiche in base alle esigenze specifiche di ciascuno. Questo approccio non solo mira a sostenere gli alunni con BES, ma anche a promuovere un ambiente scolastico più equilibrato e accogliente per tutti.

Ecco alcuni degli strumenti e delle strategie che possono essere utilizzati nella didattica inclusiva per rispondere ai BES:

  • Personalizzazione dell’insegnamento: ogni alunno ha il diritto di ricevere un’istruzione che tenga conto delle sue esigenze e delle sue potenzialità. Per questo motivo, è importante che l’insegnamento venga personalizzato, adattando i contenuti, le modalità di presentazione e le tecniche di valutazione in base alle necessità dello studente. Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è lo strumento che permette di mettere in atto questa personalizzazione.
  • Uso di strumenti compensativi e misure dispensative: nel caso degli alunni con DSA, ad esempio, possono essere adottati strumenti compensativi come software di lettura, calcolatrici o mappe concettuali per facilitare il processo di apprendimento. Le misure dispensative, invece, consentono agli alunni di essere esonerati da alcune attività che risultano troppo difficoltose, come la lettura ad alta voce per chi ha dislessia.
  • Metodologie attive e cooperative: l’inclusione scolastica non si basa solo sull’adattamento del contenuto didattico, ma anche sull’utilizzo di metodologie attive che incoraggino la partecipazione e l’interazione tra gli alunni. Tecniche come il lavoro di gruppo, l’apprendimento cooperativo e il problem solving permettono agli studenti con BES di apprendere in un ambiente di supporto reciproco, sviluppando competenze sia accademiche che sociali.
  • Supporto emotivo e relazionale: la dimensione emotiva è cruciale per il benessere e il successo scolastico degli alunni con BES. Gli insegnanti, oltre a occuparsi degli aspetti didattici, devono essere in grado di fornire un supporto emotivo, creando un ambiente scolastico in cui lo studente si senta accettato e valorizzato. La costruzione di una relazione di fiducia con l’alunno è fondamentale per promuovere la sua autostima e la motivazione all’apprendimento.
  • Collaborazione tra scuola e famiglia: la collaborazione tra scuola e famiglia è un altro aspetto essenziale per garantire un supporto efficace agli alunni con BES. I genitori, gli insegnanti e i professionisti devono lavorare insieme per definire le strategie educative più adatte, monitorare i progressi dello studente e fornire il giusto supporto nei momenti di difficoltà.

La sfida della didattica inclusiva per i BES è quella di creare un ambiente scolastico in cui ogni studente possa sentirsi parte integrante del gruppo classe, sviluppando le proprie abilità e raggiungendo i propri obiettivi educativi. Grazie a una scuola inclusiva, basata sull’accettazione delle differenze e sull’attenzione alle specificità individuali, è possibile garantire un’istruzione di qualità per tutti.