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Cos'è l'Antropocene, tra le tracce dell'esame di Maturità 2025 Fonte foto: iStock

Cos'è l'Antropocene, tra le tracce dell'esame di Maturità 2025

L'Antropocene viene citato in un testo di Telmo Pleviani che è stato inserito tra le tracce della Maturità 2025, cosa rappresenta e cosa c'è da sapere

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

L’Antropocene è tornato al centro del dibattito grazie alla Maturità 2025. Uno dei testi su cui i maturandi sono stati invitati a fare l’analisi e la produzione di un testo argomentativo, è stato l’articolo “Un quarto d’era (geologica) di celebrità” scritto da Telmo Pievani e pubblicato su “Sotto il vulcano” di Feltrinelli nel 2022. Nel pezzo si cita appunto l’Antropocene.

Cos’è l’Antropocene

L’Antropocene è un termine che indica un’epoca geologica in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala, sia locale sia globale, dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all’aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell’atmosfera.

Telmo Pleviani, in Le lezioni del Corriere della Sera del 13 giugno 2025, spiega che “abbiamo inventato un nome per denunciare un problema, e quel problema siamo noi”.

Sì perché l’Antropocene indica i cambiamenti che l’uomo, con le sue azioni, sta provocando al pianeta Terra.

Pleviani ricorda che fu il chimico olandese Paul Crutzen, Premio Nobel nel 1995 per i suoi studi sulle interazioni fra attività umane e ozono stratosferico, a proporre nel 2002, quasi per scherzo sulla rivista Nature, insieme all’ecologo Eugene Stoermer, di dare un nome alla “geologia dell’umanità”.

“Cioè alla recente drammatica fase in cui Homo sapiens è diventato un fattore geofisico su larga scala. Il nome proposto fu semplice ed efficace: Antropo-cene, cioè l’epoca recente dominata dall’umanità”, ha spiegato Pleviani sottolineando che si tratta della quarta suddivisione del tempo geologico, dopo eoni, ere e periodi.

Quando si è iniziato a parlare di era antropozoica

Il filosofo specializzato in evoluzione ha ricordato che Crutzen era abituato a dare sostanza a nuovi modi di dire, come “inverno nucleare” e Stoermer era un grande esperto delle meravigliose diatomee, alghe unicellulari i cui cristalli silicei formano strutture di rara bellezza.

Quest’ultimo sapeva che la Terra è un grande sistema di relazioni e di auto-regolazioni in cui anche le diatomee hanno un ruolo essenziale e aveva iniziato a parlare di “Antropocene” già dagli anni ottanta del Novecento.

Crutzen invece ne aveva parlato la prima volta, quasi per caso, dopo un convegno sui cambiamenti globali tenutosi a Cuernavaca, in Messico. La provocazione del 2002 ebbe un immediato successo mediatico e la parola cominciò a circolare in modo virale sui giornali, nei musei e anche nella comunità scientifica.

Ma Pleviani aggiunge che di “era antropozoica” si discuteva già nell’Ottocento in Inghilterra con la rivoluzione industriale in atto.

In Italia, nello stesso periodo, l’abate geologo Antonio Stoppani aveva invece definito l’uomo “una nuova forza tellurica“, mentre ancor prima in Francia Buffon aveva scritto che la settima e ultima età del mondo era l’”Epoca dell’Uomo”, cioè quella in cui il potere umano schiaccia la sua impronta sulla faccia della Terra, in pratica l’Antropocene ante litteram.

La traccia della Maturità 2025 in cui si cita l’Antropocene

Il testo di Telmo Pleviani entrato tra le tracce della Maturità 2025 e in cui si cita l’Antropocene è tratto dall’articolo “Un quarto d’era (geologica) di celebrità“. In particolare agli studenti è stata sottoposta la parte in cui il filosofo ha previsto che “i nostri successori studieranno l’Antropocene e capiranno il vicolo cieco in cui ci siamo infilati”.

I maturandi sono stati invitati a riflettere sul fatto che l’umanità, che contribuisce solo per lo 0,01% alla biomassa globale, ha riempito il mondo di 1,1 teratonnellate di cose.

“Questa è l’impronta schiacciante dell’Antropocene. Senza una rapida transizione del sistema economico mondiale – ha scritto Pleviani – verso modelli circolari, la massa antropogenica continuerà a raddoppiare ogni vent’anni, sfuggendo al controllo”.